Biobanche per cordone. Comportamento schizofrenico dal ministero della Salute. Persa l’occasione per le biobanche private.

Intervento dell’on Donatella Poretti parlamentare radicale della Rosa nel Pugno, segretaria della Commissione Affari Sociali, membro di giunta dell’Associazione Coscioni.

Dispiace dover registrare l’ennesima chiusura del Ministro della Salute,
Livia Turco, sulla possibilita’ di istituire anche in Italia, come in molti
paesi europei (16), biobanche private accreditate e convenzionate per la
conservazione delle cellule staminali del cordone ombelicale.

Stamani, durante il Consiglio dei Ministri, e’ stato presentato dal Ministro
Turco lo schema di decreto legislativo per il recepimento della direttiva
2004/23, grazie alla quale sarebbe stato possibile superare questo divieto.
Cosi’ non e’ stato!

La direttiva, infatti, disciplinando la donazione e la conservazione dei
tessuti e delle cellule, in particolare delle cellule staminali del cordone
ombelicale, avrebbe permesso anche la nascita di strutture private. Il
ministro Turco, pero’, nello schema per il recepimento, non ha voluto
cogliere questa possibilita’. Questo atteggiamento continua ad essere
inspiegabile e a questo punto schizofrenico: la Turco dichiara ai media di
essere favorevole alla creazione di istituti privati e negli atti
istituzionali fa il contrario, rispondendo evidentemente ad altre logiche di
cui ci piacerebbe conoscerne l’origine.

A nulla e’ valsa neanche la posizione del Ministro delle Politiche Europee,
Emma Bonino, che durante la discussione di questa mattina ha proposto di
ammettere anche in Italia, accanto alle strutture pubbliche, l’apertura di
banche private. La posizione della Turco e’ prevalsa e per senso di
responsabilita’ e per non incorrere in una infrazione europea, la Bonino ha
firmato lo schema di recepimento, pur non condividendolo.

Ma non finisce qui! A questo punto il testimone passa alle Commissioni
parlamentari che si dovranno esprimere in pareri.

Accolgo quindi il suggerimento del ministro Bonino e interverro’ in sede di
commissione Affari Sociali per rivedere la decisione di oggi e per recepire
lo spirito della direttiva europea.