“Lo stop all’aborto in day hospital in Umbria è un grave passo indietro”

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Aborto in Umbria, abrogata la delibera del 2018 che aveva introdotto l’IVG in day hospital

A seguito della scelta del nuovo Consiglio regionale sull’Aborto in Umbria, Amica e Associazione Luca Coscioni hanno chiesto alla Regione.

La pandemia SARS CoV-2 ha costretto le società scientifiche ad emanare raccomandazioni per l’interruzione volontaria della gravidanza, riconosciuta anche nel nostro paese come urgenza indifferibile. In particolare “si raccomanda di privilegiare la metodica farmacologica in regime ambulatoriale, che permette minori accessi in ospedale, garantendo quindi un minore rischio di contagio”.

In assoluta controtendenza, nei giorni scorsi il Consiglio Regionale dell’Umbria ha abrogato la delibera che nel dicembre 2018 aveva introdotto il regime di ricovero in Day Hospital per la IVG farmacologica.

“Risulta difficile comprendere i motivi di questo gravissimo ritorno indietro, che mette in pericolo il diritto alla salute e all’autodeterminazione delle donne dichiarano Filomena Gallo e Mirella Parachini – rispettivamente segretario e vicesegretario dell’Associazione Luca Coscioni -e Anna Pompili, co fondatrice di Amica.

Se i membri del Consiglio regionale umbro sono a conoscenza di dati scientifici nuovi, sarebbero tenuti, a tutela della salute pubblica nazionale e internazionale, a renderli pubblici, al fine di rivalutare la sicurezza della procedura. Altrimenti, proprio alla luce dei dati di letteratura scientifica, che rendono possibile l’IVG farmacologica, dovrebbero muoversi in direzione totalmente opposta, ammettendo, oltre al ricovero in Day Hospital, anche il regime ambulatoriale come avviene in molti paesi oramai da anni”.

“Per questo motivo – concludono – AMICA e Associazione Luca Coscioni chiedono un incontro urgente con la presidente del Consiglio Regionale e con l’Assessore competente, al fine di garantire l’accesso alla procedura farmacologica, fortemente ostacolato da questa irresponsabile ed ingiustificata decisione, al fine di garantire anche alle donne dell’Umbria procedure aggiornate, basate sull’evidenza scientifica”.