La Provincia stoppa accesso a informazioni tra petrolio e paradossi

Editoriale di Maurizio Bolognetti per La Gazzetta del Mezzogiorno (ed. Basilicata) di martedì 9 luglio 2019

Chi governa la Provincia di Potenza, il Presidente Guarino o alcuni funzionari che ritengono di poter gestire informazioni ambientali come se si trattasse di dati top secret? Definire paradossale il carteggio intercorso con l’ing. Santoro sulla vicenda dell’inquinamento delle matrici ambientali di contrada La Rossa sarebbe stato mero eufemismo.

No, non siamo nella categoria del paradosso, ma semmai del surreale e del kafkiano. A fronte di una richiesta di informazioni che ha un oggetto chiaro e inequivocabile, uno degli innumerevoli siti inquinati inseriti nell’anagrafe dei siti da bonificare, l’impagabile dirigente della Provincia di Potenza sta trasformando la richiesta avanzata in una sua personale guerra, tesa ad impedire l’accesso ad informazioni di rilevante interesse pubblico. Il carteggio, che da giugno, intrattengo con la Provincia di Potenza, testimonia l’ottusità di una burocrazia che, con le sue interpretazioni, tradisce la ratio legis che ispira le norme in materia di accesso alle informazioni ambientali.

Nel XXI secolo e nell’era dell’informatica, e nonostante quanto previsto dal Decreto Legislativo 7 marzo 2005 n. 82, sembra che la Provincia di Potenza prenda le sue decisioni come se ci trovassimo ai tempi che hanno preceduto l’invenzione del telegrafo. Da antologia l’affermazione di Santoro e assistenti con la quale mi viene chiesto di essere meno vago. Vago? Lor signori definiscono vaga e generica una richiesta che ha un oggetto chiaro e inequivocabile: l’inquinamento delle matrici ambientali nell’area di contrada La Rossa. Le risposte fornite dalla Provincia di Potenzaad una richiesta di accesso agli atti, avente per oggetto un sito inserito nell’anagrafe regionale dei diti da bonificare, ci offrono la plastica rappresentazione di una Pa nemica del cittadino e impegnata a negare l’accesso e l’acquisizione di informazioni ambientali di rilevante interesse pubblico.

Il tutto con buona pace della Convenzione di Aarhus, di direttive comunitarie e de Dlgs 195/2005 e, udite udite, dell’Eni, che in quanto controinteressato con intelligenza ha scelto di non provare ad opporsi, come pure aveva fatto in passato su altre vicende, trincerandosi dietro improbabili e improponibili segreti da tutelare. La verità è che l’unica cosa “vaga” in questa vicenda è rappresentata dalle motivazioni che hanno indotto la Provincia ad archiviar le contravvenzioni comminate all’Agenzia per l’Ambiente per un importo complessivo di oltre 800mila euro. Al Presidente Guarino e a me stesso voglio ricordare quell’articolo 98 della Costituzione che recita: “I pubblici impiegati sono al servizio esclusivo della Nazione”. Se nelle prossime settimane non dovessi ricevere le risposte che attendo, se non dovesse prevalere il buon senso e le ragioni del diritto alla conoscenza, mio malgrado mi vedrò costretto ad usare le uniche “armi” che un nonviolento può utilizzare.

Mi auguro che il Presidente Guarino sappia e voglia intervenire con forza, nella consapevolezza che la tracotanza e l’arroganza sono il volto di una Pa lontana anni luce dall’anglosassone concetto del civil servant.