Di seguito proponiamo una rassegna dedicata di articoli che hanno riguardato la 62ma Commissione ONU sulle Droghe, che si è svolta a Vienna. Un ringraziamento particolare per le traduzioni va a Guido Long,
Guidelines
Durante un side-event tenutosi ai margini della 62esima sessione della Commissione ONU sulle droghe sono state presentate le Linee Guida Internazionali sui Diritti Umani e le Politiche sulla Droga. Gli autori del testo sono l’Organizzazione Mondiale per la Sanità, il Programma delle Nazioni Unite per lo sviluppo, il Programma delle Nazioni Unite per l’AIDS/HIV e il Centro Internazionale per i diritti umani e le politiche sulla droga (presso l’università di Essex).
La premessa delle linee guida è che ogni aspetto delle politiche sulla droga ha impatti sui diritti umani. Nessun nuovo diritto viene sviluppato, semplicemente si producono suggerimenti su come rispettare quelli già esistenti. Per esempio, viene ricordato il diritto a godere dei benefici del progresso scientifico, che implica il facile accesso a terapie per curare la dipendenza e prevenire le overdose. Inoltre, viene auspicata la libertà di ricerca sulle sostanze controllate, e che questa venga usata per rivedere le Convenzioni del 1961 e 1971 alla luce dei nuovi dati e delle raccomandazioni dell’OMS. Il testo integrale delle raccomandazioni è disponibile qui.
Ad un evento dell’ONU, Chel Diokno chiede una maggiore pressione internazionale su Duterte
Articolo in originale su Rappel
Il candidato senatore per Otso Diretso Chel Diokno si è preso una pausa dalla campagna elettorale per amplificare il suo attivismo sui diritti umani di fronte ad un pubblico internazionale giovedì 21 marzo.
Diokno, un avvocato per i diritti umani, ha parlato ad un evento parte di un incontro dell’Ufficio delle Nazioni Unite per il controllo della droga e la prevenzione del crimine a Vienna per videoconferenza, chiedendo maggiore “pressione internazionale” sul Presidente Rodrigo Duterte e la sua amministrazione.
“Il governo dice che non si interessa alla pressione internazionale. Noi crediamo che la pressione internazionale sia stata molto importante nell’evidenziare cosa sta succedendo nel paese, e in un certo modo ad influenzare l’operato del governo,” ha detto Diokno in un video pre-registrato, parlando ad esperti e studiosi di politiche sulla droga.
Ha aggiunto: “speriamo che la comunità internazionale continuerà a mettere pressione al governo filippino affinché aderisca ai suoi impegni secondo gli strumenti internazionali sui diritti umani.”
Diokno è stato invitato a parlare al segmento ministeriale della Commissione ONU sulle droghe, che cerca di capire come il problema mondiale della droga sia trattato ovunque nel mondo.
Secondo gli ultimi dati rilasciati dall’agenzia filippina per le droghe, oltre 5,000 persone sono state uccise dalla polizia durante la campagna antidroga perché avrebbero risposto. Gli attivisti per i diritti umani come Diokno stimano le uccisioni a 20,000, includendo le morti “ispirate” dalla campagna.
Cos’altro ha detto Diokno? Dopo la clip pre-registrata, Diokno ha fornito una descrizione più dettagliata della situazione dei diritti umani nelle filippine attraverso videoconferenza, basandosi sull’uscita del paese dalla corte penale internazionale.
Diokno si è concentrato sul fatto che la campagna antidroga di Duterte ha portato alla morte di molti innocenti, in operazione di polizia o da parte di vigilantes ispirati dalla campagna, fatti che secondo lui “costituiscono un crimine contro l’umanità”.
Non c’è modo di perseguire un presidente delle Filippine in carica a meno che faccia fronte all’ “unico rimedio legale” – essere portato davanti alla Corte penale internazionale. Le Filippine sono uscite dallo Statuto di Roma sulla Corte penale internazionale il 17 marzo, un anno dopo aver annunciato la propria intenzione di abbandonare l’accordo internazionale.
L’annuncio delle Filippine è arrivato un mese dopo che la Corte aveva lanciato un esame preliminare della campagna antidroga di Duterte.
L’avvocato per i diritti umani ha aggiunto che se il governo Duterte fosse serio nella sua campagna antidroga, si concentrerebbe sull’abbattere i cartelli della droga, piuttosto che puntare ad utilizzatori e spacciatori di piccolo calibro, e rifiutandosi di investigare le loro morti.
“Questa non è solo una guerra ai poveri, questa è una guerra al nostro sistema legale,” ha detto Diokno”
Diokno dice alla comunità internazionale che il sistema legale delle Filippine “si sta erodendo”
Articolo in orginale su Manila Bullettin
L’avvocato per i diritti umani Chel Diokno ha portato l’attenzione della comunità internazionale la “guerra al nostro sistema legale” scaturita dalla campagna antidroga del governo.
