“Per i giudici, due donne non possono essere riconosciute madri dei loro figli, ma potrebbero diventarlo se giudicate idonee da un altro Tribunale”

La decisione del Tribunale di Torino ha riguardato una coppia omogenitoriale che aveva fatto famiglia accedendo all’eterologa in vitro in Spagna

La coppia è stata seguita dall’avvocata Filomena Gallo e dal Collegio legale di studio e difesa dell’Associazione Luca Coscioni

Antonella e Claudia, unite civilmente nel 2021, decidevano di allargare la propria famiglia accedendo alla procreazione medicalmente assistita mediante fecondazione eterologa in vitro eseguita in Spagna, dopo 9 mesi nascevano due gemelli in Italia. Alla richiesta di indicazione nell’atto di nascita dei gemelli di entrambe le madri come loro genitrici, il Comune di Trofarello opponeva rifiuto e indicava come madre solamente Claudia, che aveva portato avanti la gravidanza e partorito.

La coppia si è rivolta all’avvocata Filomena Gallo che ne assumeva la difesa con anche il gruppo legale di studio e difesa dell’Associazione Luca Coscioni (composto anche dagli avvocati Francesca Re, Rocco Berardo, Massimo Clara, Edoardo Carmagnola e dalla dottoressa Alessia Cicatelli), quindi ricorreva al Tribunale di Torino, affinché ordinasse al Comune la rettifica degli atti di nascita dei gemelli, indicando come genitrice anche Antonella.

Il Tribunale di Torino, lo scoro 29 marzo, ha notificato il rigetto della domanda della coppia, così confermando la giurisprudenza di legittimità in materia ed evidenziava che ai sensi della legge 40/2004 le coppie composte da persone dello stesso sesso non possono accedere alle tecniche di procreazione medicalmente assistita. I giudici però non hanno valutato che ai sensi dell’articolo 8, della legge 40/2004 i nati, anche a seguito di tecniche illegali in Italia, sono comunque figli legittimi della coppia che ha avuto accesso alla procreazione medicalmente assistita e che ai sensi dell’articolo 9 della 40/2004 non possono neanche essere disconosciuti.

Dichiara l’avvocata Filomena Gallo, segretaria dell’Associazione Luca Coscioni per la libertà della ricerca scientifica: “Voglio premettere che sul Ricorso presentato per la completa trascrizione dei genitori Antonella e Claudia vi era anche il parere positivo del Procuratore Aggiunto della Repubblica. La decisione del Tribunale di Torino che è stata emessa, altro non fa che confermare una discriminazione nei confronti delle coppie dello stesso sesso che decidono di fare una famiglia anche accedendo alla fecondazione medicalmente assistita. Per avere dei figli una coppia dello stesso sesso, a parere dei Giudici torinesi, può accedere all’istituto dell’adozione in casi particolari e quindi dovrà essere provata la loro idoneità a diventare genitori, lasciando così privi di tutela i nati fino a quando la magisgtratura, con i suoi tempi, non deciderà sulla richiesta di adozione”.

“Per le coppie eterosessuali che accedono alla procreazione medicalmente assistita”, continua l’avvocata Gallo, “non è invece previsto che sia vagliata la loro idoneità a diventare genitori. Non è quindi possibile che si continui a discriminare i bambini a causa dell’orientamento sessuale dei genitori violando diritti fondamentali della persona, del fanciullo, alla luce del fatto  la legge prevede che chi accede alle tecniche di procreazione medicalmente assistita sia riconosciuto genitore legittimo dei nati e non possa disconoscerli. Intanto, il Parlamento tace anche se richiamato dalla Consulta ad emanare una legge in materia di filiazione che elimini evidenti discriminazioni, mentre il Governo afferma tutta la sua contrarietà alle famiglie con genitori gay “.

“Noi non ci fermiamo e andremo avanti nei Tribunali” dichiarano Antonella e Claudia “perché la nostra famiglia, e tutte le famiglie come la nostra, siano riconosciute dallo Stato italiano e abbiano gli stessi diritti e garanzie delle famiglie composte da genitori di sesso diverso, perché l’orientamento sessuale dei genitori non può compromettere i diritti dei nostri figli, che sono uguali agli altri”.