Si terrà a Roma, sabato 10 giugno 2023 dalle ore 10 alle ore 16, un importante Consiglio generale dell’Associazione Luca Coscioni per la libertà di ricerca scientifica APS (-> evento link). Dalle 16, inoltre, l’Associazione Luca Coscioni scenderà in Piazza della Repubblica per partecipare al “pride” di Roma.
Prima Convocazione: Libertà individuali e scienza, in un mondo impaurito (di Gilberto Corbellini)
Il Consiglio generale è stato convocato per discutere a partire da questo documento di lavoro preparato insieme al Prof. Gilberto Corbellini.
— TESTO —
Vent’anni fa nasceva l’Associazione Luca Coscioni per la Libertà di Ricerca Scientifica. Era la prima volta dopo decenni che si risollevava, non solo in Italia in quegli anni, il problema delle interferenze politico-religiose nella libertà di ricerca. Questo accadeva perché ideologie religiose e conservatrici, in alcuni paesi, facevano dell’embrione umano un totem, proprio nel momento in cui in Europa erano censurate anche le modificazioni genetiche migliorative delle piante.
ALC negli anni ha orientato le sue battaglie sulla base della constatazione che la libertà della scienza è il presupposto morale e politico per il funzionamento sicuro ed efficiente di qualunque democrazia liberale. La scienza non è libera in un contesto totalitario, ma anche una democrazia non è liberale se non promuove una ricerca i cui obiettivi sono controllati sulla base di prove trasparenti e non di pregiudizi politico-religiosi.
Il mondo è continuamente cambiato, prima della storia ma soprattutto nel corso della storia. Da almeno trecento anni costantemente in meglio. Malgrado guerre, carestie, disordini sociali, rivoluzioni e dittature, diseguaglianze, etc. che ci sono state anche fino a metà del secolo scorso da qualunque punto di vista empirico esaminiamo la realtà in cui viviamo, come diceva Barack Obama nel 2017, non abbiamo mai goduto di così tanto benessere e libertà come nei primi vent’anni di questo secolo. E ciò, proseguiva l’ex Presidente USA, è stato quasi esclusivo merito della scienza.
Apparentemente oggi ci sono difficoltà a usare la scienza come guida. Anche più di quelle che avevano incontrato Luca Coscioni e ALC agli inizi per farne la guida di una politica più efficace. Ci sono problemi e incertezze a causa del riscaldamento climatico e la guerra in Ucraina sta devastando una regione importante per il futuro alimentare del pianeta, mentre su diverse scale sono in corso riposizionamenti sul piano delle alleanze politiche militari che rendono ulteriormente incerto il futuro. L’incertezza è ampiamente diffusa e genera polarizzazioni che minacciano le libertà individuali.
I valori e principi liberali, in particolare la libertà individuale di scegliere secondo le proprie preferenze per quel che riguarda il cibo, la sessualità, come riprodursi, come congedarsi dal mondo, come curarsi, dar da lavorare a stranieri, quali tecnologie usare, etc. sono in discussione. E’ in crescita l’orientamento che le scelte individuali debbano essere censurate nel nome della difesa di tradizioni e sistemi di valori o pratiche localistiche, ovvero che esistano dei valori collettivi e identificabili come nazionali da proteggere e per questo le preferenze e libertà individuali devono uscire dall’agenda.
Il prossimo Congresso è un’occasione per analizzare quale potrà o potrebbe essere l’impatto delle innovazioni e delle incertezze che coinvolgono la ricerca scientifica, le condizioni sociali e la pratica medica, per il futuro della libertà individuale. Ecco possibili temi:
- La ricerca sulle staminali embrionali e il futuro delle terapie rigenerativa.
- Il diritto di provare trattamenti non efficaci.
- La libertà individuali e le sfide del cambiamento climatico.
- Le sfide economiche delle terapie avanzate e delle malattie orfane.
- La morte degenerativa e le scelte individuali di fine vita.
- La libertà individuale al tempo della medicina genomica e di precisione.
