Relazione introduttiva di Filomena Gallo per il Consiglio generale del 24 aprile

Fotografia di Filomena Gallo

Benvenuti al secondo Consiglio Generale del 2020, è la prima volta che ci riuniamo con queste modalità vi chiediamo pazienza per qualche eventuale disguido tecnico. Immagino che nessuno di noi avrebbe mai ipotizzato di vivere una realtà più da serie tv di fantascienza che di vita reale. Ancora oggi la mattina mi sveglio e per un attimo mi chiedo se è tutto vero, poi la rassegna stampa conferma che si è tutto vero e che oltre alle solite scaramucce tra partiti e sulla situazione economica, i rapporti di forza, l’economia che non va, Europa si Europa no, c’è anche un aggiornamento sulla Pandemia.Chiaramente anche di pandemia continueremo a parlare anche noi oggi. 

La nostra sede è temporaneamente chiusa, abbiamo chiesto a tutti coloro che collaborano con l’associazione di lavorare da casa già dall’inizio di marzo (anzi fine Febbraio), grazie alle capacità e buona volontà di tutti – e ci dobbiamo ringraziare per questo! – siamo riusciti a riorganizzare le nostre attività proseguendo su più piani  forse ancora più di prima. Con il rischio, che immagino ci accomuni, di non staccare mai. La scelta strutturale che abbiamo fatto è stata  investire buona parte del nostro tempo nella condivisione di conoscenza sulle dimensioni e l’impatto dell’emergenza sanitaria e le sue implicazioni e ripercussioni in termini di legalità costituzionale nel tentativo di articolare delle proposte di governo per l’oggi e  riforme strutturali per il domani.  Una prima lista l’avete ricevuta via mail nei giorni scorsi.

Oltre a non aver mai interrotti le trasmissioni del Maratoneta su Radio Radicale, che ringrazio anche per registrare questo nostro Consiglio Generale, curate da Mirella Parachini e che segue anche Elena Rampello, da ormai due mesi abbiamo ampliati i temi e le informazioni offerte dal sistema d’intelligenza artificiale “CitBot” con risorse interne ed esterne di volontariato e lanciato una serie di podcast interamente dedicati al Coronavirus grazie a Marco Perduca e Rocco Berardo. Abbiamo organizzato cinque incontri del Sabato con la partecipazione scienziati, giuristi ed esperti per definire proposte dell’Associazione a chi deve prendere le decisioni. Alcuni erano a noi noti, altri si sono avvicinati tanto da essersi iscritti all’Associazione. Li ringraziamo doppiamente per questo.

Negli anni abbiamo sempre cercato di onorare il “conoscere per deliberare” e in queste settimane abbiamo avvertito l’esigenza di attivare democrazia. Per “Democrazia” significa, rispetto dello Stato di Diritto, separazione di poteri e assumere  decisioni a seguito di un dibattito pubblico e istituzionale attorno a informazioni accessibili e dati misurabili offerti anche dalla scienza.

Le “misure eccezionali” per affrontare l’emergenza sanitaria devono avere una scadenza. Ma anche nella straordinarietà di questi tempi difficili, la dinamica governo parlamento non può essere sospesa. Il rispetto della salute pubblica non può avvenire a detrimento delle libertà individuali o dell’accantonamento della trasparenza della presa di decisioni.

In base al Patto internazionale sui diritti economici, sociali e culturali, ognuno ha il diritto di “raggiungere il più alto livello raggiungibile di salute fisica e mentale”. Il Patto obbliga i governi a prendere provvedimenti per prevenire le minacce alla salute pubblica e fornire assistenza medica a coloro che ne hanno bisogno. Il Comitato per i diritti economici, sociali e culturali delle Nazioni Unite, che controlla il rispetto da parte dello stato del patto, ha dichiarato che:

Il diritto alla salute è strettamente correlato e dipendente dalla realizzazione di altri diritti umani, come indicato nella Carta dei diritti internazionale, compresi i diritti al cibo, all’alloggio, al lavoro, all’istruzione, alla dignità umana, alla vita, alla non discriminazione, alla parità, il divieto di tortura, privacy, accesso alle informazioni e libertà di associazione, riunione e movimento. 

Questi e altri diritti e libertà sono componenti integrali del diritto alla salute.

Il diritto alla salute prevede che le strutture sanitarie, i beni e i servizi debbano essere:

  • disponibili in quantità sufficiente,
  • accessibili a tutti senza discriminazioni e alla portata di tutti;
  • accettabili, cioè rispettose dell’etica medica e culturalmente appropriate; 
  • scientificamente e medicalmente appropriate e di buona qualità.

Qualsiasi misura adottata per proteggere la popolazione che limiti i diritti e le libertà delle persone deve essere lecita, necessaria e proporzionata. 

