In Argentina la coppia italiana non è stata fermata per la Legge Varchi

Filomena Gallo su coppia argentina

La legge è stata approvata ma non è ancora entrata in vigore. Ad ogni modo non eviterebbe potenziali casi di sfruttamento

L’Associazione ha chiesto l’intervento delle ambasciate di 15 paesi in cui la GPA è legale con la richiesta di opporsi alle richieste di cooperazione giudiziaria da parte dell’Italia

A seguito dell’approvazione della legge Varchi, che pretende di configurare come “reato universale” l’accesso alla gravidanza per altri per i cittadini italiani anche se effettuata all’estero dove è legale, l’Associazione Luca Coscioni ha deciso di rivolgersi direttamente alle ambasciate dei paesi in cui questa pratica è normata (Australia, Canada, Cipro, Georgia, Grecia, Stati Uniti d’America, Ucraina, Armenia, Bielorussia, Israele, Nuova Zelanda, Portogallo, Regno Unito, Ucraina, Irlanda).

Obiettivo: chiedere ai governi di questi paesi di opporsi a qualsiasi richiesta di cooperazione giudiziaria proveniente dall’Italia. È fondamentale che la comunità internazionale si unisca per condannare questa legge ingiusta e discriminatoria a tutela anche dei diritti dei cittadini italiani che hanno scelto di diventare genitori attraverso la gravidanza per altri nei paesi in cui è legale.

L’Associazione Luca Coscioni ha evidenziato come la nuova legge italiana modifica la perseguibilità del reato già in vigore in Italia da 20 anni e la GPA in Italia in questi anni non è mai stata realizzata. L’intento è quello di inseguire il cittadino italiano per fatti che in 66 paesi nel mondo sono leciti. Il solo fatto che questa pratica sia lecita e regolamentata in alcuni paesi non la rende un “reato universale”. Inoltre, la direttiva europea 2014/41/UE sull’ordine di indagine europeo preveda la possibilità di rifiutare cooperazioni con altri paesi europei laddove la condotta non costituisca reato anche nel proprio paese.

Dichiara Filomena Gallo, avvocata e Segretaria nazionale dell’Associazione Luca Coscioni:

Abbiamo scritto alle ambasciate per chiedere il loro intervento in difesa delle leggi in vigore nei loro paesi a tutela dei diritti dei cittadini italiani, che hanno scelto di diventare genitori attraverso la gravidanza per altri, accedendo alla tecnica dove è legale.

Questa legge, definita ‘reato universale’, è un attacco inaccettabile alla libertà di scelta delle persone. Sono le leggi che garantiscono i diritti di tutti i soggetti coinvolti, motivo per cui in Italia abbiamo proposto una legge che regolamenti la procedura. In Argentina, paese in cui in queste ore è stata fermata una coppia italiana, non c’è una legge che vieta la GPA, sono i tribunali che intervengono per verificare le procedure.

Comunque lo scenario in cui una coppia italiana viene fermata all’estero non si verificherà, se la GPA avverrà in paesi in cui la tecnica è legale. In questo caso saranno perseguibili solo in Italia, appena la Varchi entrerà in vigore.

Questo caso evidenzia quanto sia importante che i paesi si dotino di leggi chiare e precise, per evitare ogni forma di abuso e tutelare la libera scelta delle donne e i diritti dei nati. In ogni caso si precisa che la legge Varchi ancora non è stata pubblicata in Gazzetta Ufficiale e non è quindi in vigore ma che non avrebbe potuto comunque essere motivo di fermo perché la nascita è avvenuta il 10 ottobre e la norma penale non è retroattiva.

L’Associazione Luca Coscioni continuerà a seguire con la massima attenzione l’evoluzione dell’applicazione in Italia della legge Varchi quando entrerà in vigore e siamo pronti a fornire tutto il supporto legale necessario alle famiglie coinvolte.

↓ Il videomessaggio di Filomena Gallo ↓