Sintesi Intervento di Maurizio Bolognetti, Segretario Radicali Lucani, Consigliere Associazione Coscioni
Questa conferenza stampa è stata convocata per tentare di ridare slancio e voce a una battaglia che mi vede impegnato, e impegna l’Associazione Radicali Lucani, da oltre tre anni.
Per sgombrare il campo da equivoci e per incanalare la discussione sul giusto binario, dico subito che la questione “Ru486/aborto farmacologico” rappresenta lo scandalo della non piena applicazione della legge 194/78 che regolamenta(sia pur in maniera ipocrita) l’Ivg.
Io credo che abbia davvero ragione Emma Bonino quando afferma che “il dibattito sulla Ru486 è un dibattito illegale”, intendendo con questo sottolineare che la legge 194/78 prevede all’art. 15 che bisogna accogliere le tecniche meno rischiose per l’Ivg.
E non vi è alcun dubbio che la Ru486 sia un metodo meno invasivo e meno traumatico dell’aborto chirurgico.
Chiedetelo al dr. Silvio Viale che da sempre si batte per l’utilizzo di questo farmaco e che ha fortemente voluto l’utilizzo della Ru486 all’Ospedale S.Anna di Torino; chiedetelo al Dr. Srebot(Primario di Ginecologia presso l’ospedale di Pontedera), che ha affermato che paragonare la Ru486 all’aborto chirurgico è come mettere a confronto, in termini di sicurezza, un’ auto con sei airbag contro una che ne ha due.
Aggiungo, facendo un ulteriore inciso, che il termine sperimentazione è assolutamente fuorviante, visto che il farmaco in questione è ultra sperimentato in tantissimi paesi europei.
La 194, lo sottolineo ancora una volta, non distingue, né discrimina in alcun modo i metodi chirurgici da quelli medici o farmacologici(vedi art. 15), e la stessa Oms(noto covo di sovversivi) indica nell’aborto farmacologico un metodo più sicuro dell’aborto chirurgico.
Ovviamente, nel corso di questa conferenza stampa, non mi sottrarrò dall’esprimere un giudizio sulle amene dichiarazioni del ministro Storace, indicative del clima di violenta offensiva clericale che sta vivendo questo Paese e, diciamocelo, la nostra regione(vedi quanto accaduto sul tema aborto farmacologico nel 2002/2003).
Consentitemi, prima di arrivare alle cose di casa nostra, un ennesimo chiarimento, che potrebbe consentirci un dibattito intellettualmente onesto.
Tanto per essere chiari, esprimo l’auspicio che non si crei la solita inesistente contrapposizione tra favorevoli all’aborto e contrari(non si tratta di stabilire se io o voi si sia favorevoli o contrari).
La vera contrapposizione c’è stata e c’è, tra proibizionismo e legalizzazione. Legalizzazione dell’aborto clandestino e di massa da noi fortemente voluta, di un fenomeno che fino al 1978 vedeva morire tante donne(quelle che non potevano consentirsi i “cucchiai d’oro”) sotto i “ferri” delle “mammane”.
Il diritto civile che noi abbiamo sempre sostenuto e sosteniamo è quello della libera scelta alla maternità.
Se proprio vogliamo cercare contrapposizioni, ebbene contrapponiamo il nostro essere laici, liberali, libertari, antiproibizionisti e strenui difensori della laicità dello Stato, a coloro che davvero non si stancano mai di proporre le solite trite e ritrite ricette proibizioniste, dispensatrici di inutili tragedie, drammi e sofferenze, che a volte vanno ad aggiungersi al dramma e alla sofferenza che c’è in certe scelte e in certe situazioni.
Se proprio vogliamo cercare contrapposizioni, ebbene contrapponiamo il nostro essere laici, liberali, libertari, antiproibizionisti e strenui difensori della laicità dello Stato, a coloro che non avvertono quanto sia perniciosa l’affermazione dello Stato etico e confessionale.
Io rivendico all’azione, all’iniziativa nonviolenta dei radicali per la legalizzazione dell’aborto clandestino e di massa, l’aver salvato la vita a tantissime donne.
Io rivendico la nostra capacità di saper governare fenomeni che altri vorrebbero gestire con la clava clericale e con le purghe dello Stato etico.
Io voglio ricordare, che proprio partendo dalla legalizzazione, e grazie ad un minimo di informazione sessuale e contraccettiva, si è avuta una netta diminuzione degli aborti.
