Il 5 novembre, gli psichedelici possono tornare (legali) dove tutto è “cominciato”: in Massachusetts

Prop 4 Massachussets

Pezzo preparato con Peppe “Coffee” Brescia

A circa 60 anni dall’operato scientifico-culturale del “Quartetto di Cambridge” in Massachusetts si torna parlare di psichedelici, questa volta per modificare le leggi che dall’adozione della Convenzione Onu del 1917 hanno confinato nella clandestinità molecole con enorme potenziale terapeutico. 

Nel suo libro del 2010 “The Harvard Psychedelic Club”, Don Lattin ricorda Huston Smith, che lavorava instancabilmente per promuovere la tolleranza religiosa e spirituale interculturale, Richard Alpert, alias Ram Dass, che avrebbe ispirato generazioni con il suo mantra, “sii qui ora”, Andrew Weil, leader indiscusso della rivoluzione della medicina olistica e, naturalmente, Timothy Leary, l’icona carismatica e ribelle della controcultura e guru dell’LSD. 

Quanto sarà posto al voto il 5 novembre 2024 non avrà la stessa portata di rivoluzione culturale ma sicuramente rappresenta un altro passo di revisione critica e normative della patria storica del proibizionismo sulle droghe.

Nel 2016, sempre con un referendum (anche se si tratta di qualcosa più simile a una proposta di legge d’iniziativa popolare) il Massachusetts aveva legalizzato la cannabis. La Proposition 4, relativa a questioni di drug policy, chiede una parziale regolamentazione di determinate molecole psichedeliche. Il voto avrà luogo il 5 Novembre in concomitanza con le elezioni presidenziali.

La proposta consentirebbe agli adulti di coltivare, possedere e usare cinque sostanze psichedeliche: psilocibina, psilocina, dimetiltriptamina, mescalina e ibogaina. Una regolamentazione che viene definita “limitata” dallo stesso comitato promotore, se il quesito venisse accolto, il Massachusetts diventerebbe il terzo stato, dopo Oregon e Colorado, a implementare una normativa statuale sugli psichedelici di segno chiaramente depenalizzatore. 

Stando alla nota riassuntiva divulgata dal Procuratore Generale dello Stato, per gli adulti sarebbe innanzitutto possibile acquistare le cinque sostanze psichedeliche in luoghi autorizzati, da utilizzare sotto la supervisione di personale incaricato.

Il provvedimento creerebbe inoltre una Natural Psychedelic Substances Commission, ai cui cinque membri verrebbe affidato il compito di amministrare gli aspetti connessi a utilizzo e distribuzione, nonché un Natural Psychedelic Substances Advisory Board, formato da 20 membri, per studiare e offrire raccomandazioni circa regolamentazione e tassazione. 

Gli introiti della commercializzazione sarebbero soggetti all’imposta statale sulle vendite e a una tassa del 15% sul consumo. I singoli “comuni” avrebbero la facoltà di addebitare un’imposta locale separata fino al 2%. 

L’approvazione del Quesito 4 comporterebbe una depenalizzazione riguardo al possesso e coltivazione di piccole quantità per uso personale, consentendo ai maggiori di 21 anni di coltivare sostanze psichedeliche in un’area di 3,6×3,6 metri in casa e di regalarne quantità limitate ad altri adulti. 

Stando ai sostenitori della riforma, la decisione di includere la coltivazione domestica nella normativa si motiva come una misura a vantaggio di coloro che non si trovano nelle condizioni di poter raggiungere un centro di cura.

La proposta non si occupa della questione inerente l’apertura di dispensari specializzati, poiché le vendite al dettaglio si trovano escluse dal quadro normativo formulato e alle singole città non verrebbe accordata la facoltà di vietare le strutture deputate a vendita e somministrazione, come invece concesso dalla legge che regola la Cannabis a livello statale.

Il dibattito attorno alla proposta di legge appare contraddistinto da schieramenti nettamente polarizzati. I promotori della Proposta 4 sostengono che una legalizzazione limitata sarebbe un altro passo importante per invertire il trend repressivo generato dalla War on Drugs; inoltre, facendo riferimento a studi che mostrano il potenziale degli psichedelici come trattamento per le persone alle prese con patologie depressive o con utilizzi problematici di sostanze, sarebbe una riforma anche a favore del diritto all’accesso di terapie innovative.

Da qualche tempo, Boston, capitale del Massachusetts, costituisce uno dei poli di avanguardia nella ricerca su sostanze psichedeliche e salute mentale. Attualmente, sono in corso ricerche sia da parte del Center for the Neuroscience of Psychedelics del Massachusetts General Hospital che del Dana Farber Cancer Institute: nel primo caso, il centro sta studiando un possibile trattamento che combina MDMA e psicoterapia per curare il disturbo da stress post-traumatico nei veterani, nel secondo si sta indagando sull’efficacia della psilocibina come farmaco antidepressivo nei pazienti affetti da cancro.

Gli oppositori temono dal canto loro il divario tra regolamentazioni statali e legge federale, se la Prop 4 dovesse passare, la misura regolerebbe sostanze che a livello federale rimarrebbero illegali. Secondo Chris Keohan, portavoce della Coalition for Safe Communities, comitato contrario alla riforma, la depenalizzazione della coltivazione domestica darebbe in aggiunta agio alla proliferazione di un mercato parallelo rispetto a quello legale. Il fronte proibizionista si appella anche ai costi elevati mostrati dalle terapie psichedeliche che creerebbero una forte limitazione nell’accesso ai trattamenti.

A prescindere dall’esito della consultazione popolare, il Quesito 4 contribuisce al dibattito sugli psichedelici che negli USA è sempre più vivace, nonostante i recenti e significativi veti posti al riconoscimento medico di queste molecole da parte degli enti regolatori. 

Nel suo libro Don Lattin ripercorre la storia del “Quartetto di Cambridge” anche don aneddoti divertenti e commoventi che incrociarono il famigerato Progetto Psilocibina di Harvard nei primi anni ’60 divenendo pionieri del movimento Mente/Corpo/Spirito che avrebbe reso popolare lo yoga, il vegetarianismo e il misticismo orientale nel mondo occidentale.

Tutto ciò non rientra nella Prop 4, ma se dovesse passare  il Massachusetts potrebbe dotarsi di una delle norme più avanzate in materia di sostanze psichedeliche negli USA che entrerebbero in vigore il 15 Dicembre 2024.