- Innovazioni neuroscientifiche/farmacologiche e le scelte di salute mentale
- I crescenti disturbi mentali nei giovani e il ruolo dei social media.
- La polarizzazione ideologica e la crisi delle democrazie liberali.
- Intelligenza artificiale e libertà individuale.
- Le innovazioni in agricoltura: liberiamo l’Europa dal principio di precauzione.
- Quale istruzione per formare cittadino più capaci di decisioni critiche o libere.
Seconda Convocazione: Urgenze da discutere insieme
Il Governo italiano avanza a passo di carica per trasformare la gestazione per altri – che a loro piace chiamare “utero in affitto” – in “crimine internazionale”.
Contemporaneamente, cercano di svuotare la “sentenza Cappato – Antoniani” della Corte costituzionale sull’aiuto alla morte volontaria, sabotando il funzionamento dei “Comitati etici” che dovrebbero dare un parere sulle richieste dei pazienti.
Oltre a questo: ostruzionismo al riconoscimento dei genitori dello stesso sesso; inasprimento delle proibizioni sulle droghe; fantomatica proibizione della “carne sintetica”, che sintetica non è. E tanto altro che si inventeranno ancora.
Per discutere il da farsi, ci riuniamo il 10 giugno dalle 10 alle 16 come Consiglio generale dell’Associazione Luca Coscioni, presso l’hotel Bernini Bristol, in piazza Barberini 23 a Roma. Grazie per aver annunciato la tua partecipazione!!
A 45 anni dalla legge 194 sull’aborto, abbiamo costituito l’intergruppo per migliorare la legge. Proseguiamo le azioni di disobbedienza civile sull’eutanasia e le azioni giudiziarie su tutti gli altri temi.
Tutto questo però non basta.
Per affrontare i temi delle libertà, non possiamo non porci le questioni di fondo sollevate da Gilberto Corbellini sull’evoluzione -o involuzione- del rapporto tra democrazia e scienza in società impaurite (vedi di seguito il documento di lavoro a sua firma).
Dobbiamo porci l’obiettivo di una risposta transnazionale, come minimo europea, alla sfida delle libertà civili e del diritto alla scienza. Ne parleremo anche insieme a te al Consiglio generale dell’Associazione Luca Coscioni.
Hanno confermato la presenza di persona finora: Filomena Gallo, Mina Welby, Mirella Parachini, Marco Cappato, Michele De Luca, Pietro Migliorati, Rocco Berardo, Marco Gentili, Cesare Romano, Lorenzo Mineo, Giorgia Perra, Maurizio Vaccaro, Eddo Rugini, Avy Candeli, Alessia Cicatelli, Elena Rampello, Alessandro De Luca, Matteo Mainardi, Francesca Re, Jessica Sanson, Sibilla Barbieri, Sergio De Muro, Giuseppe Di Bella, Anna Pia Ferraretti, Guido Frosina, Alessandro Gerardi, Felicetta Maltese, Valeria Poli, Anna Pompili, Tania Re, Carlo Troilo, Pasquale Pesce, Antonella Calandrini, Monica Murgia, Tatjana Jaksic, Cristiana Zerosi, Claudia Crivellaro, Antonia Faustini, Riccardo Varveri, Davide Di Mauro, Flavia Pansieri, Andrea Andreoli, Giada Giorgi e altri saranno collegati da remoto.
L’ordine del giorno prevede un’unica discussione di dibattito generale, che sarà nutrita di relazioni tematiche sui temi dell’attualità politica e delle iniziative dell’Associazione. Dalle 16 chi vorrà e potrà si sposterà nella vicina Piazza della Repubblica per sfilare assieme al “pride” di Roma, in particolare contro ogni discriminazione in materia di procreazione medicalmente assistita e per la legalizzazione della maternità per altri solidale.
