Barriere architettoniche, le province delle Marche sono “fuorilegge”

Comunicato stampa

                            Ancona  24 ottobre 2013

 

Barriere architettoniche,  le province delle Marche  sono “fuorilegge”  


Le cinque province delle  Marche (Ancona, Ascoli Piceno, Fermo, Macerata, Pesaro-Urbino) ammettono  la propria latitanza e inadempienza in tema di adozione  dei Piani Eliminazione delle Barriere Architettoniche, i PEBA, obbligatori per legge da ben 25 anni!

Al fine di attuare i principi costituzionali, combattere le discriminazioni e le violazioni dei diritti umani e per il  rispetto dei diritti delle persone diversamente abili, lo Stato italiano nel corso degli anni  ha emanato una serie di norme legislative atte a tutelare i diritti dei disabili. Per molte persone in condizioni di disabilità motoria ciò che ne limita  i loro diritti è  rappresentato prevalentemente dalle cosiddette barriere architettoniche che ne pregiudicano la loro mobilità e quindi la loro libertà di movimento in modo autonomo.  Tra le varie leggi che lo stato italiano ha emanato in questi decenni a tutela dei disabili, è da segnalare la legge n° 41 del 1986,  art. 32 comma 21, che obbliga tutte le pubbliche amministrazioni ad adottare il PEBA (piano di eliminazione delle barriere architettoniche). E’ da rilevare inoltre come anche la stessa Regione Marche nella sua autonomia politico-amministrativa ha recepito questi precetti con la legge regionale n° 52 del 1990, la quale  all’art. 5 così recita:

1. La giunta regionale provvede a disporre la revoca dei contributi e delle agevolazioni a carico del bilancio regionale ogni qualvolta sia accertata, successivamente all’entrata in vigore della legge 28 febbraio 1986, n. 41, la realizzazione di edifici ed opere in contrasto con le norme sull’abbattimento delle barriere architettoniche.

2. La giunta regionale provvede a richiedere alle amministrazioni comunali e provinciali copia dei piani di eliminazione delle barriere architettoniche degli edifici e delle opere in loro possesso, già esistenti alla data di entrata in vigore della legge 28 febbraio 1986, n. 41.

3. La giunta regionale provvede, ai sensi del comma 22 dell’articolo 32 della citata legge 41/1986, alla nomina dei commissari per l’adozione dei piani di eliminazione delle barriere architettoniche.

4. La giunta regionale presenta al consiglio per l’approvazione il piano di abbattimento delle barriere architettoniche negli edifici regionali ad uso pubblico.

 

Il  PEBA  è uno strumento di pianificazione e  programmazione  urbanistica atto  ad analizzare e individuare il grado di accessibilità presente a livello edilizio e urbano con il rilievo delle barriere presenti e l’individuazione delle possibili soluzioni con stima di massima dei costi, configurando in tal modo la fase preliminare della progettazione dei lavori pubblici.

Per verificare se le cinque  province delle Marche (Ancona, Ascoli Piceno, Fermo, Macerata  e Pesaro-Urbino,) hanno adottato il PEBA, il 5 maggio c.a., è stata  inviata a una lettera, per richiedere l’accesso agli atti (così come previsto dalla legge 241/90) per sapere se era stato adottato il PEBA ed eventualmente visionarlo. Ebbene tutte le province hanno risposto dichiarando la loro totale inadempienza  in tema di adozione dei PEBA, la Provincia di Ascoli Piceno invece, nonostante diversi solleciti attraverso il difensore civico regionale, non ha neanche risposto, il che fa desumere che  anch’essa non l’ha adottato. Denunciamo il mancato rispetto della legge 241/90 sulla trasparenza amministrativa da parte della provincia di Ascoli Piceno, che non ha avuto il coraggio e la dignità di rispondere non solo alla nostra richiesta, ma neanche ai diversi solleciti e richieste del difensore civico regionale.

Noi  pretendiamo che  le province  della Regione Marche adottino i PEBA in base alle due seguenti    motivazioni:

La prima motivazione è di ordine generale e di rispetto della legge, poiché in uno stato moderno e civile, deve esserci uno stato di diritto, dove  lo Stato in primis inteso in senso lato comprendendo anche gli enti locali, deve  rispettare la legge e le regole che egli stesso ha emanato, noi riteniamo che il rispetto di questa regola sia  fondamentale per uno Stato democratico. Se non c’è, uno stato di diritto non ci sono diritti ma sopraffazioni, favori e privilegi.

La seconda motivazione riguarda specificatamente la difesa e il rispetto dei diritti delle persone diversamente abili, come prescritto innanzitutto dalla nostra Carta Costituzionale.

Noi crediamo che in un paese civile, come l’Italia  si ritiene di essere, i diritti dei disabili oltre che essere difesi e sanciti dalle norme legislative devono essere tradotti in pratica e  materialmente applicati attraverso politiche che attuino i dettami previsti dalla legge.  Il rispetto di queste norme per la difesa dei diritti dei disabili, deve essere un obbligo morale per tutti,  tanto più uno stato si occupa dei diritti dei più “deboli” tanto più sarà un paese civile, democratico e rispettoso dei diritti di tutti. La mancata applicazione dei diritti dei disabili  lede la loro  dignità, offende la loro persona e li fa sentire realmente diversi, emarginati e cittadini di serie B, questo è inaccettabile!

E’ da evidenziare  inoltre che le Province delle Marche, oltre ad ammettere di non aver adottato il PEBA, dichiarano anche che in alcuni edifici scolastici sono ancora presenti delle barriere architettoniche e non sono a norma. Ci risulta inoltre che le nostre  scuole, non solo non sono a norma per quanto riguarda le barriere architettoniche e l’accessibilità per i diversamente abili, ma alcune  non hanno la certificazione di agibilità statica, la certificazione igienico-sanitaria e la certificazione di prevenzione incendi. Questi sono i luoghi  dove mandiamo, tutti i giorni,  i nostri figli,  pensando che siano luoghi sicuri e  dove si dovrebbe insegnare il rispetto  dei diritti di tutti, anche dei diversamente abili! Si allegano le quattro risposte pervenute dalle province.

 dr.   Renato Biondini segretario cellula  di Ancona dell’associazione  “Luca Coscioni” e-mail  biondinirenato@alice.it  cell. 339 6035387