Con una sentenza depositata il 25 marzo scorso, il Tribunale di Grosseto ha stabilito che la Società della Salute di Grosseto (CoeSO) è tenuta a farsi carico delle spese di ricovero di una paziente affetta da una grave forma di schizofrenia e altre patologie concomitanti. Questa decisione si inserisce in un consolidato orientamento della Corte di Cassazione, che prevede la copertura integrale da parte del Servizio Sanitario Nazionale (SSN) per le prestazioni sociosanitarie ad alta integrazione sanitaria, anche in un contesto di assistenza prolungata.
La vicenda riguarda la signora F., colpita da una schizofrenia severa fin dall’infanzia, insieme ad altre patologie. Per oltre ventun anni è stata assistita dalla sorella, che ha svolto il ruolo di amministratore di sostegno. Tuttavia, le istituzioni sociosanitarie hanno ritenuto necessario il ricovero in una struttura specializzata, poiché l’assistenza domiciliare non era più sufficiente a garantirle cure adeguate.
La sentenza è un importante precedente nella giurisprudenza toscana, perché ha stabilito l’Obbligo della Società della Salute di farsi carico delle spese per l’assistenza sociosanitaria pregresse e in corso di erogazione. CoeSO (e non Asl o comune ma l’ente pubblico consortile), in qualità di ente preposto alla gestione dei servizi sociosanitari (ai sensi della Legge Regionale Toscana n. 40/2005, art. 71-bis), ha l’obbligo di reperire i fondi necessari tra gli enti consorziati, ovvero la ASL e il Comune di riferimento.
Si tratta del riconoscimento del sistema integrato dei servizi sanitari e sociali che nella regione toscana vede un riconoscimento istituzionale con personalità giuridica e poteri di gestione e di spesa.
Il Giudice ha inoltre ritenuto sufficienti le allegazioni di parte ricorrente a dimostrare la natura sociosanitaria ad alta integrazione sanitaria dell’assistenza resa alla sig.ra F, senza disporre alcuna CTU.
Sono risultate sufficienti le complete cartelle cliniche del ricovero in RSA, le valutazioni multidisciplinari e una consulenza tecnica di parte per qualificare l’assistenza ricevuta come prestazione sociosanitaria ad alta integrazione sanitaria, senza bisogno di ulteriori periti. La decisione ribadisce un principio chiave, più volte ribadito dalla Cassazione: la qualificazione giuridica dell’assistenza (e la conseguente suddivisione dei costi) dipende esclusivamente dalle condizioni del paziente e dal suo bisogno di cure, indipendentemente dalla struttura in cui avviene il ricovero.
Nel rispetto di questo principio, il Tribunale di Grosseto ha dunque condannato CoeSO a rimborsare alla famiglia della paziente la somma di 102.768 euro, relativa ai pagamenti effettuati per le cure in RSA, oltre agli interessi legali e alle spese legali sostenute.
Ma soprattutto l’Ente dovrà garantire la copertura completa delle spese di assistenza sanitaria anche per il futuro, posto che il Giudice ha accertato e dichiarato il diritto alla copertura integrale dei costi di ricovero e visto che la patologia – ed il bisogno terapeutico connesso, difficilmente potrà regredire in futuro.
Avvocata del Foro di Firenze si occupa di diritto civile, sanitario , sociosanitario, di famiglia, e tematiche bioetiche sui diritti del fine vita e della salute mentale. E’ consigliera del Consiglio Generale dell’Associazione Luca Coscioni, per la quale coordina le campagne sulle terapie psichedeliche. Collabora ed è Consigliera del Direttivo di Aduc, Associazione dei Diritti degli Utenti e Consumatori con sede a Firenze www.aduc.it.