Fine vita, Cappato: “Il Governo si costituisce per la nostra condanna fino a 12 anni di carcere sulla base di una legge del 1930”

L’udienza in Corte costituzionale è fissata mercoledì 19 giugno alle ore 9.30. Dall’esito dipendono l’eventuale condanna di 7 disobbedienti civili in 6 processi.
Mi auguro che anche dalle opposizioni si sappia cogliere la differenza tra simbologia e leggi fasciste”, dichiara Cappato. 

In merito all’udienza della Corte costituzionale di mercoledì 19 giugno, il Governo Meloni ha deciso di intervenire nel procedimento. Nell’udienza i giudici sono chiamati a rispondere al dubbio di legittimità costituzionale sul cosiddetto trattamento di sostegno vitale, sollevato in riferimento all’aiuto fornito a Massimiliano, accompagnato in Svizzera con una disobbedienza civile di Marco Cappato, Chiara Lalli e Felicetta Maltese.

Il Governo ha chiesto che la questione di legittimità costituzionale sia dichiarata inammissibile o, in subordine, infondata perché l’accoglimento della questione si risolverebbe – a suo dire – in uno stravolgimento, da parte della stessa Corte costituzionale, della sentenza n. 242 del 2019 “in senso irragionevolmente ed ingiustificatamente ampliativo”, così sostituendosi al Parlamento. Quindi, secondo il Governo, la materia del fine vita dovrebbe essere trattata dal Parlamento, fingendo di ignorare che, a oltre sei anni di distanza dal primo monito della Consulta (con l’ordinanza n. 207 del 2018), il Parlamento è rimasto inerte, incluso con l’attuale maggioranza di Governo

Con questa costituzione, e nel merito della memoria depositata, il Governo Meloni chiede una decisione della Corte che implicherebbe il rischio di una condanna da 5 a 12 anni carcere di Chiara Lalli, Felicetta Maltese e me per avere aiutato Massimiliano ad accedere all’aiuto alla morte volontaria in Svizzera”, ha dichiarato Marco Cappato, tesoriere dell’Associazione Luca Coscioni e rappresentante legale dell’Associazione Soccorso Civile, l’organizzazione che fornisce informazioni e, in alcuni casi, assistenza logistica e finanziaria per ottenere aiuto medico alla morte volontaria all’estero.

Continua Marco Cappato:

A nulla sono valse, evidentemente, le parole del Ministro della Giustizia Carlo Nordio, che il 20 maggio aveva dichiarato ‘ultimamente su questo l’attività del Parlamento è lenta rispetto a quella della Corte costituzionale, che in questo senso sembra essere più realistica e sembra camminare in modo più veloce e anche in modo più pragmatico nel confronto col Parlamento’. In queste settimane e mesi si evoca spesso – non sempre a proposito – il fascismo e il post-fascismo. Mi auguro che ciascuna personalità e forza politica, sia di maggioranza sia di opposizione, sappia fare la differenza tra gestualità e simboli, da una parte, e norme del fascismo ancora in vigore, come l’articolo 580 del codice penale in base al quale il Governo spinge per la nostra condanna, dall’altra, e si comporti di conseguenza. In ogni caso, con Chiara, Felicetta e gli altri disobbedienti, nel pieno rispetto della sentenza della Consulta, qualunque sarà l’esito, siamo pronti ad affrontare le conseguenze della nostra azione, e continueremo fino al raggiungimento dell’obiettivo di ottenere il pieno riconoscimento del diritto all’autodeterminazione alla fine della vita”.

QUI TUTTE LE TAPPE DELLA DISOBBEDIENZA CIVILE E DEL PROCESSO LALLI/MALTESE/CAPPATO/MASSIMILIANO

Il fine vita in Italia