È partito il presidio nonviolento quotidiano dell’Associazione Luca Coscioni sotto il Parlamento

Francesco Scinetti in presidio permanente sotto Montecitorio per l'eutanasia legale

Francesco Scinetti rappresenterà i 136.000 italiani firmatari della proposta di legge Eutanasia Legale che da sette anni attendono la discussione nonostante i due richiami della Corte costituzionale

Presentato al termine della manifestazione per l’Eutanasia Legale – organizzata ieri 14 settembre dall’Associazione Luca Coscioni in occasione del settimo anniversario dal deposito della proposta di legge di iniziativa popolare – ha preso oggi ufficialmente il via il presidio nonviolento quotidiano sotto Montecitorio, per sollecitare il Parlamento a una discussione, richiesta in due occasioni anche dalla Corte Costituzionale.

Francesco Scinetti, rappresenterà – per due ore ogni giorno sotto il Parlamento – l’estenuante attesa che l’inerzia parlamentare sta imponendo alla maggioranza – stando ai recenti sondaggi – degli italiani favorevoli alla legge; agli oltre 136.000 firmatari della proposta di legge Eutanasia Legale; le oltre 1000 persone (attualmente più di 3 al giorno) che ogni giorno chiedono aiuto o informazioni all’associazione, via telefono, mail o su CitBot (l’intelligenza artificiale sviluppata insieme a Revevol Italia in grado di fornire risposte alle domande relative ai diritti civili su cui si battono i presidenti Marco Gentili, il professor Michele De Luca, Mina Welby, Filomena Gallo e Marco Cappato).

“Da oggi la nostra campagna per la legalizzazione dell’eutanasia entra in una nuova fase” dichiara Marco Cappato, tesoriere dell’Associazione Luca Coscioni. “Rispetto a quando depositammo la legge di iniziativa popolare sono cambiate tante cose: il diritto a interrompere terapie vitali e a esprimere indicazioni vincolanti attraverso un testamento biologico è stato riconosciuto dal Parlamento; il diritto a essere aiutati a morire per malati tenuti in vita da trattamenti di sostegno vitale è stato riconosciuto dalla Corte costituzionale; l’applicazione di questo diritto anche a persone non attaccate a macchinari è stato sancito dalla Corte d’Assise di Massa” ha continuato Cappato.

“Ora dunque abbiamo due campagne in corso: una per far rispettare i diritti conquistati, l’altra per affermarne di nuovi, eliminando la discriminatoria esclusione di alcune tipologie di malati dalla possibilità di essere aiutati a morire. Ecco perché è fondamentale proseguire con la disobbedienza civile, rafforzare i servizi di informazione che forniamo alle persone che ci contattano e riprendere la raccolta firme sulla legge di iniziativa popolare per scongiurare il rischio che la fine della legislatura affossi per molti anni ancora la legalizzazione. Possiamo farcela, andiamo avanti!”

“Il paradosso – afferma il segretario dell’Associazione Luca Coscioni Filomena Gallo – sta nel fatto che il suicidio medicalmente assistito è un diritto già riconosciuto in Italia, e disponibile attraverso un iter avviato presso l’ASL, ma, in assenza di una legge che stabilisca in modo preciso il dovere dello Stato a rispettare ed aiutare l’esercizio della libertà di scelta da parte dei malati, non c’è certezza sui tempi ed è forte il rischio di finire comunque alla via giudiziaria. Un corto circuito anomalo difficilmente replicabile che innesca uno stato di impasse, così il diritto non viene né goduto, né garantito in quanto nessuno conosce le regole.

Lo Stato ha il dovere di garantire tale diritto perché la sentenza della Consulta stabilisce che sia il Sistema Sanitario Nazionale a governare l’iter e la sua piena applicazione. I tempi di risposta della Pubblica Amministrazione, da prassi, sono di 30 giorni, ma l’Associazione Luca Coscioni sta verificando legalmente tutte le vie di interpretazione di tali termini in virtù dell’urgenza richiesta”.