Coronavirus, il diritto a non soffrire e le cure palliative non è sempre garantito

Legge cure palliative dieci anni Citbot

Sono passati dieci anni dall’entrata in vigore della legge 38 sulle Cure palliative. Da questo momento CITbot, l’intelligenza artificiale per le libertà civili dell’Associazione Luca Coscioni, fornirà risposte anche sul tema delle Cure palliative.


Contemporaneamente, l’Associazione fronteggia anche il tema Coronavirus: QUI lo speciale


In un contesto di emergenza, come quello che stiamo vivendo a causa della diffusione del nuovo Coronavirus, l’accesso alle cure, comprese le cure palliative e la terapia del dolore potrebbe – e dovrebbe – rappresentare più che mai uno strumento di tutela della dignità alla fine della vita per tutti quei pazienti che stanno perdendo la loro battaglia.

“Anche in tempi di Coronavirus, il rispetto del principio di uguaglianza nell’accesso alle cure nel nostro Paese è quello su cui gli Italiani contano.

Compito della politica è quello di rendere anche nel campo del diritto alla salute uguale quello che è diseguale, non rimanere a osservare inerte – dichiara Filomena Gallo, Segretario nazionale dell’Associazione Luca Coscioni – Il nostro Sistema Sanitario è, o meglio, dovrebbe essere fondato sul rispetto dei diritti individuali e costituzionalmente rilevanti: tutti devono avere la possibilità di accedere ai trattamenti sanitari in modo uguale, così come di godere del diritto ad essere informati e di scegliere liberamente di usufruire dei benefici della scienza, o di rifiutarli, nel rispetto del personale concetto di dignità della persona”.

Sul tema delle cure palliative la qualità e la stessa offerta assistenziale in Italia presentano gravi disomogeneità, non solo da una regione all’altra, ma anche tra realtà territoriali all’interno della stessa regione, come evidenziato dal Rapporto sullo stato di attuazione della legge n.38 del 15 marzo 2010 “Disposizioni per garantire l’accesso alle cure palliative e alla terapia del dolore”, presentato lo scorso marzo 2019.

Dal rapporto emerge anche l‘incapacità di fornire una risposta pronta e precoce al malato, quando al contrario questo tipo di intervento medico e organizzativo deve necessariamente essere anticipato nel tempo per essere effettivo.

“A 10 anni dalla legge 38/10 sulle cure palliative e la terapia del dolore – continua Gallo –  lo sviluppo delle reti regionali e locali risulta ancora carente e disomogeneo, questo e inaccettabile. Così come inaccettabile è la carenza formativa, che solo nell’ultimo anno ha visto l’attivazione di percorsi didattici specifici: si stima che dei 35 mila bambini che vi avrebbero diritto, solo il 10% riesce ad accedervi.

In Italia sono attivi solo 5 hospice dedicati ai pazienti in età pediatrica e di questi vi è una sola realtà nel sud Italia“.

Alla luce delle recenti raccomandazioni dei medici anestesisti-rianimatori della SIAARTI sulle delicate scelte di ammissione a trattamenti intensivi, in condizioni eccezionali di squilibrio tra necessità e risorse sanitarie disponibili, in una situazione di emergenza come quella della epidemia da Covid-19, l’accesso alle cure palliative potrebbe fare la differenza per molti pazienti, e i loro familiari, nel pieno rispetto del diritto alla salute e a quello di non soffrire. 

Mario Riccio, medico di Piergiorgio Welby e dirigente dell’Associazione Luca Coscioni dichiara: “In questo momento drammatico per tutti è importante ricordare che oggi abbiamo i mezzi per accompagnare alla fine della loro vita i pazienti che stanno purtroppo perdendo la loro battaglia. Parafrasando il motto dei contenuti della nuova legge francese, possiamo anche noi dire che dormire prima di morire è oggi un diritto anche in Italia. Un ringraziamento ai tanti operatori che si occupano anche di questo importante aspetto”.

Sabato 21 marzo l’Associazione Luca Coscioni vi invita a partecipare ad una tavola rotonda online (di cui daremo dettagli nei prossimi giorni). Parleremo di Coronavirus e di Diritto alla Scienza, dopo il successo del Sesto Congresso Mondiale per la libertà di ricerca scientifica e l’approvazione del documento ONU su questo tema.