Cappato e Mineo sotto il Ministero di Colao: “Domani consegneremo oltre 40 mila firme”

Firma digitale, una delegazione dell’Associazione Luca Coscioni sarà ricevuta domani alle 14 dal Ministro della Transizione digitale

Cappato dichiara: “Bisogna evitare un colpo esiziale alla democrazia”

“Siamo qui in presidio sotto al Ministero innovazione tecnologica di Vittorio Colao per chiedere che non sia cancellata la firma digitale sui referendum“, dichiara Marco Cappato, in presidio questa mattina insieme a Lorenzo Mineo, attivista in sciopero della fame dall’11 luglio contro la cancellazione della firma digitale sui referendum annunciata nei giorni scorsi dal Ministro. “Sarebbe un colpo esiziale contro i referendum e la democrazia di cui sarebbero responsabili tutti i partiti che sostengono questo Governo. Personalmente mi preparo anche a una campagna per il non voto alle prossime politiche se veramente Colao procederà con il piano preannunciato di cancellazione della firma digitale sui referendum”.

Il video del presidio di Marco Cappato e Lorenzo Mineo

L’Associazione Luca Coscioni ha lanciato anche l’appello Giù le mani dalla firma digitale sui referendum che in poche ore ha superato 40.000 adesioni per chiedere l’entrata in funzione di una piattaforma pubblica di raccolta firme sui referendum, che la legge chiedeva di lanciare entro il 1 gennaio 2022. Le firme saranno consegnate di domani attraverso una chiavetta USB, durante l’incontro tra il Ministro e una delegazione dell’Associazione. Ora l’inversione di rotta da parte di Colao, che ha smentito il suo stesso impegno, preso anche a seguito della decisione ONU Staderini-De Lucia vs Italy, che obbliga l’Italia a rivedere la legge in materia di referendum, superando gli ostacoli irragionevoli alla raccolta firme.

Il Ministro, rispondendo a un’interrogazione parlamentare di Riccardo Magi ha dichiarato che la piattaforma pubblica consentirà soltanto di sottoscrivere i quesiti referendari attraverso SPID, ma non di autenticare e abbinare le firme ai certificati elettorali, rendendo le firme inutilizzabili ai fini della proposta dei quesiti. Con l’entrata in funzione della piattaforma pubblica, inoltre, non sarà più possibile firmare con SPID i referendum neppure su piattaforme private, come invece avvenuto grazie a un decreto nella scorsa estate (con costi a carico dei comitati promotori): si andrebbe a privare i cittadini di un diritto costituzionalmente garantito e conquistato digitalmente neanche un anno fa.