Eutanasia: malati gravi chiedono ai capigruppo calendarizzazione legge

Rescenzo, Piludu, Brunori, Fanelli
Lettera aperta di Rescenzo, Piludu, Brunori, Fanelli: “Non cerchiamo compassione, ma un dibattito e delle decisioni”,
 
Domani, mercoledì 24 giugno, alle ore 13 si terrà la conferenza dei capigruppo durante la quale si formerà il programma dei lavori trimestrale. Potrebbe essere l’occasione giusta per i presidenti di gruppo per richiedere la calendarizzazione della proposta di legge di iniziativa popolare per la liceità dell’eutanasia e il testamento biologico, depositata alla Camera nel 2013 e mai discussa nelle sedi parlamentari competenti. 
 
Proprio per questo, proprio perché per loro ogni giorno di ritardo è una tortura, quattro malati di Sla e distrofia muscolare rivolgono un appello ai presidenti di gruppo affinché la proposta di legge arrivi in Aula:  
 
“Siamo quattro persone malate di SLA e distrofia muscolare, e condividiamo una urgenza vitale direttamente legata alla Sua responsabilità di Parlamentare”, così inizia l’appello ai capigruppo dellla Camera firmato da Ida Rescenzo (55 anni, malata di Distrofia Muscolare), Walter Piludu (64 anni, malato di SLA), Luigi Brunori (67 anni, malato di SLA) e Massimo Fanelli (54 anni, malato di SLA). “Tutti e quattro, da parti d’Italia diverse, abbiamo già lanciato il nostro pubblico appello al Parlamento, senza però ricevere adeguato ascolto e risposta”. “Ora che siamo entrati in contatto tra noi e con altri malati”, continuano, “vogliamo assieme ribadire con questa lettera la nostra richiesta di calendarizzare la proposta di legge di iniziativa popolare “Rifiuto dei trattamenti sanitari e liceità dell’eutanasia” che il Comitato promotore Eutanasia Legale dell’Associazione Luca Coscioni ha depositato alla Camera il 13 settembre 2013, con la sottoscrizione di oltre 67.000 cittadini (oltre ai quasi 99.000 che hanno firmato online)”.
 
“Non cerchiamo compassione, ma diritti. Non pretendiamo che Lei condivida nel merito la nostra esigenza di libertà nelle scelte di fine vita. Ma chiediamo – questo sì, nella maniera più assoluta – che sia aperto un dibattito e che siano assunte delle decisioni di fronte all’opinione pubblica. Non lo impone soltanto l’importanza del tema, ma anche la Costituzione, che attribuisce al popolo l’esercizio diretto dell’iniziativa delle leggi”.