Mo’ basta con ‘sto Frankenfood!

Illustrazione contadino e scienziato

A marzo del 2019, dopo aver organizzato “merende CRISPR” a Roma, Milano e Bari, l’Associazione Luca Coscioni e Science for Democracy convocarono una manifestazione davanti al Parlamento europeo di Bruxelles con lo slogan “Give CRISPR a Chance”. Per quella distribuzione di pudding di riso geneticamente editato, Marco Cappato e Marco Perduca furono identificati dalle autorità e successivamente interrogati dall’Agenzia per la sicurezza alimentare del Belgio.

Prima, durante e dopo quelle azioni di “disobbedienza alimentare”, l’Associazione Luca Coscioni ha continuato la sua opera di condivisione di informazione scientifica e condivisione dei danni causati dal proibizionismo all’agricoltura italiana lavorando a emendamenti alle bozze del programma Horizon Europe che erano in discussione al Parlamento europeo, presentando petizioni alle istituzioni nazionali e continentali fino a mettere in guardia le Nazioni unite della necessità di non escludere le biotecnologie nel momento in cui venivano chiariti gli elementi che costituiscono il diritto alla scienza. Un lavoro simile è stato fatto nel 2023 in merito alla carne coltivata. 

Questa opera portata avanti con iniziative pubbliche e contatti sottotraccia pare che alla fine stia dando i suoi frutti! Infatti è di questi giorni la notizia che la Commissione europea sta finalizzando una legge per legalizzare le nuove tecnologie di modifica genetica per le colture in tutta l’Unione europea.

Il regolamento europeo sugli OGM, da sempre ritenuto dagli esperti dell’Associazione ultra restrittivo e denunciato come tale in decine di mozioni generali, ha creato irragionevoli ostacoli per la coltivazione di colture geneticamente modificate, consentendo ai paesi dell’UE di vietarle anche dopo che ne è stata dimostrata la sicurezza. 

Impermeabile al progresso scientifico, e malgrado nel 2018 le università di Pisa avessero chiarito che la precauzione normativa non aveva più ragione d’esistere, la Corte europea di giustizia ha adottato una sentenza che equiparava le nuove tecniche di coltivazione agli OGM; di lì a qualche mese lo Scientific Advisory Mechanism della Commissione pubblicava un documento in cui lamentava tale decisione. La scienza era stata tirata formalmente in ballo dopo la decisione della Corte creando enormi problemi alla ricerca europea.

Anche a seguito del Nobel per la chimica 2020 assegnato a Emmanuelle Charpentier e Jennifer A. Doudna per la loro invenzione di CRISPR e il lavoro di coalizioni tipo Re-imagine Europa (ritenute dal gruppo Verde al PE tra le lobby più potenti e pericolose d’Europa…) tutta questa ignoranza, ideologia, mancanza di confronto istituzionale tra scienza e decisori parrebbe finalmente esser arrivata alla fine di un lungo tortuoso e controproducente percorso. Le nuove norme infatti ridurranno la burocrazia, ma non le previsioni circa la sicurezza alimentare, per consentire un più facile accesso al mercato per le piante coltivate con le “nuove tecniche genetiche”, come CRISPR-Cas9. Tecniche che prendono di mira geni specifici senza necessariamente introdurre materiale genetico dall’esterno del pool genetico dei selezionatori. Le nuove regole vanno incontro alle richieste delle multinazionali come Bayer, Syngenta e Corteva, che insieme controllano buona parte del settore della selezione vegetale, ma anche da una miriade di aziende più piccole, scienziati e gruppi di agricoltori.

Contrari invece politici verdi, gruppi di difesa ambientale, piccoli agricoltori biologici e biodinamici e oltre 400.000 cittadini dell’UE che hanno firmato una petizione contro la deregolamentazione di quelli che chiamano “nuovi OGM”. Per loro le nuove regole rafforzeranno ulteriormente il potere delle multinazionali, consentendo loro di rivendicare brevetti su colture che avrebbero potuto essere ottenute attraverso metodi di allevamento convenzionali, minacciando al contempo la produzione non geneticamente modificata e/o biologica. Anche qui vengono avanzati dubbi sulla sicurezza delle nuove tecniche.

Secondo quanto contenuto in una bozza citata dal sito Politico.eu, il nuovo regolamento europeo andrebbe a semplificare le regole per un sottogruppo di “nuove” colture che sono ritenute equivalenti alle colture ottenute con tecniche di coltura tradizionali. L’obbligo di etichettare gli alimenti come “OGM” non si applicherà più a queste piante “convenzionali” né saranno soggette a valutazioni del rischio da parte delle autorità di regolamentazione della sicurezza alimentare.

Mercoledì 5 luglio, la Commissione europea dovrebbe pubblicare la proposta di legge sulle colture geneticamente modificate, come parte dell’ultimo pacchetto di misure nell’ambito dell’agenda Green Deal per l’ambiente e la sostenibilità che dovrebbe includere una nuova legge sulla salute del suolo, revisioni degli aspetti relativi ai rifiuti alimentari e tessili e la legislazione sulle sementi e altro materiale riproduttivo vegetale e forestale.Norme simili sono state recentemente incluse nel decreto siccità in Italia, sarà interessante vedere come gli scettici nei confronti della scienza le sosterranno e chi invece invoca la scienza in merito al riscaldamento globale le osteggerà. Il mondo è bello perché è vario ma di fronte alla necessità di promuovere la sostenibilità e la sicurezza alimentare, e non solo in Europa, la propaganda elettoralistica andrebbe messa da parte.