Anche la Lombardia e l’Italia sono tra i donatori del Fondo delle Nazioni Unite per la Popolazione

Il tutto è stato possibile grazie all’impegno di Michele Usuelli, consigliere regionale della Lombardia e membro dell’Associazione Luca Coscioni

Sono passati 21 mesi dal seminario Population bomb and Voluntary family planning in low income countries che apriva il congresso nazionale della Associazione Luca Coscioni a Milano. Abbiamo continuato a lavorare portando il dialogo e l’approfondimento, a casa sua, in Africa, ad Addis Abeba durante la conferenza mondiale sulla libertà di ricerca scientifica nel 2020.

Lì abbiamo ulteriormente compreso che l’accesso volontario alla salute sessuale e riproduttiva è un diritto umano fondamentale che contribuisce a ridurre le gravidanze non desiderate (e quindi la sovrappopolazione), la mortalità materna e neonatale. Inoltre l’accesso alla contraccezione volontaria è tema sentito e reale tra i più poveri dei poveri, che battezzano il loro ennesimo figlio con il nome di “Basta” e non un ragionamento intellettualoide tra laureati in salute pubblica a Liverpool, Anversa o Ginevra.

La pubblicazione del report annuale di UNFPA sulla fornitura di contraccettivi fornisce molte indicazioni concrete e dettagliate. E una sorpresa. Una volta tanto, grazie al lavoro del gruppo Più Europa Radicali in consiglio regionale della Lombardia, il sostegno della Associazione Luca Coscioni e alla sensibilità mostrata dal presidente Fontana su questo tema, anche la Lombardia (e l’Italia) compaiono tra i donatori del programma supply chain (accanto ai soliti paesi del nord Europa).

La sfida è ora portare all’attenzione del Governo e delle altre regioni italiane, il “rientro dolce” come tema politico che può unire la visione del rispetto dei diritti umani, della salute e dell’ambientalismo, in maniera non ostile alla destra e alla sinistra laica del nostro paese.