Chiediamo a Speranza di aprire i dati sulla Legge 194 prima di andare via

Ministro della Salute Roberto Speranza

In attesa del nuovo Governo, Filomena Gallo commenta: “È essenziale vigilare sulla garanzia del diritto alla salute”

“È passato un anno dalla prima richiesta che, come Associazione Luca Coscioni, abbiamo rivolto al ministro uscente della Salute Roberto Speranza e cioè quella di aprire i dati sulla legge 194 per poter conoscere la reale applicazione della legge sull’interruzione volontaria di gravidanza”, ha dichiarato Filomena Gallo, avvocato e segretario nazionale dell’Associazione Luca Coscioni.

“Rinnoveremo la richiesta al prossimo ministro della Salute. In attesa della formazione del nuovo Governo, il ministro uscente, se volesse, potrebbe aprire i dati come ultima decisione a garanzia della possibilità di conoscere se e come è applicata una legge che deve garantire il diritto alla salute delle donne. Solo con dati aperti e aggiornati è possibile sapere lo stato di salute effettivo della legge 194/78.

Oltre all’apertura dei dati continueremo a chiedere:

  • che tutte le Regioni offrano la possibilità di eseguire gli aborti farmacologici, ove possibile in regime ambulatoriale, come previsto dalle norme in vigore (linee di indirizzo ministeriali del 2020);
  • che venga inserito un indicatore specifico nei parametri di valutazione LEA sulla effettiva possibilità di accedere all’aborto volontario in ogni regione;
  • che la relazione ministeriale venga presentata ogni anno nel rispetto dell’articolo 16 della stessa legge.

Anche di questo, degli strumenti e delle azioni che siamo pronti a mettere in atto in caso di diritti e libertà a rischio, inclusa la necessità di un aggiornamento della normativa, discuteremo all’Università di Modena, in occasione del Congresso dell’Associazione Luca Coscioni, dal 13 al 16 ottobre, e nel webinar precongressuale previsto per il  7 ottobre.

Durante il webinar verranno analizzati i risultati della indagine “Mai dati”, con particolare attenzione alle criticità emerse nel periodo pandemico. Il seminario si propone anche di indagare le difficoltà da sempre collegate alla legge 194/78, come la corretta interpretazione dell’obiezione di coscienza e il suo rapporto con il diritto alla salute della donna. In mancanza di dati aperti forniti dal Ministero, l’Associazione ha reso nota l’indagine “Mai dati” di Chiara Lalli e Sonia Montegiove basata su un accesso civico generalizzato per chiedere a tutte le aziende sanitarie e ospedaliere d’Italia i dati sull’applicazione della legge 194/78 (nei prossimi giorni saranno pubblicate le mappe con i dati dettagliati del 2021).

Un altro tipo di strumento, promosso dalla Associazione, per far luce sulle difficoltà di accesso all’IVG che determinano disapplicazione di una legge in vigore, è Freedomleaks, una piattaforma per raccogliere segnalazioni, in modo anonimo e sicuro, su questioni di interesse sanitario, politico e civile, già attivo e utilizzabile in particolare sul tema aborto e quindi sull’applicazione della legge 194/78.

Freedomleaks si rivolge a chiunque abbia qualcosa da segnalare nell’ambito dell’accesso al servizio di interruzione volontaria di gravidanza. Donne che hanno avuto difficoltà nel reperire informazioni, prenotare visite o appuntamenti, hanno ricevuto informazioni parziali, contraddittorie o scorrette, sono state trattate male o non hanno ottenuto la prestazione cui avevano diritto.

Ma anche studenti di medicina,  specializzandi in Ostetricia e Ginecologia o personale sanitario di consultori e ambulatori IVG che abbiano qualcosa da segnalare o da raccontare. “Grazie a Freedomleaks tutti possono contribuire a rendere più chiara e trasparente l’applicazione della legge 194, anche davanti all’inerzia o all’ostruzionismo dello Stato” ha commentato Marco Cappato.