E’ dunque passato l’anniversario dei 12 anni dal referendum sulla legge 40 (fecondazione e ricerca) senza che nessuno, tranne l’Associazione Luca Coscioni, abbia battuto un colpo. Non hanno battuto un colpo i “trionfatori” di allora: quelli che “sulla vita non si vota” perché già avevano votato loro con le loro truppe parlamentari clericali e avevano a disposizione i soldi dell’otto per mille per condurre la loro battaglia illegale per il sabotaggio delle urne. Ma non hanno battuto un colpo nemmeno gli “sconfitti” di allora: quelli che invece avrebbero potuto celebrare con noi i 12 anni successivi di vittorie interrotte nei tribunali, davanti alla Corte Costituzionale e alla Corte europea dei diritti umani. Di chi parliamo? Della sinistra sedicente “democratica” e “progressista”. Di coloro che trascinammo a forza nella campagna referendaria, e che poi finirono per impegnarvisi anche molto, ad esempio sotto le insegne dei Democratici di Sinistra guidati da Piero Fassino. Partiti e partitini della sinistra ufficiale, femministe, sindacati… Nessuno di loro ha voluto dedicare reale attenzione a quanto accaduto in questi anni, perché, oltre a salutare le vittorie ottenute nei tribunali grazie al coraggio delle coppie e alla competenza di avvocati militanti come Filomena Gallo, avrebbero al contempo dovuto constatare il fallimento della sinistra politica quando e come ha avuto l’occasione di governare.
Il simbolo di tale impotenza è il permanente divieto nella legislazione italiana della ricerca scientifica sugli embrioni umani, persino quelli che saranno comunque destinati alla distruzione. Essendo un divieto sopravvissuto al giudizio della Corte Costituzionale, che ha preferito rimandare la palla al Parlamento, è un divieto tutt’ora intatto, sopravvissuto agli esecutivi Prodi, Letta, Renzi e Gentiloni, oltre che a Berlusconi e Monti. Ogni possibile sondaggio sul tema mostra una consistente maggioranza di italiani favorevoli a consentire quella ricerca scientifica che costituisce concreta speranza contro malattie devastanti per milioni di cittadini. Quegli stessi sondaggi registrano un plebiscito tra il cosiddetto elettorato di sinistra. I 12 anni dal referendum sulla legge 40 sono dunque, per la sinistra ufficiale italiana, il simbolo della propria stessa impotenza, irrilevanza e incapacità a governare in sintonia con le esigenze e richieste del proprio popolo.
Salutiamo l’eccezione rappresentata dalla Ministra Valeria Fedeli, che ha espresso la propria contrarietà al divieto alla ricerca sugli embrioni, e da Parlamentari come il Senatore Sergio Lo Giudice, il Senatore Luigi Manconi, il Sottosegretario Benedetto Della vedova, le Deputate Pia Locatelli e Mara Mucci, i quali con Emma Bonino e tanti altri hanno partecipato all’evento organizzato dall’Associazione Luca Coscioni o si sono iscritti -come la relatrice sulla riforma della legge 40, Donella Mattesini- per celebrare quella sconfitta trasformata negli anni in vittoria. Per tutti gli altri, un tale simbolo di impotenza politica non poteva che avere come destino la rimozione più assoluta.
Siamo e saremo i primi a dare atto quando e se qualcuno di loro deciderà di impegnarsi su questi fronti. Per il momento, con l’Associazione Luca Coscioni, possiamo comunque garantire che noi andremo comunque avanti.
Marco Cappato è Tesoriere dell’Associazione Luca Coscioni, Presidente di Eumans, co-fondatore di Science for democracy, promotore del Congresso mondiale per la libertà di ricerca, della campagna Eutanasia legale, di StopGlobalWarming.Eu. Laureato in Economia, è stato deputato europeo radicale e Consigliere comunale e metropolitano a Milano.