Cappato e Perduca replicano a Mantovano sulla cannabis: “Le sue politiche sono la causa del problema su cui lancia allarmi!”

Alfredo Mantovano

Oggi, il sottosegretario Alfredo Mantovano, in audizione alla commissione parlamentare Infanzia, ha dichiarato:

C’è un aumento della percentuale media di principio attivo nella cannabis. 40 anni fa la concentrazione di THC era tra l’1 e il 2%; è passata al 25% nel 2023. E già l’1% può causare effetti gravi su un soggetto in età evolutiva. 

Va usata quindi estrema cautela nel definire leggera una sostanza che ha il 25% di principio attivo: è come dire che mezzo litro di birra è uguale a mezzo litro di grappa”. Mantovano ha spiegato che nel 2023 il consumo di sostanze stupefacenti ha superato i livelli prepandemici e che 516 mila studenti (il 34% di quelli tra i 15 ed i 17 anni) hanno riferito di aver consumato almeno una volta una sostanza mentre il 4,5% ne fa uso frequente. 

Il tesoriere dell’Associazione Luca Coscioni, Marco Cappato, e il coordinatore delle attività antiproibizioniste, Marco Perduca, commentano:

“Ammesso e non concesso che le parole di un paladino della proibizione siano da prendere per oro colato, lo denunciamo da anni: il controllo del mercato della cannabis nelle mani della criminalità organizzata non può che avere l’effetto di aumentarne la potenza e quindi l’eventuale pericolosità. L’obiettivo delle mafie è quello di vendere sempre di più e roba sempre più potente.

Se lo Stato controllasse il mercato della cannabis, come degli altri stupefacenti, potrebbe avere controllo delle percentuali di principio attivo previste per legge, scoraggiando o mettendo fuori commercio (come si è fatto negli anni con il tabacco) le qualità più pericolose. Esattamente il contrario di ciò che sta facendo il Governo Meloni sulla cosiddetta cannabis ‘light'”.