Inizio questo mio intervento ringraziando Marco Perduca, per il lavoro prezioso che sta facendo per contribuire a portare all’interno dell’Associazione Luca Coscioni e in Italia un pezzo di questione femminista molto importante. E non mi riferisco alla sua attenzione costante a evitare i panel “tutti maschi” o gli stimoli a usare un linguaggio inclusivo.
Mi riferisco a un’altra battaglia che si affianca a quelle storiche sulla disponibilità del nostro corpo – l’aborto e la salute sessuale e riproduttiva. Infatti il tema del Disturbo Post Traumatico da Stress (PTSD) e delle potenzialità terapeutiche degli psichedelici che abbiamo affrontato con MAPS Italia venerdì (e a luglio con il webinar PTSD: un dialogo di testimonianze e persone esperte sulle nuove frontiere terapeutiche)
È una lotta che ci parla del diritto di riappropriarci della nostra mente, oltre che del nostro corpo. Con la speranza di poterla curare.
Il PTSD è un disturbo che non solo si fatica a farsi diagnosticare, ma prima ancora si fa fatica a comprendere di avere. E a differenza di altre malattie o disturbi non si può prevenire. Perché oltre a essere famoso per essere il frutto avvelenato dei veterani delle guerre geopolitiche, matura anche in guerre altrettanto drammatiche e più nascoste: le guerre delle notti di cui parlava Pannella. Non le notti di amore, ma notti ben più dolorose, perché sono le guerre dell’intimità domestica. Sono guerre che non ti aspetti di vivere.
Questo fronte di iniziativa sugli psichedelici per la cura del PTSD consente all’Associazione Luca Coscioni di aprire un fronte di lotta di cui ancora una volta troppo poche persone volenterose si occupano, quello della cura della mente delle donne sopravvissute alla violenza. O delle persone LGBTQIA+ vittime e sopravvissute alla violenza omolesbobitransfobica.
Portare questo tema dal corpo “delle malate al cuore della politica” significa incardinare nuovi fronti, a disposizione di chi per esempio volesse riempire il vuoto pneumatico della politica dei partiti di cui ci parlava Marco Cappato nella sua analisi del nuovo arco costituzionale.
I Centri Antiviolenza fanno un lavoro straordinario, ma sempre con troppe poche risorse. Come in tanti altri ambiti le poche risorse costringono a scegliere di lavorare sull’emergenza, quindi supportare le donne in pericolo di vita o che cercano di uscire dalla situazione di violenza. Occuparsi di PTSD significa invece occuparsi del dopo, della vita quotidiana, resa difficilissima da incubi, flashback, pensieri intrusivi, attacchi di panico, depressione, sintomi che rendono certi giorni una sfida difficilissima per le sopravvissute.
Occuparsi di PTSD significa occuparsi di un quotidiano di cui si sa ancora troppo poco e di cui non sono ancora del tutto noti i termini dell’impatto, individuale e collettivo.
Questo come iscritta mi rende estremamente orgogliosa.
Nel suo intervento Lorenzo Mineo ha già illustrato i temi che riguardano l’impegno dell’Associazione Luca Coscioni sulla protezione del diritto dei diritti, il genitore 1 lo potremmo chiamare: La Democrazia. Ci invito a riascoltare nei prossimi giorni gli interventi di Filomena Gallo e Marco Cappato, perché spiegano meglio di quanto potrei mai fare io, la centralità sostanziale di questo lavoro.
Come alcune di voi sanno con Marco Cappato sono co-presidente del movimento paneuropeo di iniziativa popolare e nonviolenta EUMANS. Uso dunque l’occasione di questo mio intervento per condividere alcuni punti di caduta istituzionali e non in cui come EUMANS faremo da ponte nell’Unione Europea:
1) con Science for Democracy stiamo organizzando l’incontro “(Digital) Democracy is a fundamental Right” per approfondire l’analisi anche europea sull’innovazione digitale (e non solo) al servizio della democrazia, a partire dal regolamento EIDAS che è uno dei cardini dei ricorsi per la firma digitale della Lista Referendum e Democrazia.
Nello stesso contesto organizzeremo una prima assemblea di cittadine e cittadini (in parte se riusciremo anche estratti a sorte) sui temi del fine vita in chiave europea con il progetto europeo TEA Project per cui EUMANS ha ottenuto il suo primo finanziamento europeo in collaborazione con l’organizzazione Euroepan Alternatives.
2) a marzo si terrà il secondo Congresso di EUMANS, ancora a Varsavia.
Abbiamo l’obiettivo di preparare il terreno anche per nuove attivazioni di strumenti di partecipazione democratica (per esempio le iniziative dei cittadini europei), sicuramente a partire dalla cannabis e del testamento biologico europeo (e ringrazio per questo Carla Pisi e Francesca Re per il lavoro preparatorio fatto quest’anno). Faccio notare che il testamento biologico europeo potrebbe incardinarsi proprio sul regolamento EIDAS cui facevo riferimento rispetto alla firma digitale.
3) l’apertura del Gruppo EUMANS Referendum e Democrazia proprio per far si che questa lotta per la democrazia digitale e il percorso avviato con la Lista Referendum e Democrazia possa avere durata.
Concludo ringraziando per questo Congresso che ancora una volta dimostra una straordinaria intelligenza collettiva, e un’apertura che aiuta a sentirsi meno impotenti. Che in tempi bui la speranza è la cosa più preziosa di tutte. E ci aiuta a restare sintonizzate sulla vita.
Virginia Fiume (1983) coordina a Bruxelles le iniziative nell’Unione Europea dall’Associazione Luca Coscioni e di Science for Democracy ed è co-presidente di Eumans, movimento paneuropeo di iniziativa popolare per la democrazia, le libertá e la sostenibilitá. Laurea in Lettere Moderne all’Università degli Studi di Milano, specializzazione in Antropologia dei Media alla School of Oriental and African Studies di Londra, ha lavorato nel settore del giornalismo online, della comunicazione digitale e dello sviluppo ed educazione all’utilizzo di software nell’ambito editoriale.
Nel 2007 ha pubblicato il romanzo best-seller “Voglio un mondo rosa shokking” edito da Newton Compton.