42 anni dopo, la legge sull’aborto va difesa per tutelare la salute delle donne

Anche gli Italiani chiedono più tutele: lo dice un sondaggio SWG

In Associazione sono arrivate 33 richieste di informazioni e aiuto al giorno durante il lockdown. Dove abortire e pillola del giorno dopo i temi più ricorrenti

“Da testimonianze dirette apprendiamo che, troppo spesso, l’accesso all’IVG è negato o reso difficile da percorsi ad ostacoli – dichiarano Filomena Gallo e Mirella Parachini, rispettivamente segretario nazionale e vicesegretario dell’Associazione Luca Coscioni, Anna Pompili di Amica, e Sara Martelli, coordinatrice della campagna Aborto al Sicuro – .

Ad ogni anniversario della legge che disciplina il ricorso all’interruzione volontaria di gravidanza, emerge la mancanza di volontà politica nell’applicazione di questa norma che ha avuto il merito di evitare gravi danni alla salute delle donne. Sembra che la salute della donna non rientri tra le tutele previste dagli articoli 32 e 3 della nostra Costituzione, sul Principio di uguaglianza e tutela della salute.

Anche quest’anno non è possibile commentare i dati dell’anno precedente sull’applicazione della 194/78 ai sensi dell’art. 16 della stessa, perché il ministro della Salute Roberto Speranza non ha ancora depositato la relazione al parlamento sulla 194, siamo fermi ai dati relativi al 2017, e neppure il Ministro di Grazia e Giustizia ha inteso presentare una relazione prevista dalla stessa legge 194, in questo caso siamo fermi al 2016”.

L’Associazione Luca Coscioni inoltre, comunica i dati registrati da CitBot, l’intelligenza artificiale gratuitamente disponibile 24/7 sul sito dell’associazione che risponde su diversi temi tra cui l’aborto, che risulta il tema più consultato circa 3mila domande. Chiedono, in particolare, informazioni su dove abortire, o informazioni sulla pillola del giorno dopo.

Inoltre da un sondaggio commissionato dall’Associazione Luca Coscioni a SWG, per conoscere la posizione degli italiani sul tema emerge che il 31% della popolazione ritiene che la legge vada cambiata, per raggiungere una più larga applicabilità; il 50% degli intervistati chiede, inoltre, di migliorare l’Ivg farmacologica, consentendo il regime ambulatoriale o a casa come avviene in altri Paesi, mentre il 27% reclama la gratuità della contraccezione: si tratta di dati in controtendenza rispetto all’inerzia politica sul tema.

— Aborto, le proposte alla politica di Associazione Luca Coscioni, AMICA e AIED —

In tempo di COVID-19, nonostante, l’interruzione di gravidanza abbia sempre un carattere d’urgenza e rientri nelle prestazioni inderogabili anche secondo il decreto del Ministro della Salute, alcuni ospedali stanno riducendo, altri sospendendo, gli accessi alle pratiche per l’aborto, senza fornire chiare informazioni a riguardo, con enormi differenze da regione a regione. Abbiamo proposto, con altre associazioni di medici non obiettori e la rete pro-choice, di prevedere l’aborto farmacologico ambulatoriale in combinazione con parte di somministrazione autonoma.

  • Estendere l’applicazione del metodo farmacologico dell’interruzione di gravidanza fino al 63°giorno di amenorrea e in regime di day hospital e ambulatoriale e arrivare alla contraccezione gratuita;
  • Creare un albo pubblico dei medici obiettori di coscienza;
  • Elaborare una legge quadro che definisca e regolamenti l’obiezione di coscienza anche con servizio alternativo;
  • Istituzione di concorsi pubblici riservati al 50% a medici non obiettori per la gestione dei servizi di IVG;
  • Utilizzare medici “gettonati” per sopperire urgentemente alle carenze dei medici non obiettori;
  • Offrire la deroga al blocco dei turnover nelle Regioni dove i servizi di IVG sono scoperti.