— VERSIONE AGGIORNATA DI LIBERTA’ INDIVIDUALI E SCIENZA, IN UN MONDO IMPAURITO (di Gilberto Corbellini) —
Vent’anni fa nasceva l’Associazione Luca Coscioni per la Libertà di Ricerca Scientifica. Era la prima volta dopo decenni che si risollevava, non solo in Italia in quegli anni, il problema delle interferenze politico-religiose nella libertà di ricerca. Questo accadeva perché ideologie religiose e conservatrici, in alcuni paesi, facevano dell’embrione umano un totem, proprio nel momento in cui in Europa erano censurate anche le modificazioni genetiche migliorative delle piante.
ALC negli anni ha orientato le sue battaglie sulla base della constatazione che la libertà della scienza è il presupposto morale e politico per il funzionamento sicuro ed efficiente di qualunque democrazia liberale. La scienza non è libera in un contesto totalitario, ma anche una democrazia non è liberale se non promuove una ricerca i cui obiettivi sono controllati sulla base di prove trasparenti e non di pregiudizi politico-religiosi.
Il mondo è continuamente cambiato, prima della storia ma soprattutto nel corso della storia. Da almeno trecento anni costantemente in meglio. Malgrado guerre, carestie, disordini sociali, rivoluzioni e dittature, diseguaglianze, etc. che ci sono state anche fino a metà del secolo scorso da qualunque punto di vista empirico esaminiamo la realtà in cui viviamo, come diceva Barack Obama nel 2017, non abbiamo mai goduto di così tanto benessere e libertà come nei primi vent’anni di questo secolo. E ciò, proseguiva l’ex Presidente USA, è stato quasi esclusivo merito della scienza.
Apparentemente oggi ci sono difficoltà a usare la scienza come guida. Anche più di quelle che avevano incontrato Luca Coscioni e ALC agli inizi per farne la guida di una politica più efficace. Ci sono problemi e incertezze a causa del cambiamento climatico e del riscaldamento globale e la guerra in Ucraina sta devastando una regione importante per il futuro alimentare del pianeta, mentre su diverse scale sono in corso riposizionamenti sul piano delle alleanze politiche militari che rendono ulteriormente incerto il futuro. L’incertezza è ampiamente diffusa e genera polarizzazioni che minacciano le libertà individuali.
I valori e principi liberali, in particolare la libertà individuale di scegliere secondo le proprie preferenze per quel che riguarda il cibo, la sessualità, come riprodursi, come congedarsi dal mondo, come curarsi, dar lavoro a stranieri, quali tecnologie usare, etc. sono in discussione. E’ in crescita l’orientamento che le scelte individuali debbano essere censurate nel nome della difesa di tradizioni e sistemi di valori o pratiche localistiche, ovvero che esistano dei valori collettivi e identificabili come nazionali da proteggere e per questo le preferenze e libertà individuali devono uscire dall’agenda.
Il prossimo Congresso è un’occasione per analizzare quale potrà o potrebbe essere l’impatto delle innovazioni e delle incertezze che coinvolgono la ricerca scientifica, le condizioni sociali e la pratica medica, per il futuro della libertà individuale. Ecco possibili temi
- La ricerca sulle staminali embrionali e il futuro delle terapie avanzate.
- La rivendicazione del diritto di provare trattamenti non efficaci.
- La libertà individuali e le sfide del cambiamento climatico.
- Le sfide economiche delle terapie avanzate per le malattie rare e dei farmaci orfani.
- La morte degenerativa e le scelte individuali di fine vita.
- La libertà individuale al tempo della medicina genomica e di precisione.
- Innovazioni neuroscientifiche/farmacologiche e le scelte di salute mentale
- I crescenti disturbi mentali nei giovani e il ruolo dei social media.
- La polarizzazione ideologica e la crisi delle democrazie liberali.
- Intelligenza artificiale e libertà individuale.
- Le innovazioni in agricoltura: liberiamo l’Europa dal principio di precauzione.
- Quale istruzione per formare cittadini più capaci di decisioni critiche o libere.
Terza Convocazione: È possibile portare le lotte dell'Associazione Luca Coscioni in una dimensione paneuropea? (di Marco Cappato e Filomena Gallo)
A questo documento se ne aggiunge un altro inviato da Filomena Gallo e Marco Cappato, segretaria e tesoriere dell’Associazione Luca Coscioni, per una discussione che possa considerare il piano europeo come il più adeguato a possibili riforme.
