Cannabis: OMS concorda con revisione status internazionale

Il Comitato di esperti sulle droghe dell’ OMS – Organizzazione Mondiale della Salute è pronto a raccomandare una revisione della proibizione della cannabis a livello internazionale.

Lo rende noto l’ex Senatore Radicale Marco Perduca dell’Associazione Luca Coscioni che settimana scorsa era presente a Ginevra durante la sessione aperta dove l’Associazione, Forum Droghe, la Società della Ragione e la Fondazione DRCNet avevano presentato un documento a sostegno della ricollocazione della cannabis nelle tabelle internazionali.

Le prime notazioni del rapporto degli esperti confermano quanto andiamo dicendo da anni relativamente alla scarsità di studi per comprovare le proprietà terapeutiche della cannabis” conclude Perduca “anche per questo, a partire dalla riunione del Consiglio generale dell’Associazione del 12 giugno, torneremo ad appellarci al Governo perché dedichi risorse umane e finanziarie a studi e trial clinici con la pianta medica.

Ecco alcune delle prime conclusioni degli esperti dell’OMS:

si stima che, a livello mondiale, siano 183 milioni gli adulti abbiano usato cannabis nel 2015. La pianta è cresciuta in 135 paesi ed è la “droga” più prodotta al mondo.
  • Sebbene la cannabis sia una “droga” relativamente sicura, il disturbo dell’uso di cannabis, noto anche come dipendenza dalla cannabis, è abbastanza comune. Circa un consumatore di cannabis su otto è considerato “dipendente”;
  • Le donne incinte dovrebbero licenziare la ganja. Esistono forti prove del fatto che fumare durante la gravidanza può ridurre il peso alla nascita dei neonati.
  • I bambini possono essere vulnerabili agli effetti negativi della cannabis. Rapporti recenti indicano che i bambini che la consumano accidentalmente possono sperimentare depressione respiratoria, battito cardiaco accelerato o, in casi gravi, coma temporaneo.
  • Le persone che guidano sotto l’influenza della cannabis hanno maggiori probabilità di essere coinvolte in un incidente automobilistico, ma il livello di rischio non è generalmente alto come con l’alcol.
  • Uno degli studi più importanti del mondo che includeva quasi 240.000 partecipanti in 13 paesi ha dimostrato che l’uso di cannabis “ha causato un aumento da basso a moderato (dal 20 al 30 percento) il tasso di incidenti”.
  • La ricerca mostra che in diversi tipi di cancro la cannabis può rallentare la diffusione della malattia, ma fumare erba è anche legato ad un aumentato rischio di cancro ai testicoli 2,5 volte.
  • Esiste un “debole” legame tra uso di cannabis e infarto, fumare cannabis può aumentare il rischio, quindi lo svapo o l’uso di forme commestibili di cannabis è più sicuro per il sistema respiratorio.
  • Il più grande studio ad oggi sulla cannabis e sulla salute respiratoria ha seguito 5.000 persone per 20 anni e dice che le persone che fumavano l’equivalente di tre o cinque sigarette di cannabis al mese vedevano effettivamente una migliore funzionalità respiratoria, mentre la funzione respiratoria per gli utenti pesanti era compromessa.

Giudizio sul cannabidiolo, CBD, puro:

  •  Il CBD non è noto per creare dipendenza, e non ci sono prove di problemi relativi alla salute pubblica associati all’uso del CBD puro. Secondo il resocondo finale redatto degli esperti dell’OMS sulla base della letteratura scientifca che era stata utilizzata per la sessione sulla cannabis, “è stato dimostrato che il CBD, in alcuni casi, cura l’epilessia. Negli Stati Uniti, un prodotto a base di CBD, l’Epidiolex, è in corso di revisione per approvazione“. Le persone usano anche prodotti CBD – oli, integratori, gomme ed estratti – per curare da soli molti disturbi minori, afferma il rapporto.

Risultati sul Delta-9-Tetraidrocannabinolo,  THC puro

Secondo il rapporto degli esperti dell’OMS è quasi impossibile che si possa verificare un’overdose da THC. Una persona del peso di 70 kili, ad esempio, avrebbe bisogno di consumare circa 4 grammi di THC, l’equivalente di 260 spinelli contemporaneamente, per avere un’overdose. (Dati confermati a più riprese anche dalla DEA americana).

Il THC può provocare “disorganizzazione concettuale, pensiero frammentato, sospettosità, delusioni paranoiche e grandiose e distorsioni percettive” sebbene tutte temporanee. Prima di inviare il rapporto finale al Segretario-Generale dell’ONU António Guterres, molto probabilmente l’OMS farà almeno un’altra ricognizione della letteratura esistente.