L’ENI, il MIUR e la Basilicata colonia petrolifera

Nota di Maurizio Bolognetti, segretario di Radicali Lucani, membro di presidenza del PRNTT e Consigliere generale dell’Associazione Luca Coscioni

Osservo l’agire delle compagnie petrolifere che operano nella nostra Basilicata e vado convincendomi sempre di più che siamo una regione a sovranità limitata.

L’ultima trovata dell’Eni, dopo le visite guidate di scolaresche al Centro Olio e la distribuzione di caramelle nelle scuole di ogni ordine e grado, si chiama “Itinerario Energetico in Basilicata”.

All’albo pretorio di tutte le scuole d’Italia è stata affissa una circolare, con tanto di logo del MIUR (Ministero della Pubblica Istruzione), nella quale si propone un viaggio in lucania (organizzato nell’ambito dell’alternanza scuola-lavoro) sponsorizzato da Eni, che, bontà sua, si accollerà parte delle spese di trasporto.

Quattro giornate da sogno in cui i malcapitati studenti visiteranno, tra l’altro, il COVA (Centro Olio Val d’Agri) e, udite udite, il parco eolico di Montemurro. Al termine del tour di indottrinamento verranno certificate 23 ore di alternanza scuola-lavoro e ad ogni studente verrà consegnata una foto con dedica firmata da Claudio Descalzi.

L’impressione che emerge dalla lettura della sopra citata circolare è che la premiata agenzia di viaggi Miur-Eni stia dando nuova linfa a un noto comandamento del famoso, o per meglio dire famigerato, decalogo del milite fascista: “La patria si serve anche facendo la sentinella a un bidone di benzina”.

Sottovoce e con quel tanto di garbo di cui ancora sono capace, vorrei provare ad offrire un suggerimento ai compagni/camerati del Ministero della verità, pardon dell’Istruzione, e alla stessa Eni: per rendere il viaggio davvero istruttivo occorrerebbe affiancare al cosiddetto itinerario energetico anche un itinerario dei disastri.

Sì, i disastri prodotti da oltre un ventennio di attività di ricerca e coltivazione idrocarburi. Agli studenti, cari amici del Ministero, cari dirigenti scolastici, raccontate della perdita di oltre 400 tonnellate di greggio fuoriuscite dai serbatoi del Cova, mostrategli i terreni imbottiti di fanghi petroliferi in quel di Corleto Perticara, parlategli dei costi ambientali che stiamo pagando a causa di scelte miopi e per nulla lungimiranti.

All’itinerario energetico sponsorizzato dall’Eni, affiancate almeno una giornata di studio da dedicare alla lettura dei documenti prodotti dal Club di Roma e dagli scienziati dell’Ipcc, il panel intergovernativo dell’Onu che studia i cambiamenti climatici.

A questi poveri studenti mostriamo le bellezze della Basilicata e non solo i misfatti.

Forse, e dico forse, così facendo li educheremo a un necessario rispetto della natura, del paesaggio, dell’ambiente e non ci limiteremo a far sì che diventino strumento di una sempre più insopportabile e pervasiva propaganda Eni.