— TESTO —
È questa una delle domande alle quali proveremo a dare una riposta in occasione del Consiglio generale dell’Associazione Luca Coscioni, il 10 giugno a Roma. Nel testo di convocazione, Gilberto Corbellini ha tra l’altro scritto:
I valori e principi liberali (in particolare la libertà individuale di scegliere secondo le proprie preferenze per quel che riguarda il cibo, la sessualità, come riprodursi, come congedarsi dal mondo, come curarsi, dar lavoro a stranieri, quali tecnologie usare, etc. ) sono in discussione. E’ in crescita l’orientamento che le scelte individuali debbano essere censurate nel nome della difesa di tradizioni e sistemi di valori o pratiche localistiche, ovvero che esistano dei valori collettivi e identificabili come nazionali da proteggere e per questo le preferenze e libertà individuali devono uscire dall’agenda.
Questo è il problema che dobbiamo provare ad affrontare.
Il “metodo Coscioni” ha già fornito delle risposte, senza dover chiedere il permesso alla politica ufficiale: disobbedienze civili, ricorsi giudiziari, attivazione degli strumenti di iniziativa popolare.
L’attualità politica ci offre urgenze importanti: la legge “liberi subito” per il rispetto della sentenza “Cappato-Antoniani”, le disobbedienze civili collettive, l’intergruppo parlamentare sull’aborto, l’opposizione al tentativo rendere la gestazione per altri “crimine internazionale”.
Per provare a dare una risposta anche alla questione strutturale posta da Corbellini, condividiamo un progetto di azione popolare diretta paneuropea, maturato in occasione del Congresso di Eumans a Danzica.
Lo facciamo pur rendendoci conto delle difficoltà in termini di risorse – soprattutto di quelle umane, di “classe dirigente militante” si sarebbe detto un tempo – necessarie per realizzarlo. Crediamo che sia comunque importante tracciare una direzione possibile, per discuterla assieme confidando nella generosità intellettuale e politica di chi parteciperà al Consiglio generale:
EU CAN DO IT
un programma e una coalizione paneuropea per “democrazia, ecologia e libertà oltre i confini”.
Noi sottoscritti,
ci impegniamo ad attivare gli strumenti di partecipazione civica per migliorare la qualità della vita, dell’ecosistema e della democrazia in Europa.
In particolare, ci impegniamo a promuovere e/o sostenere la raccolta firme su un insieme di Iniziative dei Cittadini Europei (ICE), con i seguenti obiettivi, che in tutto o in parte condividiamo e che comunque auspichiamo possano al più presto presto essere discussi dalle istituzioni dell’Unione europea:
- Rafforzare la democrazia, anche attraverso assemblee estratte a sorte e tecnologie digitali;
- Uscire dai combustibili fossili entro il 2035, anche attraverso la conversione ecologica del fisco;
- Affermare il diritto a godere dei benefici della scienza, a partire dalla ricerca sulle staminali contro le malattie rare;
- Un approccio alla cannabis incentrato sui diritti umani;
- Accesso ai farmaci psichedelici;
- L’aiuto alla morte volontaria come diritto umano fondamentale;
- L’aborto come diritto umano fondamentale;
- Stop alla violenza alle frontiere e garantire un’accoglienza dignitosa ai migranti;
- Welfare europeo: Reddito e servizi di base;
Senza necessariamente fare propri tutti i singoli obiettivo – e consapevoli che molti altri temi possono e devono essere affrontati – consideriamo che il metodo della partecipazione civica per mettere l’Unione europea al servizio della persona umana e dell’ecosistema sia un passaggio indispensabile per dare una risposta non ideologica alle molteplici crisi che minacciano le nostre società, ben oltre i confini degli Stati nazionali.
La Coalizione e i Comitati promotori delle singole iniziative sono aperti a ogni tipo di organizzazione – associazioni, partiti politici, sindacati – interessati ad attivare le istituzioni europee per rafforzare i diritti fondamentali e i “beni comuni” europei, affinché la rivoluzione tecno-scientifica possa beneficiare tutti gli esseri umani.
