Cannabis terapeutica: l’associazione Luca Coscioni scrive ai medici

Filomena Gallo, Marco Cappato

Carissimo,

ci rivolgiamo a te in quanto medico sul tema della cannabis terapeutica. Il tuo contributo per migliorare l’effettivo accesso dei pazienti alla terapie può essere importante. 

Dal 2007, in Italia una legge consente l’uso in terapiadel Thc, il principale principio attivo della cannabis, e nel 2013 un ulteriore decreto ha riconosciuto l’efficacia farmacologica dell’intera pianta della cannabis. Negli ultimi anni i consigli regionali di Puglia, Liguria, Veneto, Toscana, Friuli, Marche, Abruzzo, Umbria, Sicilia, Basilicata hanno approvato delle leggi per garantire l’erogazione gratuita dei farmaci cannabinoidi ai propri assistiti. Ed è per aiutarci a rendere effettivo questo diritto che ti scriviamo. 

Nonostante tutti questi provvedimenti, infatti, a oggi l’accesso a questa cura resta di fatto negato. I dati fornitici dal Ministero della Salute ci dicono che nel 2013 solo 40 pazienti hanno avuto accesso a questa terapia. Ogni settimana l’Associazione Luca Coscioni riceve decine di messaggi da pazienti che, non trovando medici disposti a prescrivere cannabinoidi, o a causa della burocrazia o dei costi elevati, si trovano costretti a ricorrere al mercato nero. Si tratta principalmente di persone affette da malattie con forti spasticità e rigidità, come la sclerosi multipla, la Sla, la fibromialgia, la neuropatia, il glaucoma, e di pazienti affetti da HIV o con dolori oncologici. 

Come sai, tutti i medici italiani, anche quelli di base, possono prescrivere quei farmaci, potenzialmente per qualsiasi indicazione terapeutica. Alcuni non lo fanno per motivi ideologici altri perché non lo sanno. Questa disinformazione interessa anche i farmacisti che talvolta si rifiutano di ricevere le ricette. In Italia quindi, anche per quanto riguarda il diritto alla salute, tocca affidarsi al mercato nero, con tutti i rischi che acquistare in strada sostanze non controllate può comportare.

Occorre affrontare questo problema strutturale. Come medico puoi fare molto per ridurre i danni che la mancanza d’informazione può generare: ti chiediamo di rendere nota la tua disponibilità a prescrivere cannabinoidi e ad aiutarci a informare i tuoi colleghi. 

A questo proposito, assieme all’associazione A Buon Diritto abbiamo preparato “La cannabis fa bene, la cannabis fa male” un dossier che affronta tutti gli aspetti delle legislazioni nazionali e regionali con alcune storie di pazienti che da tempo fanno uso dei cannabinoidi. Ti chiediamo di aiutarci a diffonderlo tra i colleghi medici e di portare avanti con noi questa campagna. 

Restiamo in attesa di un tuo riscontro. 

Grazie, ciao

Filomena Gallo, Marco Cappato