Mario denuncia l’Azienda sanitaria unica regionale delle Marche per il reato di tortura

fine vita mario denuncia tortura

Fine vita Mario denuncia tortura: “I responsabili sono le persone che fanno le leggi e che ci chiedono a noi cittadini di rispettare mentre sono loro i primi a non rispettarle”

Filomena Gallo commenta: “Il nuovo esposto arriva a seguito del protrarsi ingiustificato di condotte ostruzionistiche poste in essere dalle istituzioni competenti, nei confronti di un malato le cui condizioni peggiorano di giorno in giorno nonostante una sentenza della Corte costituzionale ed un provvedimento del Tribunale abbiano ordinato all’azienda sanitaria ed al comitato etico di attivarsi per rendere il diritto di Mario effettivo”

Mario, 43 anni tetraplegico e immobilizzato da oltre 10 anni a seguito di un grave incidente stradale, da 15 mesi si batte insieme all’Associazione Luca Coscioni, anche attraverso ricorsi giudiziari e lettere di diffida, per far affermare il diritto sancito dalla Corte costituzionale con la sentenza Cappato/Antoniani, alla verifica delle sue condizioni per poter accedere legalmente alla morte medicalmente assistita.

Oggi, tramite il suo collegio legale, Mario rende noto di aver presentato un altro esposto presso la Procura della Repubblica di Ancona portando la battaglia legale anche in sede penale. 

Infatti, a seguito delle diffide inviate nelle scorse settimane affinché l’ASUR Marche provvedesse ad effettuare le verifiche sul farmaco e le relative modalità di somministrazione, ed il Comitato etico completasse il suo parere, Mario, attraverso i suoi legali, ha deciso di denunciare penalmente gli ostruzionismi e le omissioni che continuano ad ostacolare l’accesso ad un diritto costituzionale.

Infatti, non solo l’ASUR Marche non aveva verificato l’idoneità del farmaco e le relative modalità di somministrazione, ma il Comitato Etico, nell’individuare le linee programmatiche che l’ASUR avrebbe dovuto seguire nell’effettuare le verifiche aveva omesso qualsiasi riferimento al farmaco, contribuendo dunque a determinare uno stallo nella procedura indicata dalla Corte costituzionale. 

Le omissioni dell’azienda sanitaria già denunciate nei mesi scorsi oggi si riempiono di elementi diversi, integrando reati non solo contro la pubblica amministrazione ed il suo buon andamento ma soprattutto contro la libertà morale di Mario, costretto a subire e tollerare un trattamento contrario al suo senso di dignità il cui rispetto è stato espressamente sancito dalla sentenza 242/2019 della Corte costituzionale. 

Per questi motivi Mario, a seguito di una lettera aperta indirizzata all’Asur Marche, del Comitato Etico, del Ministro della Salute Roberto Speranza e del Presidente del Consiglio Mario Draghi, ha deciso di denunciare i vertici dell’azienda sanitaria unica regionale Marche e quelli del Comitato etico per il reato di tortura, ovvero per avergli cagionato acute sofferenze fisiche dovute all’aggravarsi delle sue condizioni negli ultimi 16 mesi (da quando è stata presentata la sua richiesta di accedere alla verifica delle condizioni), agendo con la crudeltà che caratterizza l’immobilismo e l’inerzia proprio di chi ha accertato, come ha fatto l’ASUR, una condizione di sofferenza intollerabile e non si attiva per porvi fine. Il tutto nei confronti di una persona che si trovi in una condizione di minorata difesa. 

Oltre al reato di tortura – tramite l’esposto depositato mercoledì mattina presso la Procura della Repubblica di Ancona – Mario ha denunciato ulteriori omissioni di atti d’ufficio e la mancata esecuzione dell’ordine del Tribunale di Ancona da parte dell’azienda sanitaria. 

Dichiara Filomena Gallo codifensore di Mario – il Collegio di difesa è formato anche dagli avvocati Massimo Clara, Angioletto Calandrini, Cinzia Ammirati, Francesca Re, Rocco Berardo, Giordano Gagliardini – e Segretario dell’Associazione Luca Coscioni:

“La tortura è un reato che sanziona il “furto di umanità” che lo Stato, tramite i propri organi, pone in essere nei confronti di chi si trovi in una situazione di minorata difesa.

Le condizioni di Mario sono sensibilmente peggiorate negli ultimi mesi: i dinieghi e gli ostruzionismi dell’azienda sanitaria sono ormai eloquenti della volontà di dilatare i tempi accettando il rischio che le condizioni di Mario peggiorano a tal punto da non consentirgli più di procedere con l’autosomministrazione del farmaco. Questo significherebbe condannare Mario a sopportare sofferenze intollerabili attraverso un trattamento inumano e degradante per la sua dignità”.