Con la cancellazione della firma digitale si vogliono impedire i referendum

Firma digitale, Marco Cappato contro il governo: “Scelta illegale, nessuna giustificazione è possibile”. E poi annuncia: “Al via uno sciopero della fame, un appello e azioni legali”

Il Ministro Colao ha dichiarato in Parlamento che presto le firme digitali sui referendum perderanno ogni valore. L’Associazione Luca Coscioni risponde con una mobilitazione immediata: un appello online per salvare la storica riforma conquistata l’anno scorso, un presidio quotidiano davanti al ministero di Colao e uno sciopero della fame che avrà inizio la prossima settimana.

Davanti all’imminente cancellazione della firma digitale sui referendum, preannunciata in Parlamento dal Ministro Colao, l’Associazione Luca Coscioni, che l’anno scorso aveva conquistato la storica riforma grazie alle campagne Eutanasia legale e Cannabis legale, reagisce con una mobilitazione straordinaria i cui obiettivi sono enunciati nell’appello online Giù le mani dalla firma digitale sui referendum,  per chiedere di interrompere immediatamente il colpo di mano in atto. L’appello rivolto al Governo nelle persone di Mario Draghi e Vittorio Colao, ha raggiunto in poche ore oltre 11.600 firme.

Secondo le dichiarazioni del ministro Colao, la piattaforma pubblica sui referendum che entrerà prossimamente in funzione (con grave ritardo rispetto al termine fissato dalla legge del 1º gennaio 2022) consentirà soltanto di sottoscrivere i quesiti referendari attraverso SPID, ma non di autenticare e abbinare le firme ai certificati elettorali: dunque queste firme saranno completamente inutili. Le parole del ministro smentiscono sue precedenti dichiarazioni sulle funzioni della piattaforma, oltre a tradire la stessa legge in materia, secondo cui le firme digitali non sono soggette ad autenticazione per via analogica (art 344 legge n. 178 del 30/12/2020).

Con l’entrata in funzione della piattaforma pubblica, inoltre, non sarà più possibile firmare con SPID i referendum neppure su piattaforme private, come invece avvenuto la scorsa estate con costi a carico dei comitati promotori: si va in sostanza a privare i cittadini di un loro diritto, conquistato appena un anno fa.

Marco Cappato, Tesoriere dell’Associazione Luca Coscioni, ha dichiarato in merito: “Non c’è giustificazione possibile di fronte alla cancellazione della firma digitale sui referendum. Esiste un precedente che spazza via ogni pretesto. Ben 999.860 cittadine e cittadini italiani hanno già firmato per via telematica dei referendum.

La loro firma è stata già considerata legalmente valida, e quei referendum legalmente depositati, prima della sentenza eversiva con la quale la Corte costituzionale ha impedito il voto su eutanasia e cannabis. Come se non bastasse, cancellare la firma digitale ci farebbe violare anche la legalità internazionale, dopo che l’ONU ha condannato l’Italia per gli ostacoli irragionevoli alla raccolta delle firme sui referendum, nella decisione Staderini/De Lucia VS Italy.

Non consentiremo al Governo di andare avanti in questo progetto di fatto eversivo della Costituzione e del diritto internazionale, e siamo pronti a denunciarlo in ogni sede. Per questo, come prima reazione, abbiamo promosso l’appello “Giù le mani dalla firma digitale sui referendum” che in poche ore ha raccolto oltre  oltre 11600 firme firme, per scongiurare questo clamoroso passo indietro su un diritto che i cittadini avevano già acquisito”.

A partire da lunedì 11 luglio, l’attivista Lorenzo Mineo coordinatore delle attività italiane del movimento paneuropeo Eumans praticherà il Duran Adam davanti al Ministero per la Transizione Digitale, tutti i giorni dalle 13 alle 15, in Largo Pietro di Brazzà 86, e un contestuale inizio di un digiuno di dialogo con il Ministro Colao, per scongiurare la cancellazione della firma digitale sui referendum.