Dalle 23:59 del 14 aprile inizierò uno sciopero della fame per chiedere che si onori il diritto alla conoscenza.
Dalle 23.59 del 14 aprile inizierò uno sciopero della fame per chiedere che venga onorato il diritto alla conoscenza su quanto è avvenuto in questi 14 mesi di stato di emergenza che, di tutta evidenza, è sempre più emergenza democratica. Non è accettabile che personaggi come il dottor Burioni e altri possano parlare a reti unificate e senza uno straccio di contraddittorio.
Non è accettabile che i cittadini di questo Paese non vengano messi in condizione di poter conoscere una risoluzione del Consiglio d’Europa nella quale si afferma che “gli Stati devono informare i cittadini che la vaccinazione non è obbligatoria e che nessuno deve farsi vaccinare se non lo vuole” e che occorre “garantire che nessuno sarà discriminato se non è vaccinato”.
Quello stesso Consiglio che pure si è espresso contro l’insana proposta dei certificati di vaccinazione da utilizzare come “passaporto”, con affermazioni che meriterebbero di essere conosciute: “I certificati di vaccinazione devono essere utilizzati solo per monitorare l’efficacia, i potenziali effetti collaterali e negativi dei vaccini […] utilizzarli come passaporti sarebbe contrario alla scienza in assenza di dati sulla loro efficacia nel ridurre la contagiosità, la durata dell’immunità acquisita”.
Non è accettabile che non ci sia stato un solo pubblico contraddittorio per garantire a medici e infermieri, che non intendono farsi inoculare i vaccini anti-sarscov2, le loro ragioni. Non è accettabile che i destinatari di un provvedimento, che li obbliga a vaccinarsi e rende quindi il consenso informato un consenso obbligato e coatto, non abbiano potuto difendersi da un vergognoso linciaggio finalizzato a rappresentarli come untori e irresponsabili. Basta con le gogne che vanno in onda ad ogni ora del giorno e della notte, con la caccia alle streghe e i sinedri sanitari. Non è accettabile che i cittadini non abbiano potuto conoscere i contenuti del rapporto n. 4 del 13 marzo del 2021 prodotto dall’Istituto Superiore di Sanità. Non è accettabile che alcune informazioni fornite dall’ISS restino ignote al grande pubblico. Non è accettabile che le voci di scienziati e medici, che hanno provato ad esprimere le loro perplessità su questa campagna di vaccinazione di massa, siano state silenziate.
C’è un’aria pestilenziale e mefitica in questo Paese in cui da tempo è morto l’art.32 della Costituzione. Non possiamo assistere senza far nulla alla sistematica rimozione di dubbi e domande. Non possiamo accettare che questa pandemia si faccia clava e manganello di regime. Non possiamo accettare il governo di tecnocrazie e che la scienza si faccia dogma. Questo è il contributo che intendo offrire per chiedere che venga onorato quel diritto alla conoscenza che dà forza, sostanza e contenuto alla parola democrazia. Questo è quanto devo a me stesso e alle mie convinzioni.
Mi è di conforto in queste ore leggere il buon Gaetano Salvemini: “Stretti tra totalitari di destra e totalitari di sinistra e assaliti di fronte e alle spalle da fascisti nostalgici, criptofscisti, gesuiti e gesuitanti, noi, tapinelli, ci muoviamo su un terreno che si restringe sotto i nostri piedi ogni giorno un poco di più (e qualche giorno anche molto), come la pelle di zigrino resa immortale da Balzac”.
Maurizio Bolognetti, giornalista, collaboratore di Radio Radicale, per la quale ha tra l’altro realizzato numerosi reportage su vicende di inquinamento ambientale, autore dei libri “Buchi per terra ovvero cinquanta sfumature di greggio”, “Le mani nel petrolio ovvero da Zanardelli a Papaleo passando per Sanremo e Tempa Rossa” e “La peste Italiana. Il Caso Basilicata”. Bolognetti ha collaborato con “Agenda Coscioni” e il settimanale “Il Resto”. Ha costituito nel 2004 l’Associazione Radicali Lucani di cui è Segretario.