Le norme sui diritti umani riconoscono anche che nel contesto di gravi minacce alla salute pubblica e di emergenze pubbliche che minacciano la vita della nazione, le restrizioni su alcuni diritti possono essere giustificate quando hanno una base giuridica, sono strettamente necessarie, basate su prove scientifiche e né arbitrarie né applicazione discriminatoria, di durata limitata, rispettosa della dignità umana, soggetta a revisione e proporzionata per raggiungere l’obiettivo e il mantenimento di democrazia.

Anche se in “distanziamento sociale” che molto probabilmente ci accompagnerà ancora per qualche tempo, dobbiamo poter esercitare e proporre nuove modalità di godimento dei nostri diritti civili e politici. Nella stragrande maggioranza dei casi occorre che vengano previste norme ad hoc, come ad esempio la firma digitale per l’esercizio della partecipazione popolare all’attività normativa prevista dalla Costituzione, ma lo stesso deve poter essere ampliato a tutte le altre opzioni di partecipazione democratica diretta previste dalla Costituzione. Proprio come Marco Gentili e Mario Staderini – e alcuni di noi – chiesero per settimane qualche anno fa con i loro duran adam.

La portata e la gravità della pandemia Covid-19 sono tali da invocare una minaccia per la salute pubblica che potrebbe giustificare restrizioni su alcuni diritti, come quelli derivanti dall’imposizione di quarantena o isolamento che limitano la libertà di movimento. Allo stesso tempo, un’attenzione ai diritti umani fondamentali come la non discriminazione e l’affermazione dei  principi di tutela dei diritti umani come la trasparenza e il rispetto della dignità umana, possono favorire una risposta più efficace alle tensioni che si determinano che si traducono inevitabilmente in periodi di crisi. Tutto ciò è stato ribadito anche il 16 marzo 2020, da un gruppo di esperti delle Nazioni Unite per i diritti umani che ha affermato che:

le dichiarazioni di emergenza basate sull’epidemia COVID-19 non dovrebbero essere utilizzate come base per colpire determinati gruppi, minoranze o individui”.

Ma i problemi non affrontati nel nostro paese che ora emergono maggiormente in questo periodo di crisi fanno tornare al pettine molti dei nodi istituzionali che avevamo denunciato negli anni, tra questi s’è sicuramente l’attenzione alle competenze in materia sanitaria tra stato e regioni, al Sistema Sanitario Nazionale da riformare radicalmente e rafforzare.

Decenni di occupazione partitica delle posizioni dirigenziali lo hanno drammaticamente depotenziato, lasciando troppo spesso solo chi lavora a contatto con le persone, spesso in stato di fragilità, con carenze di strumentazione-possibile che ancora manchino le mascherine?!?!. Carenze che vengono affrontate grazie alla generosità dei cittadini e le loro donazioni per garantire strumentazione necessaria a salvare vite. Solo  negli ultimi 10 anni il sistema sanitario nazionale ha perso 70mila posti letto.

Sono anni che con l’Associazione Luca Coscioni grazie al lavoro di Marcello Crivellini proponiamo riforme che prevedano, tra le altre cose, un sistema di valutazione anche economica in materia Livelli Essenziali di Assistenza. Il Ministero non deve affidare la verifica di congruità LEA alle stesse regioni ma a soggetti esterni. Per anni abbiamo chiesto la riforma del sistema di nomina dei dirigenti nella sanità. La riforma Madia ha solo modificato le procedure, ma le nomine rimangono tutte politiche senza nessun sistema di controllo terzo dell’operato dei manager.

È dal 2008 che nessuno ha voluto presentare, discutere e approvare proposte relativa al  principale strumento di pianificazione il Piano Sanitario Nazionale. E i risultati li vediamo oggi ancora più evidenti!

Le risorse vanno ridistribuite spostandole dal finanziamento delle cure per acuti, che presentano bisogni di salute in diminuzione, a quelle per cronici, disabili e anziani. In questo senso è importante irrobustire in quantità e qualità la medicina di base, l’Assistenza Domiciliare e i servizi extraospedalieri. 

Credo che mai come oggi l’abusato “se non ora quando” debba risuonare forte e chiaro relativamente alla sanità in Italia. Abbiamo il numero più basso d’Europa di medici e infermieri. Come ci ricorda sempre Marcello Crivellini “è il momento che il Ministero sia della Salute e non dalle Sanità”.  E perché ciò accada non c’è bisogno di cambiare la Costituzione è sufficiente che il Ministero della Salute rivendichi il ruolo che gli compete.

In un mondo iper tecnologizzato, l’emergenza virus è stata affrontata con metodi e suggerimenti del Medioevo: chiudere tutto per evitare contagi.

