La mobilitazione di chi allora non avrebbe voluto la legalizzazione del divorzio e dell’aborto, oggi contro il referendum per legalizzare l’eutanasia.
Si assiste in queste ore a un’ampia mobilitazione e presentazione di memorie presso la Consulta di associazioni pro vita e pro famiglia (i No Eutanasia che sarebbe meglio definire “no choice”) di area cattolica integralista contro la possibilità per gli italiani di poter votare quanto richiesto da oltre un milione e duecentomila cittadini quest’estate: il Referendum sull’Eutanasia legale.
Si mobilitano oggi, come hanno fatto ieri contro il divorzio e l’aborto. La strategia è quella messa in campo al tempo dei referendum sulla libertà di ricerca e la fecondazione assistita: il sabotaggio. Questa volta sono partiti in anticipo, chiedendo l’inammissibilità del quesito (anche quello per la legalizzazione della cannabis) prefigurando scenari inesistenti sia sul piano della realtà sociale sia della realtà giuridica del paese. L’attacco al referendum parte anche silenziosamente dai partiti che non vogliono scegliere, come non hanno scelto nonostante il tempo dato loro dalla Consulta.

Rocco Berardo è consigliere generale dell’ALC. Avvocato, è stato consigliere regionale del Lazio dal 2010 al 2013 quando ha fatto esplodere, insieme al gruppo della Lista Bonino Pannella, lo scandalo sui fondi ai gruppi regionali, dilagato in tutta Italia come “scandalo delle spese pazze”. È coordinatore delle iniziative sui diritti delle persone con disabilità dell’ALC. Fa parte del collegio difensivo delle disobbedienze civili riguardanti il fine vita, a partire dal caso di Dj Fabo.