Dal 1 al 13 aprile mobilitazione e campagna informativa della Associazione Luca Coscioni in tutta Italia sul fine vita (DAT e suicidio medicalmente assistito)
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L’Associazione Luca Coscioni ha presentato 21 richieste di accesso in tutte le Regioni italiane per ottenere dati sulle richieste di suicidio assistito giunte alle aziende sanitarie dal 2020 a oggi, ovvero da quando con la sentenza 242\2019 la morte volontaria assistita è legale in Italia a determinate condizioni.
Da quanto finora ricevuto emergono 51 richieste pervenute fino a oggi in diverse Regioni, con esiti variabili tra approvazioni, dinieghi e procedure in corso. Tuttavia, risulta evidente come troppi enti abbiano scelto di non rispondere o di negare l’accesso ai dati, così come risulta evidente che le tempistiche di risposta delle ASL siano incompatibili con le speranze di vita dei richiedenti.
11 regioni – Lombardia, Veneto, Liguria, Emilia-Romagna, Piemonte, Marche, Abruzzo, Bolzano, Sicilia, Calabria e Campania – hanno risposto alla richiesta, fornendo dati, seppur con livelli di dettaglio differenti. Spiccano le 15 richieste in Veneto, 14 in Lombardia, 7 nelle Marche e 6 in Liguria.
Alcune Regioni hanno fornito informazioni precise sugli esiti: a esempio, in Veneto si registra 1 parere positivo, 2 persone morte nell’attesa della conclusione dell’iter, 8 pareri negativi, 2 rinunce e 2 richieste ancora in corso di valutazione. In altre Regioni, come l’Abruzzo, sono stati condivisi dati dettagliati caso per caso, consentendo un’analisi più approfondita.
Nonostante la normativa italiana garantisca l’accesso civico generalizzato, 5 Regioni hanno formalmente respinto la richiesta, dichiarando di non detenere le informazioni richieste o rimandando ad altri enti senza fornire riscontri concreti. È il caso di Lazio, Friuli Venezia Giulia, Sardegna, Puglia e Trentino-Alto Adige.
5 Regioni – Valle d’Aosta, Toscana, Umbria, Molise e Basilicata – infine non hanno fornito alcuna risposta, eludendo di fatto l’obbligo di trasparenza amministrativa.
“I dati parziali ottenuti da diverse Regioni tramite l’accesso agli atti dimostrano che manca trasparenza e uniformità nella gestione delle richieste di verifica delle condizioni per poter procedere con il suicidio medicalmente assistito come previsto dalla sentenza Cappato della Consulta. La tutela dell’autodeterminazione non può essere rimessa all’arbitrio delle singole ATS o all’inerzia politica“, hanno dichiarato Filomena Gallo e Marco Cappato, rispettivamente Segretaria nazionale e Tesoriere dell’Associazione Luca Coscioni.
“Il numero di persone morte prima del completamento dell’iter di valutazione dimostra come servano procedure e tempi certi per il rispetto della sentenza 242/2019 della Corte costituzionale. Un passo finora compiuto solo dalla Regione Toscana e parzialmente dall’Emilia Romagna. Chiediamo alle Regioni che ancora non lo hanno fatto di fornire i dati richiesti, come previsto dalla legge, e di avviare un percorso chiaro e uniforme che tuteli chi si trova ad affrontare una scelta tanto difficile. Dall’1 al 13 aprile ci sarà una mobilitazione in tutte le Regioni per fare informazione sul tema del fine vita, in particolare sulle disposizioni anticipate di trattamento (DAT) e per garantire un supporto pratico alle persone che vogliono depositarle”.
L’Associazione Luca Coscioni è una associazione no profit di promozione sociale. Tra le sue priorità vi sono l’affermazione delle libertà civili e i diritti umani, in particolare quello alla scienza, l’assistenza personale autogestita, l’abbattimento della barriere architettoniche, le scelte di fine vita, la legalizzazione dell’eutanasia, l’accesso ai cannabinoidi medici e il monitoraggio mondiale di leggi e politiche in materia di scienza e auto-determinazione.