Si è comunque perso moltissimo tempo sia per dichiarare le varie quarantene e per dotarsi delle strumentazioni necessarie per consentire il lavoro al personale medico-sanitario, dei test e far tesoro delle esperienze dei paesi colpiti per prima. È probabilmente presto per individuare responsabilità precise, anche a livello internazionale, ma è certo che buona parte dell’ impreparazione diffusa è stata frutto della mancanza di cooperazione e coordinamento tra centro e periferia. A livello nazionale tanto quanto a livello planetario.

E se il futuro, piuttosto che promuovere riforme strutturali di assetti vecchi di 70 anni o dinamiche che non funzionano, dovesse esser un ritirarsi dalle organizzazioni regionali o internazionali, o tagliare i finanziamenti le cose andranno a peggiorare.

In questi giorni verremo informati su come si pensa di riaprire tutto ma, ancora una volta, ferma restando la mancanza di chiarezza sul come si è arrivato a scegliere alcune modalità piuttosto che altre, senza una comunicazione efficace e univoca si correrà il rischio di non avere misure adeguate  per evitare contagi, visto che ancora non siamo a malati zero. E se dovesse esser confermato che si tratta di un virus stagionale a Settembre ci si potrebbe ritrovare esattamente come a inizio Marzo. Come è emerso dalla riunioni scorse occorre chiarezza su quando sarà messo in sicurezza il personale sanitario, con quali e quanti dispositivi e test, e quali saranno gli operatori dei settori produttivi che potranno riaprire per primi, quali le misure di sicurezza e di controllo che dovranno essere applicate, quali indicatori saranno da utilizzare per verificare i risultati dei provvedimenti presi e come correggere il tiro.

Come ricorderete i punti della Mozione congressuale sono stati trasformati in Petizioni al Parlamento urgenti anche in tempo di urgenze salute e riguardano:  Aborto, Antiproibizionismo sulle Droghe, Biotecnologie verdi, Disabilità, Politiche della Salute, Ricerca scientifica, Ricerca scientifica sulle sostanze controllate.

Dall’ultimo consiglio generale sono state condotte azioni contro ogni forma di discriminazione sia nell’accesso ai servizi da Alessandro Gerardi, abbiamo  diffidato l’INPS per discriminazione nei confronti delle persone  i non vedenti per  l’ accesso ad atti urgenti. Ad oggi non abbiamo ricevuto risposta, diversamente è andata invece la diffida al Ministero della Giustizia relativamente alle  “misure urgenti in materia di accesso al credito e di adempimenti fiscali per le imprese,” pubblicato in formato fotografico che a seguito della nostra diffida è prontamente sostituito.

Per rendere meno pesante questa mia relazione abbiamo pensato di distribuire gli altri aggiornamenti tra le persone che coordinano le varie iniziative.  Le troverete comunque tutte raccolte in un documento che pubblicheremo sul sito. Ricordo solo l’ultima cronologicamente che è stata una richiesta di accesso agli atti relativa alla app “Immuni” scelta dal ministero dell’innovazione tecnologica e che secondo noi presenta numerosi lati oscuri. Anche questa si trova sul sito qui

Prima di concludere voglio invitare tutti i collegati, chi ci ascolta in diretta o ci ascolterà differita a firmare l’appello lanciato dall’Associazione e Science for Democracy. È il frutto di settimane lavoro con tanti voi e con esperti di altri paesi che riteniamo raccolga molte delle sollecitazioni avanzate in questi mesi. 

In conclusione, in un momento in cui occorre coinvolgere le persone nella gestione di una situazione molto difficile per tutti e in cui si invoca quotidianamente e a reti unificate la pratica di un diffuso senso di responsabilità per il rispetto del diritto alla salute, abbiamo ritenuto opportuno dedicare il documento di questo Consiglio generale al “Diritto alla Conoscenza”.

Un diritto che è complementare a quello alla scienza, un diritto che è anche un faro politico, lasciatemi usare quest’espressione, per chi da nonviolento,vuole denunciare leggi che, in questo caso sono imposte in ossequio alla ‘Ragion di Stato’ e la sicurezza nazione, – ma che ha di fatto hanno secretato molte delle decisioni prese in questi giorni. 

Noi restiamo quelli che agiscono per il rispetto dello Stato di Diritto e della possibilità di conoscere e far conoscere  l’individuazione delle priorità politiche e i criteri di governo dei vari fenomeni urgenti che si devono affrontare ivi compresa la valutazione, e la selezioni degli strumenti di organizzazione della vita in comune. Il documento che vi abbiamo anticipato  si articola in  10 punti e nelle ultime ore è stato anche arricchito da proposte di singoli consiglieri che adesso integreremo. 

Grazie per l’attenzione e grazie a tutti gli altri che integreranno questa mia relazione introduttiva.