È giunto il tempo di trovare nuove forme di aggregazione e condivisione per difendere la democrazia nel modo più concreto: praticandola, a partire dalla dimensione europea come nucleo più avanzato – seppure largamente incompiuto e deficitario, e dunque da riformare radicalmente – di democrazia transnazionale.
Quarta Convocazione: Cosa fare è chiaro, ma chi lo farà? (di Marco Perduca)
Si aggiunge un quarto documento, a firma di Marco Perduca, coordinatore delle Attività internazionali dell’Associazione Luca Coscioni.
— TESTO —
Il documento di Gilberto Corbellini fa tornare alla memoria i motivi per cui 20 anni fa fu fondata l’Associazione Luca Coscioni: far sì che dogmi e ideologie non limitino le libertà individuali di scelte consapevoli grazie al confronto laico tra scienza e democrazia o, per dirla ancora più semplicemente, rendere possibile il dialogo dal corpo delle persone al cuore della politica.
A una seconda lettura quanto scrive Corbellini fa tornare alla memoria quanto da (almeno) 250 anni propugna chi ripone fiducia nella ragione: battersi affinché ”i valori e principi liberali (in particolare la libertà individuale di scegliere secondo le proprie preferenze per quel che riguarda il cibo, la sessualità, come riprodursi, come congedarsi dal mondo, come curarsi, dar lavoro a stranieri, quali tecnologie usare, etc.” siano discussi ma non messi in discussione.
Oggi, come 20 anni fa, ma anche come nei periodi in cui dopo ondate di aperture culturali, sociali ed economiche che hanno portato alla progressiva codificazione di diritti umani, siamo confrontati con la restaurazione di modi di pensare totalmente slegati dalla realtà dei fatti e, quindi, inadeguati a governare quanto ci aspetta nei prossimi anni nel pieno rispetto dello Stato di Diritto.
Dedito a una (quasi imprescindibile) rivincita politico-culturale, buona parte del potere nazionale ed europeo e del suo ceto politico sta rimpinzando la macchina della propaganda di nozionismi facili da condividere perché sostanzialmente vuoti di qualsiasi progettualità per nascondere la propria connivenza col passato “buono” o “cattivo” che fosse. Parole e politiche che prendono di mira quanto citato da Corbellini scansando la complessità e le decisioni necessarie a consentire la convivenza di mezzo miliardo di persone nella regione più ricca, colta e meno agguerrita del pianeta: l’Europa.
Per lasciare il segno, o scagliarsi contro i mulini a vento, tanto in Italia quanto nell’Unione europea si evocano improcrastinabili modifiche della Costituzione o dei Trattati, modifiche di Carte necessarie per mettere le istituzioni al passo coi tempi e renderle capaci di rispondere alle sfide “geo-strategiche” in tempi celeri difendendo valori, principi, tradizioni, confini e interessi nazionali. Nel frattempo aumentano restrizioni, costrizioni se non vere e proprie proibizioni con conseguenti aumenti di sanzioni penali.
Ma né a Roma né a Bruxelles la legalità costituzionale o gli obblighi internazionali sono ritenuti valori o principi da rispettare perché questo famigerato Stato di Diritto di cui tanto si parla possa esistere. A casa nostra come altrove c’è sempre uno spettro interno da esorcizzare o un nemico esterno da combattere: dal fascismo che torna all’autoritarismo che avanza, dalle alleanze strategiche da costruire ai conflitti per cui mediare passando per i confini da proteggere quasi quanto i valori europei o le antiche tradizioni popolari. Manipolazioni linguistiche degne del più crudele ministro della propaganda politica o del più inetto dei maestri di campagna sono all’ordine del giorno: Patria, Nazione e fatto in Italia, pardon, made in Italy, sono sulla bocca di chiunque, dai comizi ai telegiornali e non passa giorno che non infettino la retorica di chi dice di opporvicisi.