Parlando attraverso videoconferenza, Diokno ha parlato recentemente ad un side-event della Commissione ONU sulle droghe a Vienna, in Austria, della guerra alla droga del presidente Duterte, principalmente della sua costituzionalità e le flagranti violazioni dei diritti umani.
È uno sfacciato tentativo di soppiantare la giustizia dalle nostre corti con la giustizia delle pistole. E la mia paura più grande non sono soltanto le uccisioni, ma il fatto che il nostro sistema legale stesso si stia erodendo e che non abbiamo più uno stato di diritto di cui parlare,” ha detto.
“I diritti umani sono stati minacciati, e molti di noi sono anche stati uccisi sotto questa amministrazione. Secondo i nostri calcoli 36 giuristi, alcuni dei quali si occupavano di diritti umani, sono stati uccisi dal 2016,” ha detto Diokno.
Diokno, che è candidato a senatore alle elezioni di maggio, è stato invitato a parlare dall’evento organizzato dalla DRCNet Foundation, un network antidroga accreditato presso l’ONU.
Il candidato di Otso Diretso ha detto che la polizia filippina ha reso operativa la guerra alla droga attraverso la Circolare Command Memorandum 16-2016, che è anticostituzionale.
“[La circolare] autorizza espressamente le uccisioni extragiudiziali usando i termini “neutralizzazione” e “negazione”, che non hanno definizione nella legge filippina,” ha detto.
“Nel linguaggio della polizia, per come lo capiamo, quando viene data l’istruzione di neutralizzare una persona, potrebbe tranquillamente includere uccidere quella persona,” ha spiegato Diokno.
Diokno ha enfatizzato come le uccisioni legate alla guerra alla droga che hanno portato ala morte di molti innocenti “costituiscano un crimine contro l’umanità.”
“Non solo per via del numero delle uccisioni ma perché sono un deliberato attacco ad un segmento ben definito della popolazione civile qui nel paese,” ha detto.
Nel suo messaggio, Diokno ha anche chiesto una continuazione della “pressione internazionale” su Duterte e la sua amministrazione.
“Il governo dice che non si interessa alla pressione internazionale. Noi crediamo che la pressione internazionale sia stata molto importante nell’evidenziare cosa sta succedendo nel paese, e in un certo modo ad influenzare l’operato del governo,” ha detto Diokno.
Ha aggiunto: “speriamo che la comunità internazionale continuerà a mettere pressione al governo filippino affinché aderisca ai suoi impegni secondo gli strumenti internazionali sui diritti umani.”
L’avvocato che si occupa da tempo di diritti umani è preoccupato dal ritiro delle Filippine dalla Corte penale internazionale, che è diventata effettiva lo scorso 17 marzo, perché non c’è modo di perseguire Duterte.
“Stando alla legge Filippina, abbiamo ciò che è nota come immunità presidenziale dalle accuse,” ha detto Diokno. “Ecco perché il ricorso alla Corte penale internazionale è così importante per noi della comunità dei diritti umani delle Filippine. È l’unico rimedio legale disponibile finché il presidente siederà nel Palazzo.”
Il dipartimento di giustizia minimizza la diffamazione dell’opposizione del sistema giudiziario filippino
Articolo in orginale su Philippine News Agency
Il ministro della giustizia Menardo Guevarra si è soffermato sui commenti denigratori rilasciati dai candidati senatori durante la loro campagna.
“I commenti negativi non danno nessun credito a quanto ottenuto dal nostro sistema legale e giudiziario ed è abbastanza sorprendente sentire questo da lui,” Guevarra ha detto in un messaggio ai giornalisti, in risposta a quanto dichiarato da un candidato secondo cui il sistema legale del paese si starebbe “erodendo”. Il titolare della giustizia ha citato la recente condanna di tre indagati in un caso legato alla guerra alla droga, che ritiene smentisca l’insinuazione di impunità di chi critica la critica, che è la base sui cui porta la denuncia del Presidente Rodrigo Duterte davanti alla Corte penale internazionale. A novembre dello scorso anno, il tribunale regionale di Caloocan ha condannato tre poliziotti per l’omicidio di Kian delos Santos dell’agosto 2017, che è tra i casi controversi legati alla guerra alla droga dell’amministrazione.
I poliziotti Arnel Oares, Jeremias Pereda e Jerwin Cruz sono stati condannati da 20 a 40 anni di reclusione.
Guevarra ha rilasciato la dichiarazione dopo che il candidato senatore Chel Diokno ha richiamato l’attenzione della comunità internazionale sull’ “erosione” del sistema giudiziario nel paese dovuta alla guerra alla droga, ai margini della Commissione ONU sulle droghe tenutasi a Vienna, Austria.
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L’Associazione Luca Coscioni è una associazione no profit di promozione sociale. Tra le sue priorità vi sono l’affermazione delle libertà civili e i diritti umani, in particolare quello alla scienza, l’assistenza personale autogestita, l’abbattimento della barriere architettoniche, le scelte di fine vita, la legalizzazione dell’eutanasia, l’accesso ai cannabinoidi medici e il monitoraggio mondiale di leggi e politiche in materia di scienza e auto-determinazione.