Droghe: in UK i medici a favore della legalizzazione. E in Italia?

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Droghe: Ass. Coscioni, in GB la comunita’ medica per la legalizzazione e in Italia?

Dichiarazione di Marco Perduca, dell’Associazione Luca Coscioni e coordinatore di Legalizziamo.it 

La principale rivista medica britannica e una delle piu’ importanti a livello mondiale ha preso posizione apertamente a favore della legalizzazione delle droghe invitando i medici a far sentire la propria voce.

Rompendo un silenzio che purtroppo, da troppo tempo, caratterizza la comunità medico-scientifica, il British Medical Journal (qui sotto la traduzione dell’editoriale) affronta il tabù del proibizionismo sulle sostanze stupefacenti criticando duramente le previsioni di spesa per la repressione del commercio, e uso, delle droghe proibite nel Regno Unito.

Se è vero che la situazione britannica è molto più grave di quella italiana, per quanto riguarda leggi e politiche in materia di sostanze psicotrope da noi permane un atteggiamento di censura di dibattito pubblico, e mancanza di assunzione di responsabilità nel dire le come stanno le cose da parte degli operatori socio-sanitari: oggi le droghe sono pericolose perchè la proibizione ha consegnato alla criminalità la loro produzione e vendita senza consentire un controllo della qualità del prodotto e senza prevedere campagne di informazione e attenzione a chi ne fa un uso problematico.

Occorre che, non appena avremo un Governo e il Parlamento inizierà a lavorare, si riprendano le proposte di legge di legalizzazione della cannabis e depenalizzazione di tutte le altre droghe per recuperare al controllo dello stato un fenomeno strutturale alla nostra società. Ne avremmo benefici per la salute, l’amministrazione della giustizia e le casse dello stato.


Qui di seguito la traduzione dell’Editoriale di Fiona Goodlee sul British Medical Journal

Le droghe dovrebbero essere legalizzate, regolamentate e tassate 

La guerra alla droga costa a ogni contribuente del Regno Unito circa 400 sterline all’anno. Il Regno Unito è ora il più grande esportatore al mondo di cannabis legale, eppure l’uso ricreativo e medicinale è criminalizzato. La Scozia ha il più alto tasso di morti per droga in Europa, il doppio rispetto a 10 anni fa. Il commercio mondiale di droghe illecite vale circa 236 miliardi di sterline, ma questo denaro alimenta il crimine organizzato e la miseria umana. Perché non potrebbe, invece, essere usato per finanziare i servizi pubblici?

Un numero crescente di paesi sta prendendo una strada più progressista, affermano Jason Reed e Paul Whitehous. In Portogallo, dove il possesso non violento di droghe è stato depenalizzato, il consumo non è aumentato, ma i decessi per droga sono diminuiti considerevolmente. Nei Paesi Bassi, negli Stati Uniti e ora in Canada, i mercati regolamentati per la vendita di cannabis generano consistenti entrate fiscali.

Nel frattempo, nel Regno Unito vengono spese somme ingenti per perseguire i singoli individui e tentare invano di interrompere il flusso di droga che giunge in città, droga che viene trasportata, lungo “linee di confine”, da minori vulnerabili. Reed e Whitehouse parlano per il  Law Enforcement Action Partnership, che richiede la legalizzazione e la regolamentazione. Dicono inoltre che il denaro potrebbe invece essere speso per il controllo della qualità, l’istruzione, il trattamento per i tossicodipendenti e la protezione dei bambini. Le entrate potrebbero essere dirottate dalle bande criminali nelle casse del governo.

Quando le forze dell’ordine chiedono che le droghe siano legalizzate, dobbiamo ascoltarle. Così anche quando sono i medici ad esprimersi a riguardo. Il mese scorso il Royal College of Physicians ha compiuto un importante passo in avanti verso la depenalizzazione, aggiungendosi così alla BMA, alla Facoltà di Sanità Pubblica e alla Royal Society of Public Health nel sostenere la necessità di una riforma delle politiche in materia di droghe.

Non si tratta di pensare che le droghe siano buone o cattive. Si tratta di una posizione basata su prove del tutto in linea con l’approccio posto in essere dalla sanità pubblica riguardo crimine violento. Nel loro Editoriale, John Middleton e Jonathan Shepherd affermano che l’epidemia di crimini legati al possesso di armi e coltelli nel Regno Unito è in parte dovuta all’aumento della disponibilità di fentanil e cocaina crack. Il Governo Britannico ha recentemente lanciato la strategia denominata Serious Violence Strategy, nella quale si riconosce il legame tra proibizionismo e violenza, ma si propone ugualmente di spendere 40 milioni di sterline in politiche legate al proibizionismo. Reed e Whitehouse dicono che questa strategia non avrà alcun impatto nel contrastare i crimini legati alla droga.

Il BMJ continua ad ogni modo a perseguire gli obiettivi di legalizzare, regolamentare e tassare la vendita di droghe per uso ricreativo e medicinale. Questo è un argomento sul quale i medici possono e devono far sentire la propria voce.