Il fatto che ci siamo già passati in momenti del genere non può farci archiviare il problema in attesa di tempi migliori, o meno peggiori. Quel che caratterizza, non per la prima volta e comunque non necessariamente perché adesso tocca alla destra, il governo italiano in questi mesi da anni è praticato altrove. Le ultime elezioni nazionali in diversi Stati Membri dell’Unione europea ci restituiscono uno scenario in cui questo modo di vendere a reti pressoché unificate – spesso anche in momenti di “larghe intese” – incertezze, paure o insicurezze, di costruire fantasmi interni e nemici esterni funziona e dai i suoi pregiati frutti di potere. Non solo nei soliti sospetti, il cosiddetto gruppo di Visegrád, ma in Svezia, Finlandia, Danimarca, Grecia e forse Spagna soffia un vento di restaurazione di “valori” che non sono appartenenti al passato, non sono valori! Si tratta di vere e proprie violazioni di diritti umani frutto di lotte politiche – se non guerre – che ci hanno fatto costruire istituzioni con strumenti legali e politici capaci di poterci opporre alle discriminazioni grazie alla Legge, allo Stato di Diritto e non la prepotenza dei vincitori.
Ma perché porre questo tipo di analisi politiche all’attenzione del dibattito dell’organo di un’associazione del terzo settore? Per il “semplice” fatto che in questi 20 anni l’Associazione Luca Coscioni non si è mai tirata indietro nel momento in cui la congiuntura politica si stava consolidando non tanto, o non solo, contro le libertà di scelta e ricerca al centro del suo mandato statutario ma proprio contro la Costituzione. Lo status giuridico dell’Associazione non può esimerla dal confrontarsi con quanto accade là dove questa opera. Quando la società subisce attacchi di decivilizzazione occorre che chi riesce a rendersi conto di cosa accade e ha capacità di individuare la radice dei problemi si adoperi per rafforzare quanto già fa ma anche per evitare che la situazione generale peggiori ulteriormente. L’Associazione Luca Coscioni non ha mai portato avanti temi elitari o di nicchia né si rivolge o vuole consolidare rendite di posizione in ambiti in cui, purtroppo, detiene una sorta di monopolio “naturale”.
Quanto fatto per scongiurare la Legge 40 prima dell’adozione o per abrogarne parti una volta che divenne legge con dei referendum; l’aver transnazionalizzato le sue attività coi congressi mondiali che, tra le altre cose, alle Nazioni unite hanno sconfitto le manovre per proibire la “clonazione umana”; la nascita della Rosa nel Pugno; l’aver fatto sì che i programmi quadro dell’Unione europea finanziassero la ricerca sulle cellule staminali embrionali; le azioni giurisdizionali per cancellare buona parte delle proibizioni della Legge 40; l’aver recuperato la necessità di affermare il diritto alla scienza collaborando con le Nazioni unite affinché nel chiarirne gli elementi si includessero molte tematiche al centro dell’operato dell’Associazione; le disobbedienze civili che hanno modificato una legge dello Stato consentendo l’accesso (seppure in determinate circostanze) al suicidio assistito fino ai milioni di firme referendarie del 2021 raccolte assumendosi i costi della non democrazia per attivare la Costituzione e rendere praticabile la cittadinanza digitale – per non parlare della simulazione reale della lista “Referendum e Democrazia” che ha sollevato nuovamente la necessità di abbattere irragionevoli ostacoli al pieno godimento dei diritti civili e politici in Italia anche grazie al digitale.
Ho ricordato “solo” le riforme maggiormente note, ma si potrebbero citare le decine di proposte di legge ed emendamenti, le cause contro le discriminazioni verso persone con disabilità o le migliaia di incontri per informare la cittadinanza o la stampa, le iniziative rivolte alle scuole o le università, le pubblicazioni, i podcast ecc ecc. Ci ho ricordato tutto questo per “giustificare” il perché della pregnanza di questo dibattito all’interno di un organo di un’associazione del terzo settore, un’organizzazione che, pur nel severo rispetto delle “nuove” norme, continua ad agire nel solco di una storia di pensiero e azione, o azione e pensiero, che viene da lontano e che è tra le poche che negli ultimi 60 anni è riuscita a mettersi fattivamente e efficacemente al servizio di chi lotta contro le discriminazioni.
