Per la Procura di Milano, l’assenza di trattamento di sostegno vitale, se futile o espressiva di accanimento terapeutico, non integra il reato di aiuto al suicidio

Dichiara Filomena Gallo, avvocata difensore di Marco Cappato e coordinatrice del collegio legale di studio e difesa sulle disobbedienze civili: “i Pubblici Ministeri dott.ssa Tiziana Siciliano e dott. Luca Gaglio, dopo una scrupolosa e attenta ricostruzione dei fatti e del quadro normativo in tema di fine vita oggi vigente in Italia, si sono concentrati sul requisito dirimente del sostegno vitale concludendo che, anche in virtù delle precise consulenze tecniche acquisite, chi – come Marco Cappato – agevoli il suicidio di una persona capace, affetta da una malattia irreversibile e da sofferenze intollerabili, che rifiuti di sottoporsi a trattamenti di sostegno vitale esercitando un diritto costituzionale, non solo non commetta il reato di aiuto al suicidio previsto dall’articolo 580 del codice penale bensì consenta il concreto esercizio del diritto all’autodeterminazione della persona malata.

L’interpretazione costituzionalmente orientata suggerita e richiesta dalla Procura di Milano conferma la legittimità dell’intenzione dichiarata e delle azioni di disobbedienza di Marco Cappato, volte a superare un requisito discriminatorio che di fatto impedisce a tante persone malate non ancora dipendenti da trattamenti vitali, di poter rifiutare di sottoporsi a forme di sostegno vitale dolorose per se stesse e per le loro famiglie.

La richiesta così argomentata chiede l’archiviazione e se non fosse  possibile accogliere l’interpretazione proposta per la parte del sostegno vitale,  i Pubblici Ministeri ritengono che l’unica strada sarebbe rimettere la questione alla Corte Costituzionale perché si pronunci sul contrasto rilevante non manifestamente infondato in riferimento al requisito del sostegno vitale in senso restrittivo e il paramento dell’articolo 3 della Carta costituzionale”.

Conclude l’Avvocata Filomena Gallo: “Le dettagliate motivazioni che abbiamo letto dalla Procura di Milano, con anche le motivazioni con la richiesta di archiviazione formulata a Bologna per il caso della signora Paola e con la giurisprudenza successiva alla sentenza 242/19 della Corte costituzionale, contribuiscono a fornire un quadro chiaro affinché le persone nella piena capacità di decidere, in determinate condizioni di salute, possano essere libere di scegliere sul proprio fine vita nella piena legalità. Così sarà valutato caso per caso con dei precedenti di riferimento”.

Dichiara Marco Cappato, rappresentante legale dell’Associazione Soccorso Civile e tesoriere dell’Associazione Luca Coscioni: “attendiamo quali saranno le decisioni del giudice per le indagini preliminari. Se la linea della Procura fosse accolta, si creerebbe un precedente importante per il diritto alla libertà di scelta di quelle persone che non sono strettamente ‘tenute in vita da trattamenti di sostegno vitale’ (come previsto dalla Corte costituzionale per accedere all’aiuto medico alla morte volontaria) ma che sarebbe discriminatorio escludere dal diritto di essere aiutati alla morte volontaria in presenza di patologie irreversibili e sofferenze insopportabili. Se dunque questa decisione fosse confermata, si tratterebbe di un risultato fondamentale ottenuto dalle azioni di disobbedienza civile anche di tutti coloro che in questi mesi hanno aderito al Soccorso Civile, nel quadro della lotta dell’Associazione Luca Coscioni da Piero Welby a oggi. Attendiamo con fiducia e speranza la decisione definitiva.”

Nel dettaglio le motivazioni della richiesta di archiviazione  della Procura di Milano, che con una lucida e chiara ricostruzione dei fatti relativi alle storie della signora Elena e del signor Romano e dopo aver preso atto della sussistenza non solo della patologia irreversibile, delle sofferenze intollerabili e della capacità di prendere decisioni libere e consapevoli, ma anche del rispetto di procedure sostanzialmente equivalenti rispetto a quelle indicate dalla sentenza costituzionale 242/2019, sono disponibili a questo link.

La storia di Elena e di Romano a questo LINK