In merito alle dichiarazioni sulla RU486, vorrei dire al consigliere Digilio, che in una democrazia liberale, in uno Stato laico, le istituzioni non devono tener conto delle posizioni dei cattolici, dei musulmani o dei Buddisti. In questo Paese, il divorzio sarebbe ancora proibito se una folta maggioranza di cittadini, ad iniziare dai cattolici, non avesse scelto di dire no alla linea Almirante-Fanfani, di cui Digilio sembra voler ricalcare le orme. Il consigliere Digilio sembra essere convinto che le decisioni del consiglio debbano essere sottoposte al parere vincolante della Curia lucana e del Vaticano: questa è cosa che ci inquieta. Comprendo, consigliere Digilio, che il desiderio di essere unto dal potere di Santa Romana Chiesa, la spinga a manifestazioni che dovrebbero essere estranee al ruolo di consigliere che ricopre; ci dispiace davvero dirle, che lei deve aver scambiato il Consiglio regionale per una sacrestia.
Ciò che importa non è cosa pensa il fervente cattolico Digilio o l’agnostico Bolognetti dell’aborto, ma consentire libertà d scelta, evitando provvedimenti che tra l’altro, finchè sono rimasti in vigore, hanno prodotto i danni devastanti di tutti i proibizionismi. Ripeto “l’io non lo farei” in una liberaldemocrazia, che non voglia essere stato etico e confessionale, non può diventare “tu non lo devi fare.” Consigliere Digilio, se proprio è tanto preoccupato per gli aborti, le suggerisco di unirsi a noi in una seria campagna di educazione sessuale. La prego consigliere, almeno per una volta, dismetta i panni di guardia Svizzera e inizi a rileggersi la posologia della confezione di Norlevo che le consegnai nel marzo 2003, così non dovrò spiegarle, nelle discussioni che spero ci appassioneranno, la differenza che passa tra la “Pillola del Giorno dopo” e la Ru486.
Voglio augurarmi, davvero, che nelle prossime ore altri vogliano preannunciare l’adesione all’Odg che abbiamo inviato al consiglio, aggiungendosi alle già espresse disponibilità di Antonio Di Sanza e Francesco Mollica.
Da Basilicatanet 17 ott. 2005
“Per chi ha la memoria corta, vorrei ricordare che sulla controversa questione della sperimentazione della nuova pillola abortiva RU 486, su cui da qualche giorno si è riacceso il dibattito anche in Basilicata, il Consiglio regionale, l’11 novembre del 2003, ha approvato a maggioranza un mio Ordine del giorno che impegnava la Giunta regionale a relazionare circa la scelta prioritaria del San Carlo, i motivi scientifici della procedura avviata all’epoca e i tempi di sperimentazione”. Lo ha detto il consigliere regionale di Alleanza nazionale, Egidio Digilio, aggiungendo che “la discussione si può anche aggiornare, ma partendo dalla volontà espressa dal Consiglio, in maniera netta, di tenere conto delle posizioni diffuse nel mondo cattolico”. “Il mio Ordine del giorno – ha precisato Digilio – faceva seguito ai pareri contrari espressi dalla Chiesa lucana, attraverso Monsignor Agostino Superbo, dell’associazionismo cattolico e giovanile e di associazione di famiglie. Per quanto ci riguarda, la posizione – ha continuato il consigliere di An – non è cambiata e chiediamo al nuovo Assessore regionale alla “Salute, Sicurezza e Solidarietà Sociale” di relazionare in Consiglio in ottemperanza a un impegno assunto e non mantenuto da chi lo ha preceduto”.
Da Il Quotidiano della Basilicata 18 ott. 2005
Egidio Di Gilio Vuole un impegno sulle posizioni della Chiesa