DI ANNAPIA FERRARETTI, direttore scientifico Sismer, consigliere generale dell’Associazione Luca Coscioni
L’articolo apparso su Avvenire in data 23 gennaio a firma della prof. Assuntina Morresi dal titolo” Gli esami sugli embrioni non funzionano”, fa riferimento ad una recente e complessa analisi dei vari aspetti legati alla riproduzione e alla genetica.
Il titolo è : “Current issues in medically assisted re production and genetics in Europe :research, clinical practice, ethics, legal issues and policy”, disponibile sulla rivista European Journal of Human Genetics del 2013, volume 21.
Gli autori sono 23 e sono membri del direttivo delle due Società più importanti Europee sulla Riproduzione ( ESHRE) e sulla Genetica (ESHG) in campo Umano, molti dei quali ricercatori che hanno direttamente svolto attività di ricerca nel campo specifico negli ultimi 20 anni. A dimostrazione della loro grande attenzione ad un tema così importante e della loro capacità di discutere apertamente, gli stessi ricercatori hanno voluto fare il punto della situazione su tutte le problematiche e di come la ricerca si sia evoluta nel campo specifico dal 2005 al 2012, essendo un campo in continua evoluzione.
L’articolo si compone di ben 21 pagine , dove vengono analizzati e discussi i vari aspetti, dove vengono analizzate tutte le pubblicazioni scientifiche prodotte e dove ulteriormente si sottolineano le varie problematiche ed i limiti connesse alla PGD e PGS, problematiche che i ricercatori stessi non hanno mai negato, ma cercato di affrontare e discutere apertamente. E la pubblicazione originale sottolinea perfettamente come la applicazione di tecniche così delicate richieda particolare cautela e attenzione, per gli embrioni, per le coppie e per i futuri nascituri.
Che la ricerca sia aperta, trasparente, autocritica credo sia da considerarsi un beneficio per tutti.
Ma l’ articolo dell’ Avvenire utilizza l’articolo originale per una “ battaglia” ideologica contro ogni nuova evoluzione della ricerca che riguarda la Medicina della Riproduzione.
In primis, non viene chiaramente posta la attenzione sulla distinzione tra PGD e PGS.
La PGD, o diagnosi genetica pre-impianto, per il rischio di trasmissione di gravi malattie alla prole, è una procedura che da anni la Organizzazione Mondiale della Sanità ha dichiarato dover essere messa a disposizione delle coppie a rischio che, una volta chiaramente informate su tutti gli aspetti, ne facciano” liberamente e consapevolmente” richiesta. Non è considerata “ eugenetica”, come ancora sostiene l’articolo dell’Avvenire, ma una possibile alternativa alla drammatica decisione di interruzione di una gravidanza avanzata. Le problematiche esistono ( nessuno lo nega), ma la efficacia della PGD è provata. Non è quindi vero che gli” esami sugli embrioni non funzionano” quando vengono eseguiti allo scopo di diagnosticare una malattia genetica! La diagnosi ha una accuratezza superiore al 98% e non è soggetta al rischio del “ mosaicismo” su cui l’articolo del’Avvenire pone una grande attenzione.
Inoltre, la Legge 40 non contiene un divieto specifico alla PGD, ma ne vieta in maniera “ indiretta” la accessibilità solo alle coppie fertili e non alle coppie infertili. Controsenso per il quale l’Italia è già stata ammonita nel 2012 dalla Corte Europea dei diritti dell’Uomo.
La PGS è invece una procedura che potrebbe avere benefici per alcune coppie infertili che si sottopongono a PMA. E’ vero che, come sottolineato dall’articolo dell’Avvenire, la PGS è ancora sotto valutazione e che le aspettative non sono per ora state dimostrate per alcuni limiti legati alla tecnica stessa. Tutto questo è ben scritto e argomentato sull’articolo originale dagli stessi ricercatori . Ma i dati ai quali l’articolo dell’Avvenire fa riferimento per trarre la conclusione che “ non funziona” non sono dati”nuovi e rivoluzionari”, ma bensì dati superati dalla evoluzione di nuove tecniche oggi sotto valutazione con progetti clinici di ricerca sottoposti ed approvati da vari Comitati Etici in molti paesi Europei, che credono quindi ancora nella potenzialità di questa procedura.
Non si vuole “ introdurre per legge” la PGS! Quello che gli Autori dell’articolo originale auspicano è una“ armonizzazione” legislativa in Europa per potere andare avanti con ricerche cliniche metodologicamente e scientificamente corrette e condivise nella Unione Europea.
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L’Associazione Luca Coscioni è una associazione no profit di promozione sociale. Tra le sue priorità vi sono l’affermazione delle libertà civili e i diritti umani, in particolare quello alla scienza, l’assistenza personale autogestita, l’abbattimento della barriere architettoniche, le scelte di fine vita, la legalizzazione dell’eutanasia, l’accesso ai cannabinoidi medici e il monitoraggio mondiale di leggi e politiche in materia di scienza e auto-determinazione.