L’Italia proponga riforme globali per favorire il diritto alla salute e alla scienza

Il 7 aprile è la Giornata Mondiale della Salute, quest’anno le preoccupazioni e azioni per tutelare la salute di miliardi di persone sono al centro dell’attenzione pubblica e delle scelte, anche drammatiche, di decine di governi per via del coronavirus.

Le istituzioni sono state prese alla sprovvista, un po’ perché le pandemie sono rarissime, un po’ perché da troppo tempo gli investimenti nella tutela del diritto alla salute hanno subito drastici tagli orizzontali per cui anche le dotazioni meno sofisticate, come le mascherine, le tute o le soluzioni per sanitizzare, mancano al personale medico e sanitario.

Le attività dell’Associazione Luca Coscioni mirano da sempre a promuovere la  libertà la ricerca scientifica proprio al fine di garantire una effettiva applicazione del diritto alla salute. Dal 2002 abbiamo elaborato proposte, lanciato iniziative referendarie, popolari, campagne nazionali e internazionali per rafforzare il legame tra il diritto alla salute e quello alla scienza.

Le celebrazioni della Giornata Mondiale della Salute di questo 2020 pongono ancora con maggior forza la necessità di transnazionalizzare le azioni per consentire a tutti una vita migliore facendo tesoro delle ricerche dei centri di eccellenza nel mondo ricco affinché tutti se ne possa godere i benefici.

Nella sua conferenza stampa di presentazione della Giornata Mondiale, il Direttore Generale dell’Organizzazione Mondiale della Sanità Tedros Adhanom Ghebreyesus, oltre ad aver ricordato la necessità di investire nella formazione e nel coinvolgimento di infermiere e infermieri, ha fatto propria la proposta avanzata qualche settimana fa dal Costa Rica affinché si crei un coordinamento volontario per la raccolta e la condivisione di diritti su brevetti, dati su test, norme  e qualsiasi altra informazione necessaria da condividere per lo sviluppo di farmaci, vaccini e diagnostica relativi al Covid-19.

Si tratta di una proposta di buon senso e di “buon governo” che l’Italia, già principale promotrice della risoluzione sul prezzo delle medicine adottata dall’OMS a maggio 2019, dovrebbe far propria e rilanciare tanto in vista della prossima riunione dell’Organizzazione Mondiale della Sanità quanto della Assemblea Generale dell’ONU in programma per settembre 2020.

Grazie al contributo di decine di esperti, l’Associazione Luca Coscioni e Science for Democracy sono al lavoro per presentare una serie di raccomandazioni affinché l’emergenza sanitaria corrente ed eventuali emergenze future siano affrontate nel rispetto del diritto alla scienza e quindi garantendo massima condivisione, cooperazione e coordinamento a livello planetario a favore della salute individuale e del benessere pubblico nel pieno rispetto delle libertà civili.

Molte di queste raccomandazioni sono state condivise nel corso delle assemblee pubbliche che l’Associazione Luca Coscioni organizza da metà marzo per affrontare il coronavirus tra scienza, diritti e decisioni istituzionali. Presto pubblicheremo la lista dei primi sottoscrittori.

A circa 100 giorni da quando l’OMS è stata informata dell’esistenza del nuovo virus, la ricerca scientifica ha accelerato a una velocità incredibile: il genoma virale è stato mappato all’inizio di gennaio e condiviso a livello globale, più di 70 paesi hanno aderito alla Prova di solidarietà promossa dall’OMS per accelerare la ricerca di terapie efficaci e circa 20, tra istituzioni e aziende, stanno lavorando per sviluppare un vaccino. Prima di poter avere dei risultati verificati, tuttavia, occorrerà ancora del tempo.

L’Italia, che sta vivendo un momento drammatico per la diffusione del virus e che offre cure d’eccellenza grazie ai suoi istituti di ricerca e reparti ospedalieri, può giocare un ruolo chiave per la prevenzione di future epidemie. Sostenere la proposta del Costa Rica sarebbe un primo importante passo, insieme al far proprie le raccomandazioni che presenteremo sabato 11 aprile durante la quarta assemblea pubblica con scienziati, giuristi e politici per contribuire a elaborare riforme strutturali globali promosse grazie al dialogo tra scienza, diritto, diplomazia e politica.