“Conoscere per deliberare”, un motto coniato da Luigi Einaudi, è la frase che ha sintetizzato per tutti questi anni la missione di servizio pubblico svolta da Radio Radicale. Questa missione, senza troppe parole, può essere rappresentata descrivendo l’archivio della radio.
Dal 1976 ad oggi gli archivi di Radio Radicale hanno conservato più di 280 mila documenti sonori così suddivisi:
– Tutte le sedute del Parlamento italiano
– I congressi e le maggiori manifestazioni di tutti i partiti politici italiani
– Appuntamenti pubblici delle maggiori associazioni sindacali, imprenditoriali e della società civile
– I processi di maggiore rilievo per le ripercussioni sull’opinione pubblica e la politica
– Filidiretti e messaggi registrati di centinaia di migliaia di cittadini di tutte le regioni italiane registrati e mandati in onda senza alcun tipo di filtro redazionale.
Il “conoscere per deliberare” è stato inteso da Radio Radicale anche come accessibilità degli eventi istituzionali e politici nella loro integralità. Non si tratta di selezioni, ma di registrazioni degli eventi nella loro interezza, senza alcuna mediazione giornalistica.
L’avvento del digitale e di internet, consente oggi a Radio Radicale di portare a compimento la sua missione di servizio pubblico, consentendo a chiunque l’accesso, senza alcuna costrizione di spazio e di tempo, ad avvenimenti della vita politica, istituzionale e sociale del Paese altrimenti sottratti alla conoscenza e alla memoria collettiva.
Basti pensare, solo a titolo di esempio, ai dibattiti parlamentari, in aule e nelle commissioni. Alle registrazioni di processi di rilevanza storica come quelli sul caso Moro, su Andreotti, Ustica, Imi-Sir, Marta Russo, Dell’Utri, Banda della Magliana. I Congressi di partiti che hanno fatto la storia di questo Paese, e che non esistono più, così come di quelli nati in anni più recenti, di cui Radio Radicale conserva i momenti fondamentali della loro storia. I comizi e le conferenze stampa dei candidati durante tutte le campagne elettorali degli ultimi 30 anni. E ancora, documenti esclusivi come gli appelli di Leonardo Sciascia alle Brigate Rosse durante il sequestro del magistrato D’Urso, il racconto sul campo degli scontri con la polizia che portatono alla morte di Giorgiana Masi. E poi la storia del Partito radicale, una storia negata al Paese da anni di censure da parte del sistema dell’informazione.
Dal 1998 l’archivio di Radio Radicale è anche video, grazie alla nascita del sito internet www.radioradicale.it, creato dal defunto Rino Spampanato, uno dei pionieri dell’informazione in lingua italiana sulla rete, e certamente uno dei primi siti al mondo a pubblicare video online.
Le licenze Creative Commons rappresentano per Radio Radicale uno strumento importante per ampliare le possibilità di realizzazione del suo obiettivo storico: quello di consentire l’effettiva realizzazione del principio di pubblicità dei momenti decisionali democratici, di promuovere l’accesso del maggior numero di persone alla conoscenze diretta degli eventi politici e di contribuire alla libera circolazione delle idee.
L’attività informativa di Radio Radicale ha rappresentanto uno dei rarissimi esempi di servizio pubblico svolto efficacemente da un soggetto privato. Il nostro obiettivo è quello di alimentare il bene comune dell’informazione e della conoscenza. Consapevoli che libera circolazione dell’informazione, nell’era di internet e del digitale, significa possibilità di copiare, riprodurre, distribuire e utilizzare per la realizzazione di opere derivate, abbiamo assunto la decisione di mettere a disposizione su internet tutto il nostro archivio video, e progressivamente anche l’archivio audio, adottando la licenza Creative Commons Attribuzione – Condividi allo stesso modo 2.0.
Le licenze Creative Commons ci consentono anche di realizzare un altro obiettivo centrale della nostra politica della comunicazione: quello della possibilità di una comunicazione non unidirezionale, di una ricezione non passiva. Siamo stati una delle prime radio in Italia a sperimentare i filidiretti, grazie ai quali gli ascoltatori possono intervenire senza alcuna selezione preventiva.
Le potenzialità creative del mondo digitale, e il carattere collaborativo e aperto della rete, necessitano di una regolamentazione del diritto d’autore che non freni l’innovazione e la creatività, pur garantendo agli autori alcuni diritti. Per questo, oltre all’adozione delle licenze Creative Commons, abbiamo avviato, in parallelo con il progetto Creative Archive della BBC, la creazione di un software open source, temporanemanete chiamato Radical Media Peer, che consentirà la condivisione di file audio e video su reti p2p, compresi quelli provenienti dall’archivio di Radio Radicale, e l’immissione di contenuti multimediali sui server di www.radioradicale.it.
Per informazioni:
Diego Galli
Responsabile del sito internet di Radio Radicale
Tel. +39 06 488781
Email d.galli@radioradicale.it