Cordone ombelicale: Turco denuncia l’ipocrisia italiana di vietare le banche private? Chi è causa del suo mal pianga se stesso!

Intervento dell’on Donatella Poretti parlamentare radicale della Rosa nel Pugno, segretaria della Commissione Affari Sociali e membro della Giunta dell’Associazione Coscioni

Rimango colpita dalle dichiarazioni del Ministro della Salute, Livia Turco, sull’ipocrisia italiana del divieto di istituire banche private del cordone ombelicale, aggirabile recandosi all’estero.

Mi sembra evidente che l’ipocrisia sia invece del ministro che con la recente ordinanza ha vietato la creazione di biobanche private!

Questo nonostante la legge n.219/2005, all’articolo 10 prevede che il Governo con un decreto crei una rete nazionale di banche pubbliche e private accreditate per la conservazione. Mi sembra paradossale che sia il ministro Turco a parlare di ipocrisia quando il Governo non ha ancora emanato il decreto dopo 12 mesi dalla sua scadenza e l’ordinanza della stessa Turco chiede al Parlamento, in evidente violazione della precedente legge, di farne un’altra che gia’ c’e’ ma che non ha applicato!

A riguardo ho presentato un’interrogazione e la settimana passata l’Associazione Osidea ha presentato un ricorso al Tar per fare sospendere l’ordinanza.

Il ministro avrebbe gli strumenti per permettere l’esistenza di banche private: entro agosto 2007 deve essere recepita la Direttiva Europea 2004/23/CE, che prevede per la regolamentazione delle cellule staminali una normativa diversa da quella del sangue: vengono sollecitati gli Stati membri a promuovere la donazione di cellule (tra cui quelle del cordone) e tessuti, uniformando gli standard per la raccolta e conservazione, ma senza impedirne la conservazione autologa e la nascita di strutture private.

Ecco risolto il problema e eliminata l’ipocrisia!

Basta solo che il ministro accolga le indicazioni europee. Se cosi’ non fosse, in extremis confido che il Tar accolga il ricorso dell’Associazione Osidea per sospendere l’ordinanza.

L’esistenza di banche private non e’ sinonimo di discriminazione per il pubblico e per la donazione. Anzi. Il lavoro degli istituti privati renderebbe piu’ semplice e praticabile la donazione, oltre che permettere la conservazione autologa!