DOCUMENTO DEL COMITATO ETICO REGIONALE DEL PIEMONTE

DOCUMENTO DEL COMITATO ETICO REGIONALE DEL PIEMONTE SULLA PROPOSTA DI SPERIMENTAZIONE DELL’ABORTO FARMACOLOGICO AVANZATA DALL’AZIENDA OSPEDALIERA SANT’ANNA DI TORINO

La Commissione ha preso atto delle modifiche e integrazioni alla documentazione precedentemente prodotta, e in modo particolare dell’impegno a organizzare un percorso di sicurezza e di monitoraggio continuo, intra ed extra ospedaliero, tale da privilegiare in modo inequivoco l’integrità fisica e psicologica della donna che ha scelto di abortire utilizzando la combinazione farmacologica mifepristone + misoprostolo.
La Commissione ha altresì preso atto che le modifiche e integrazioni di cui sopra recepiscono le osservazioni e le proposte migliorative espresse a seguito di Ispezione Ministeriale in data 11 e 12 dicembre 2002.
La Commissione ribadisce quanto già esplicitato nella relazione approvativa della sperimentazione proposta e nella seduta di audizione dei responsabili dello studio e dei dirigenti della direzione sanitaria dell’Azienda Sanitaria Ospedaliera sponsor dello studio stesso. La sperimentazione deve essere finalizzata ad acquisire dati scientificamente validi su una popolazione femminile residente nella nostra regione di potenziale utilità per varie procedure regolatorie nel caso di autcome adeguato alle aspettative degli sperimentatori.
Nelle note informative preparate per le donne che faranno la scelta abortiva e per gli operatori medici, si enfatizzano invece aspetti vantaggiosi (che si danno per acquisiti) sull’attuale procedura chirurgica, e si lascia trasparire che l’attuale sperimentazione è, in sostanza, il cavallo di Troia che dovrà finalmente portare l’aborto farmacologico nel nostro paese. Conseguentemente a quest’osservazione critica, la Commissione invita i responsabili estensori delle note informative a rivedere il testo focalizzando obiettivi, significato e rigore metodologico dello studio sperimentale in oggetto.
La presente comunicazione è inviata agli sperimentatori in via interlocutoria, in attesa che il Ministero della Salute, cui è stata inviata la stessa documentazione, sciolga le riserve per quanto di sua competenza.