Nella giornata di ieri l’Associazione Coscioni ha partecipato con Silvio Viale all’audizione in Commissione affari sociali nell’ambito dell’indagine conoscitiva sulla 194. Viale ha letteralmente “ribaltato il tavolo” di chi – come Casini e Storace – aveva inteso mettere sul banco degli imputati una legge che ha consentito di far crollare il numero di aborti nel nostro Paese. Viale ha infatti sottolineato come la mancata applicazione della legge sia in realtà realizzata ai danni della donna e delle sua libertà di scelta.
Non solo: la Rosa nel Pugno, con l’On. Buemi, ha presentato – di fronte a diversi giornalisti presenti nella sala stampa della Camera – una proposta di legge volta a rafforzare le garanzie per la donna, la prevenzione, l’accessibilità di tutte le tecniche e l’estensione dell’aborto alle strutture private. Come abbiamo detto ieri, e come riportato da tutte le agenzie stampa, la Rosa nel Pugno sull’aborto non gioca in difesa, arroccandosi dietro il tabù di leggi vecchie di trent’anni, ma ritiene che l’offensiva vaticana e clericale possa essere respinta solo con una battaglia ideale affrontata a viso aperto, rivendicando la centralità della libertà individuale e di coscienza, e proponendo riforme legislative in tal senso.
Diamo atto al Quotidiano “L’Avvenire” di essere stato l’unico ad aver riservato qualche riga di informazione sull’iniziativa, mentre la “grande” stampa ha preferito censurare totalmente sia l’audizione di Silvio Viale, primo medico italiano ad utilizzare la pillola RU486, sia le proposte di riforma avanzate dalla Rosa nel Pugno. Si è così più liberi di monopolizzare l’attenzione pubblica sul pantano bancario-finanziario, grazie anche al fatto che gli stessi vertici DS si sono dimostrati, con la Direzione di ieri, incapaci di affrontare qualsiasi altro tema che non riguardi direttamente i propri guai.