La modificazione del genoma umano e l`intelligenza artificiale stanno per rivoluzionare le nostre vite, e la natura stessa dell`essere umano. Possiamo accettare che cambiamenti di tale portata vadano a beneficiare solo una parte dell`umanità`, e taglino fuori chi non se lo può permettere?
E` questa una delle domande che abbiamo posto a decine di delegati nazionali e esperti che hanno partecipato oggi, 22 febbraio 2018, alla discussione sul “diritto alla scienza” organizzata dall’Italia alle Nazioni Unite su iniziativa dell`Associazione Luca Coscioni insieme all`American Association for the Advancement of Science.
La nostra risposta è che dobbiamo ormai considerare la scienza come parte integrante dei diritti umani fondamentali.
Le Convenzioni Onu già lo prevedono, ma nessuno finora si è preoccupato di farle rispettare, con il risultato che in alcuni Paesi gli scienziati sono nel mirino della repressione governativa, oppure “semplicemente” sono privati dei finanziamenti indispensabili per fare ricerca, oppure sono sottoposti a proibizioni insensate che in nome della “sacralità della vita” animale o vegetale ostacolano la strada verso la scoperta di cure contro malattie mortali oppure lo sforzo per combattere la scarsità di acqua e di cibo.
Il “diritto alla scienza” dunque, non riguarda solo gli scienziati, ma innanzitutto i cittadini di tutto il mondo, che hanno diritto a beneficiare del progresso scientifico, senza subire discriminazioni su base economica o ideologica.
Oltre che ai cittadini e agli scienziati, la scienza sarebbe indispensabile anche per i politici e per la democrazia.
Nell’era delle “fake news” e delle manipolazioni elettorali, nulla come il metodo scientifico è indispensabile affinché il processo decisionale sia basato sui fatti, sulle prove.
Con la conferenza di oggi all’Onu abbiamo dunque dato il via a una vera e propria campagna globale con l`obiettivo di obbligare gli Stati nazionali a rendere conto di come trattano la conoscenza scientifica, nella speranza che la comunità internazionale possa aiutare a governare il progresso scientifico con le armi del diritto e della democrazia.
Se non lo faremo, saranno gli Stati dittatoriali ad organizzarsi per attrarre gli investimenti scientifici, senza i necessari controlli in termini di equità e rispetto dei più deboli.
La conoscenza scientifica è la nuova frontiera dei diritti umani. Da oggi parte una campagna globale per coinvolgere le donne e gli uomini di buona volontà verso l`affermazione di libertà fondamentali per la qualità della vita di tutti.
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Marco Cappato è Tesoriere dell’Associazione Luca Coscioni, Presidente di Eumans, co-fondatore di Science for democracy, promotore del Congresso mondiale per la libertà di ricerca, della campagna Eutanasia legale, di StopGlobalWarming.Eu. Laureato in Economia, è stato deputato europeo radicale e Consigliere comunale e metropolitano a Milano.