Ricordando Francesco D’Agostino

Voglio ricordare In modo inconsueto il Prof. Francesco D’Agostino, nel 2002 Presidente del Comitato Nazionale di Bioetica.
Il Presidente del CNB fu sollecitato da Piergiorgio Welby, presidente dell’associazione Diritti e rovesci Emilio Vesce, con un messaggio in posta elettronica, per il diritto delle persone di decidere le cure con le Disposizioni Anticipate di Trattamento, nel caso di incapacità. La controversia tra i due pensatori ritengo fondante per le battaglie dell’Associazione Luca Coscioni che portano alla PDL di iniziativa popolare Rifiuto di trattamenti sanitari e liceità dell’eutanasia, alla legge 219/17 e poi alle odierne discussioni sulla libertà di scelta alla fine della vita.

Dal forum eutanasia (aperto da Piergiorgio il 1 maggio 2002) di www.radicali.it

23.11.2002
A volte non siamo noi a decidere di quali problemi occuparci, ci sono nodi gordiani che troviamo sulla nostra strada e non possiamo evitare di tentare di sciogliere.

Credo che, ai nostri giorni, uno di questi nodi ineludibili sia l’accanimento terapeutico ed il diritto dei malati ad una terapia medica che non ignori la persona e che non dimentichi di avere a che fare con un uomo il cui volere deve esser rispettato. Le tecniche di rianimazione e gli strumenti che simulano o supportano alcune funzioni vitali hanno creato, in non pochi casi, una dicotomia
insanabile tra ciò che è vita e quella “morte sospesa” che è il risultato di molti accanimenti. Dai membri del Comitato ci si aspetta una parola di chiarezza, un colpo di gladio che, spezzando il nodo, legalizzi il Testamento Biologico e restituisca alla vita e alla morte la loro dignità.
Piergiorgio Welby

RE: 26.11.2002
La ammiro per la sua lucidità e la sua pacatezza. Mi permetta anche di esprimerle tutta la mia solidarietà. E’ difficile, difficilissimo, rispondere ad una lettera come la sua. Perdoni questo mio limite.

Prof. Francesco D’Agostino

MI FA INCAZZARE!…la solidarietà è una moneta che non ha corso legale nelle sale di rianimazione.
RE: 26.11.2002

Prof. D’Agostino, nel ringraziarla per la sollecita e problematica risposta, vorrei cogliere l’occasione per dirle che il mio impegno su questo tema, volutamente ho omesso di parlare di eutanasia e mi sono limitato a sottoporre all’attenzione, sua e del Comitato, il Living will, non è dettato da pregiudizi ma da giudizi maturati nei due mesi trascorsi in “rianimazione”. La mia patologia (distrofia muscolare progressiva) ha causato una insufficienza respiratoria ed il coma. Un protocollo di rianimazione, a mio avviso discutibile sia eticamente che per gli art. 13,
14, 15, del C.D.M. mi ha restituito alla “vita” tracheostomizzato, vincolato ad un ventilatore polmonare, nutrito attraverso una sonda naso-gastrica. Le scrivo usando una tastiera virtuale e il dito indice per digitare.

Come può vedere non si tratta di reazioni emotive o posizioni ideologiche, non ignoro i limiti del living will né il rischio dello slippery slope…ma sono convinto che una società civile debba dare risposte e linee guida…io vorrei che queste risposte e linee guida fossero tali da tutelarmi nel momento di un mio nuovo ingresso in un reparto di rianimazione.
Piergiorgio Welby

Il presidente del Comitato per la bioetica ha risposto al nostro appello.
A mio avviso, pur tenendo in considerazione la sollecitudine nel rispondere e la gentilezza dei modi, ritengo che la posizione del Prof. D’Agostino sia sostanzialmente interlocutoria…vorrei che noi tutti riflettessimo su questo atteggiamento e ne traessimo delle valutazioni per i prossimi passi da compiere.