Questo 2023 è una fase storica in cui solo chi, sicuramente con esiti alterni ma con rinnovata costanza nell’impegno e nell’individuazione di obiettivi perseguibili e costruzione di “lotte”, è stato capace di suscitare riforme erga onmes può tentare di giocare il possibile contro il probabile (cit.).
I (pochi) mesi che ci separano dal prossimo congresso dovrebbero esser dedicati alla preparazione di una proposta politica che affronti i temi evocati per convocare il Consiglio Generalo con gli strumenti previsti dalla Costituzione: proposte di legge d’iniziativa popolare e referendum per quanto riguarda l’Italia e iniziative civiche europee per quanto riguarda l’UE. Questo gran lavorio ci dovrebbe portare a una due giorni da convocarsi alla vigilia dell’Assemblea generale dell’Associazione in modo da poter poi “valutare” il lavoro svolto e deliberare il sostegno a un progetto di attività per il 2024 che vada oltre la pur necessaria elencazione degli obiettivi congressuali.
Credo però che questo “pacchetto” di riforme, almeno per quanto riguarda l’Italia, non possa essere una lista di obiettivi da scegliersi à la carte. E’ vero che la storia radicale da cui alcuni di noi vengono, e da cui sicuramente viene l’Associazione, ha sempre perseguito l’unione laica delle forze, ma vista anche l’inconsistenza, se non a volte il vero e proprio opportunismo, di certe “unioni” (ancorché informali), credo che vada rovesciato l’invito pasoliniano ed essere “irriconoscibili” e tornare a essere “riconoscibili” per intransigenza di metodo e chiarezza di merito. Non per accampare primogeniture, purezze o supremazia identitarie ma perché il rispetto dello Stato di Diritto internazionale non prevede che alcuni diritti siano più di diritti di altri o più popolari o più necessari né che la liberal-democrazia possa dirsi tale se perennemente sacrifica il rispetto delle proprie regole e principi di libertà sull’altare delle alleanze che giocoforza saranno sempre a tutela del meno peggio – oppure, questione cruciale di questi tempi, che la scienza vada bene contro la catastrofe climatica ma non per le biotecnologie bianche, rosse o verdi.
I mesi che ci separano dalle elezioni europee dovrebbero esser utilizzati per raffinare una solida proposta riformatrice su molti dei temi elencati da Corbellini e specificati nell’impegno preparato da Cappato all’indomani del secondo congresso di Eumans, sia per coinvolgere soggetti politici ed elettorali e altre associazioni della cosiddetta società civile in una solida piattaforma civico-democratica che da novembre a giugno si prefigga di cooperare in modo necessariamente coordinato per opporsi alla reazione conservatrice illiberale se non liberticida sulla base di una proposta chiaramente riformatrice, liberale, ecologista e militante capace di dotarsi di strumenti per poter esser messa in moto. Se poi tirerà la volata a progetti elettorali tanto meglio.
Io credo che l’Associazione Luca Coscioni sia uno dei pochi luoghi da dove possa partire nuovamente una proposta “politica” e un esempio di come perseguirla. Proposte ed esempi che solo se tentati si potranno ritenere possibili da opporre al probabile, se non certo, chiacchiericcio della politica che va in TV. Occorre quindi un’assunzione di responsabilità individuale in termini di tempi e di leadership.
L’Associazione Luca Coscioni è una associazione no profit di promozione sociale. Tra le sue priorità vi sono l’affermazione delle libertà civili e i diritti umani, in particolare quello alla scienza, l’assistenza personale autogestita, l’abbattimento della barriere architettoniche, le scelte di fine vita, la legalizzazione dell’eutanasia, l’accesso ai cannabinoidi medici e il monitoraggio mondiale di leggi e politiche in materia di scienza e auto-determinazione.