E questo è merito nostro, non di Storace, Casini o Ruini…
Le amene dichiarazioni rilasciate in queste ore dal ministro Storace sono oltremodo preoccupanti e assolutamente sintomatiche. Come può un ministro della Repubblica, che non è né islamica, né vaticana, ricorrere ad affermazioni dal sapore vagamente intimidatorio?
Cosa c’è di tanto incomprensibile, chiedo al signor Ministro, in quanto sta succedendo sulla Ru486, se non il tentativo di ottenere la piena applicazione della legge 194…
Come può solo immaginare un Ministro di appaltare dei presidi sanitari pubblici, quali i consultori, ad un’organizzazione paravaticana qual è il “Movimento per la vita” di Casini?
Organizzazione che, del resto in linea con il pensiero di Ruini, vede come fumo negli occhi l’utilizzo di pillola e profilattico e temo anche del coito interrotto.
Le dichiarazioni, le iniziative di Storace, ci spingono a reiterare l’invito alle dimissioni del signor Ministro…
Se davvero lor signori avessero a cuore una ulteriore diminuzione degli aborti, si batterebbero con noi per avere serie/vere campagne di informazione sessuale e contraccettiva fatte senza ipocrisia e moralismi.
Questo diciamo innanzitutto a coloro che da un lato sbraitano contro la Ru486, dall’altro si esaltano quando ai giovani, agli uomini e alle donne di questo Paese viene offerto come modello la castità, l’astinenza, la verginità.
Non dimentichiamo che questo Paese, che tanto presto si è liberato di un ministro come Veronesi, ha visto sedere sulla poltrona di ministro della salute la buonanima di Carlo Donat Cattin, il quale di fronte alle preoccupazioni suscitate dall’Aids pensò di affrontare il problema inviando un opuscolo che proponeva come soluzione la castità e l’astinenza.
Io voglio dire agli amici Popolari della Margherita lucana(prima che corrano ad inchinarsi al cospetto di Monsignor Agostino Superbo o continuino a tacere) di riflettere sulle dichiarazioni dell’on. Rosy Bindi, la quale in merito alla Ru486 ha affermato “se è una pratica meno invasiva dell’intervento deve essere sperimentata”.
E adesso veniamo davvero a noi.
In base all’ultimo dossier del Ministero, in Basilicata l’84 per cento dei ginecologi pratica l’obiezione di coscienza all’aborto. In base, però, ad una ricerca da me effettuata posso affermare che il dato va certamente aggiornato e ci attestiamo oltre il 90 per cento.
Piuttosto interessanti i dati che fanno riferimento alle principali Asl lucane:
Ospedale San Carlo(Potenza), un solo medico non obiettore(nel 2003 erano 3), percentuale 95 per cento;
Ospedale S. Maria delle Grazie(Matera), cento per cento di obiezione;
Ospedale di Lagonegro, cento per cento di obiezione
Ciò detto, veniamo alle nostre richieste.
Circa trenta giorni fa abbiamo inviato un ODG all’intero Consiglio regionale, invitando i consiglieri a porre in discussione la questione Ru486.
Ad oggi, solo due consiglieri su trenta hanno ritenuto di dover dare una risposta.
Occorre che al più presto i singoli consiglieri si esprimano; occorre che l’ODG, che mira ad investire l’assessorato alla Sanità, sia discusso e possibilmente approvato…
Ma visto quanto ci siamo detti sull’applicazione della legge 194, noi chiediamo all’assessore Colangelo di attivarsi da subito per verificare con le Asl e i pochi medici non obiettori se ci sono margini per ottenere anche in Basilicata l’utilizzo della Ru486.
Chiedo ancora di poter essere ricevuto dallo stesso Assessore Colangelo; di essere ricevuto possibilmente in un incontro pubblico, come pubblica è questa iniziativa…
Chiedo all’assessorato alla sanità di attivarsi per far partire nelle scuole una campagna di informazione sessuale…
Ecco, io credo che questo sia un modo serio, laico, liberale, se volete radicale e antiproibizionista, di affrontare la questione e non l’appalto dei consultori proposto da Storace.
Diciamocelo, occorre fare, occorre avere il coraggio delle proprie idee e trasformare le posizioni in iniziativa e lotta…Pensiero e Azione!!!
Grazie!