Un passo avanti verso la libertà

Deposito quesito referendum eutanasia in cassazione

Martedì 20 Aprile come Associazione Luca Coscioni abbiamo depositato presso la Corte di cassazione la proposta referendaria per la parziale abolizione dell’articolo 579 del Codice Penale, l’unico modo per introdurre nella normativa Italiana la possibilità di porre fine alle proprie sofferenze, in caso di una patologia irreversibile. In questo particolare momento storico vogliamo far sentire la nostra voce per confermare nell’ordinamento Italiano il principio basilare della libertà di scelta, che si attuerebbe non punendo chi aiuta il consenziente a porre fine alla propria vita.

È appena un gradino, la prima tappa di un lungo viaggio dato che è imprescindibile un intervento legislativo per riconoscere definitivamente e a tutti la possibilità di ricorrere all’eutanasia, in maniera legale e non solo grazie al clamore mediatico, alle possibilità economiche o alla sentenza di un tribunale.

Nonostante precise richieste della Corte Costituzionale, proposte di legge di iniziativa popolare, la maggioranza della pubblica opinione ormai favorevole alla libertà di scelta, tutto rimane bloccato per l’ignavia di troppi e per una serie di posizioni oscurantiste che hanno rialzato la testa anche in seguito a taluni eventi della politica Italiana.

Pochi sono i coraggiosi che prendono l’iniziativa ma ormai è quasi impossibile discutere nelle aule parlamentari sui diritti del cittadino, basti pensare al Disegno di Legge Zan che inasprisce le pene verso atti e violenze omofobe, alle proposte di legge circa l’uso terapeutico della cannabis, di cui si vedono privati numerosi malati, in nome di principi etici che nulla hanno a che vedere con il bene comune, ma rappresentano il volto feroce di una concezione integralista che pretende il controllo dello Stato sul corpo dei propri cittadini, impediti a poterne disporre liberamente.

Per fare un piccolo passo in avanti verso la libertà di scelta chiediamo ai cittadini che hanno a cuore la democrazia, la solidarietà, il rivendicare il diritto ad essere tutelati, di esprimere una scelta coerente, di aiutarci e al tempo stesso aiutare il nostro paese a crescere.

Si tratta semplicemente di rispettare e dare attuazione alla nostra Costituzione, definita la più bella del mondo ma solo sulla carta quando all’articolo 3 indica come dovere preciso delle istituzioni il rimuovere tutti quegli ostacoli che impediscono la libertà e l’uguaglianza dei cittadini, invece anche le sentenze della Corte Costituzionale rimangono lettera morta. La situazione attuale deve aprirci gli occhi sul fatto che i diritti civili, grazie ai quali possiamo definirci cittadini a tutti gli effetti, non vanno considerati come un semplice sfondo fisso e immutabile, dato per scontato, è la strada per metterli in discussione fino a perderli, basti pensare a cosa sta accadendo nell’Europa dell’Est nell’indifferenza degli altri membri dell’unione europea e con il tacito consenso di quelle forze retrograde che in Italia bloccano qualsiasi discussione verso le tematiche per cui lottiamo.

La società muta e si trasforma, anzi in questi anni abbiamo assistito a cambiamenti epocali e gli stessi diritti di libertà, per rimanere tali, devono adeguarsi a situazioni nuove e neanche immaginate. Ad esempio, non ha senso vantarsi per l’innalzarsi della media degli anni di vita di ciascun individuo, se poi non ci interroghiamo sulla qualità dell’esistenza se è degna di essere vissuta o è semplicemente un prolungamento di un macchinario o un semplice sostegno artificiale.

Da queste considerazioni nasce il nostro tentativo di dare la parola ai cittadini, di offrire loro questa possibilità, visto che ormai nelle aule parlamentari esistono solo alibi per non procedere, convinti che gli elettori siano più avanti di chi li rappresenta e che meritino di guardare al loro futuro con la speranza di essere liberi fino alla fine, un passo alla volta.