Aborto: dal Papa parole importanti ma in Italia violata legge e diritti delle donne

foto Papa Francesco

Dichiarazione del segretario dell’Associazione Luca Coscioni Filomena Gallo, del segretario di Radicali Italiani Riccardo Magi e del presidente Antonella Soldo

Le parole di Papa Francesco sull’aborto, che ritiene comunque un grave peccato, sono molto significative, ma non devono far dimenticare che nel nostro paese la legge e i diritti delle donne e dei medici sono costantemente calpestati a causa dell’obiezione di coscienza dilagante.
L’Italia detiene il record in Europa con il 70 per cento di ginecologi obiettori che in alcune regioni, specialmente nel meridione, superano il 90 per cento. Numeri, in vertiginoso aumento da anni, che compromettono gravemente l’accesso all’interruzione volontaria di gravidanza, violando la legge 194 secondo cui il servizio deve essere garantito in ogni caso. Una situazione non da stato di diritto ma da stato etico, che si ripercuote sulla salute delle donne e anche sui pochi medici non obiettori che in alcune regioni, come il Molise, arrivano a fare anche 4,7 interruzioni volontarie di gravidanza a settimana.
Sono circa otto mesi che attendiamo che  il ministro della Salute Beatrice Lorenzin presenti  la relazione annuale sull’attuazione della legge 194 al Parlamento, relazione che speriamo questa volta non sia la solita riproduzione di dati che conosciamo che non tengono conto del fatto che se diminuiscono i dati sull’aborto e aumenta il numero dei medici obiettori un problema evidente c’è e non può essere ignorato.
La legge 194/78 ha avuto il merito di cancellare gli aborti clandestini nel nostro Paese, ma l’impossibilità di procedere all’interruzione volontaria di gravidanza in piena sicurezza nelle strutture autorizzate a causa della massiccia presenza di medici obiettori ci riporta indietro nel tempo in materia di tutele e diritti.
Chiediamo alla ministra di impegnarsi a riportare legalità in tutte le regioni, a tutela delle donne e dei medici nel rispetto delle leggi italiane e delle decisioni in materia anche delle giurisdizioni internazionali che condannano l’Italia. Le soluzioni ci sono, l’Associazione Luca Coscioni con l’AIED , ad esempio, ha proposto di regolamentare l’obiezione di coscienza, istituire un albo pubblico dei medici obiettori, bandire concorsi pubblici con pari quota tra medici obiettori e non obiettori e utilizzare medici “a gettone” per sopperire con urgenza alle carenze di non obiettori.
Garantire la piena applicazione della legge 194, senza ledere il diritto delle donne che decidono d’interrompere la gravidanza e quello dei medici che decidono di obiettare non è difficile: basta volerlo fare.
E se, da parte sua, Papa Bergoglio ha scelto di dare sull’aborto una svolta all’insegna della misericordia, il ministro della Salute di certo non può sottrarsi al dovere di sanare questa grave violazione di diritto e dei diritti.