Il Presidente CNB risponde:

Il Comitato Nazionale di Bioetica ha attivato un gruppo di studio sul tema. Vedremo come sarà in grado di elaborarlo e soprattutto di motivare le sue argomentazioni. Per quanto mi concerne non auspico né “colpi di gladio”, né colpi di altro genere, ma studio, riflessione, serietà e soprattutto NESSUN PREGIUDIZIO, nè di destra né di sinistra, né cattolico, né laico…Resto sempre meravigliato di come su temi intricati e tragici come quelli dell’eutanasia si coagulino reazioni emotive, che subito si induriscono e divengono ideologie, più dure del granito…Può ben darsi (non mi pronuncio in merito) che il testamento biologico meriti un pieno riconoscimento bioetico; quello però che mi sembra certo è che questo (eventuale) riconoscimento non risolverà la maggior
parte dei casi tragici che vengono subito alla mente quando si parla di eutanasia. Non li risolverà perché in gran parte (o nella maggior parte) dei casi i testamenti biologici saranno imprecisi e lacunosi e soprattutto perché saranno ben poche le persone che li sottoscriveranno. Di qui la tentazione dello slippery slope (che già si è manifestata nell’applicazione della legge olandese sulla eutanasia): sostituiamo il testamento biologico (quando manca o quando è inapplicabile) con testimonianze orali o con l’opinione di un tutore del malato…Quello che mi viene di chiedere a tutti, ma proprio a tutti, è una riflessione seria, ampia, articolata, non pregiudiziale, non ideologica, autenticamente “laica” (se è vero che è “laico” chi ragiona prendendo sul serio la realtà e le sue
contraddizioni e non costruendosi ideologicamente una realtà che non esiste).
Cordialmente
Francesco D’Agostino
26 Nov 2002 12:35

FACCIAMO IL PUNTO

Cosa è, a mio avviso, controproducente chiedere. È inutile battersi per una eutanasia “libera” … Si offre ai contrari un’arma per opporsi a “qualunque”

Eutanasia e delle argomentazioni morali ed etiche

Che ogni persona di -buon senso- farebbe sue.
Inoltre il risultato di una tale lotta ci porterebbe ad Un isolamento del quale non sentiamo la necessità.
A chi obbiettasse, ricordando l’aborto e il divorzio, vorrei far notare che la legge costringe ambedue a vincoli e percorsi obbligati (è di oggi la condanna a venti anni per gli Spallone).
Cosa è, a mio avviso, possibile chiedere. Abbiamo buone speranze di successo battendoci Per il diritto degli SVP e dei loro familiari ad una Legge che consenta l’interruzione (anche in assenza di un TB) di queste –morti sospese- le dichiarazioni del prof. Veronesi, fatte nel 2001, vanno in questa direzione.
Dobbiamo batterci, unguibus et rostris, per la legalizzazione E la conoscenza del TB, per il diritto ai malati terminali Di non essere sottoposti a interventi il cui fine sia quello di
Procrastinare la morte per brevi periodi. È molto difficile entrare in dettagli tecnici, mi limito a fare una operazione che definirei “leopardiana” … dal particolare all’universale. ecco tre casi: ho assistito ad un massaggio cardiaco effettuato ad una paziente in SVP andata in blocco. Un paziente di 74anni SLA in fase terminale è stato tracheistomizzato E tenuto in vita per 3mesi in sala di rianimazione, ogni giorno Chiedeva di morire. Il mio caso, d’accordo con la mia compagna Avevamo deciso che avremmo lasciato che la DMP facesse
Il suo corso, dopo una settimana di problemi respiratori Gravissimi ho chiesto un aiuto, sono andato in coma. Un protocollo di rianimazione, a mio avviso discutibile sia eticamente che per gli art. 13, 14, 15, del C.D.M. mi ha restituito alla “vita” tracheostomizzato, vincolato ad un ventilatore polmonare, nutrito attraverso una sonda naso-gastrica.
QUESTE SITUAZIONI NON DEBBONO RIPETERSI!
Chiedo a tutti di avanzare proposte, critiche, linee alternative. Nel caso la maggioranza optasse per una presa di posizione massimalista sono pronto a rimettere il mandato.
Con affetto

il Presidente