Ben ritrovati a tutti i convenuti,
La serenità che in genere diamo per scontata nello svolgersi delle nostre vite, è bruscamente venuta meno con l’esordio imprevedibile, dirompente e drammatico del COVID-19, fino a consegnarci, con fasi altalenanti, un 2020 che vorremmo tutti dimenticare. Il programma di vaccinazioni su larga scala ci permette però di prevedere un progressivo ritorno alla vita normale, ritrovando il piacere delle interazioni personali e della socialità nell’ambito famigliare e associativo.
Ovviamente speriamo che questo ragionevole auspicio, diventi presto una solida realtà, in particolare perché finalmente si è imposta una ragionata fiducia verso la scienza come unica possibilità di salvezza, relegando ai margini tante posizioni pseudo scientifiche, basate sull’opinione dei non addetti ai lavori. In particolare voglio sottolineare che è possibile uscire dall’emergenza solo se siamo in grado di salvarci tutti e se riusciamo a far comprendere a più persone possibili come la scienza e la ricerca scientifica vanno considerate alla stregua di un diritto umano e che a ciascuno debba essere garantito il poter far proprio tutto ciò che a disposizione per salvare la propria esistenza o renderla meno dolorosa.
Per quanto riguarda le dinamiche che ci stanno più a cuore e che sono il fondamento del nostro esserci, certo in questa parentesi nel fluire quotidiano della vita del pianeta, noi non ci siamo mai fermati. L’obiettivo delle 500.000 firme necessarie per il deposito del quesito referendario sul fine vita è stato dunque raddoppiato, con le 640.621 firme cartacee raccolte ai tavoli in tutta Italia, grazie all’impegno di innumerevoli volontarie e volontari, verso i quali va la nostra gratitudine e il nostro sostegno e le 372.000 firme sottoscritte online tramite la firma digitale, un nuovo strumento di democrazia diretta, divenuto realtà grazie ad un impegno ed una pressione costante sulle istituzioni, che ci ha visto in prima linea. Ora è arrivato il momento di dare la parola ai cittadini.
Sono infatti trascorsi 8 lunghi anni dal deposito della proposta di legge per l’Eutanasia Legale e la Corte costituzionale per ben due volte ha richiamato ufficialmente il Parlamento affinché provvedesse a regolamentare una situazione così delicata, lasciata senza regole precise. Richieste rimaste tutt’ora senza risposta. Ora è invece arrivato il momento di sostenere la campagna Referendaria per l’Eutanasia Legale, il raggiungere un traguardo fondamentale per la libertà e la dignità di tutti è infatti a portata di mano.
Dopo tanto tempo trascorso inutilmente, il Referendum sull’Eutanasia Legale rappresenta l’unico strumento a disposizione per affermare il principio di autodeterminazione della persona e la garanzia per tutti di poter decidere il proprio fine vita senza le discriminazioni che oggi ancora esistono. Soprattutto finalmente prendendo atto che l’eutanasia esiste e diventa ogni giorno più necessario un quadro legale per assicurare un’uguaglianza finora negata dalle differenze sociali o dalla visibilità mediatica che si è riusciti ad accendere intorno al proprio dramma.
Certo non possiamo tacere il successo di un’altra proposta referendaria, proveniente sempre da associazioni e movimenti a noi contigui e sostenitori delle nostre iniziative, mi riferisco infatti alla richiesta di depenalizzazione della coltivazione per uso personale di cannabis e la conseguente non punibilità penale di tale uso. Nonostante siano state raccolte in poche settimane oltre 600.000 firme online, ci si è trovati di fronte al boicottaggio delle istituzioni locali, infatti ad oggi oltre un terzo dei Comuni ancora non ha inviato al Comitato promotore i certificati elettorali dei sottoscrittori, così da dimostrare la loro iscrizione alla liste elettorali, come previsto dalla normativa. Per questo motivo è stata chiesta la proroga dei termini per la raccolta e la consegna delle firme e considerato il successo di tale iniziativa, risultano ancora più antidemocratiche le lungaggini burocratiche che possano mettere a rischio la volontà degli elettori.
La prossima primavera, salvo sorprese e imprevisti la democrazia italiana potrebbe compiere un decisivo passo in avanti, adeguandosi ai tempi e alle nuove esigenze, grazie alla partecipazione della parte maggioritaria del paese, ormai convinta della necessità di nuove forme di libertà ed autodeterminazione. Una stagione di crescita e di consapevolezza democratica come avvenne a partire dagli anni ’70, quando il decisivo sostegno popolare permise di conquistare una serie di diritti, oggi dati per scontati, ma la cui assenza all’epoca costringeva milioni di persone alla
clandestinità, alla discriminazione e al rischio della vita.
È quindi necessario in questa nostra assise non solo prendere atto ma anche interrogarci sul successo di tali proposte, dovute certo al nostro impegno ma soprattutto alla nostra capacità di intercettare lo stato d’animo e le priorità di una vasta porzione di opinione pubblica, ignorata dai corpi intermedi storici come i partiti, i sindacati o gran parte della realtà associativa. Quello che oggi è in crisi è in generale la rappresentanza politica, milioni di cittadini si sentono “orfani”, i punti di riferimento e le leadership politiche appaiono lontane dalle esigenze del proprio elettorato di riferimento.
Basti pensare alla vasta parte di elettorato che si riconosce in un comune sentire progressista, laico, finanche riformista e liberale, che si trova di fronte solo il silenzio, l’indifferenza della classe politica a cui per anni ha dato il proprio sostegno.
Spero che anche per il prossimo futuro noi come Associazione Luca Coscioni per la libertà di ricerca scientifica possiamo continuare ad essere un punto di riferimento globale, in particolare per tutti coloro che credono in forme di democrazia più compiute, a partire dall’assunto che una democrazia rimane tale se è capace di evolversi, di intercettare le nuove esigenze legate allo sviluppo scientifico e tecnologico e alle conseguenze sociali da questo generate. Sottolineando in primis il nostro impegno per una ricerca ed un progresso scientifico che migliorino la vita, depurandoli da condizionamenti ideologici, che più che dubbi esprimono solo una visione oscurantista delle realtà sociali.
La mia speranza e la mia proposta sono che si debba continuare ad essere sempre in prima linea per intercettare quel bisogno di libertà, quel rivendicare diritti democratici, verso i quali la rappresentanza politico sociale tradizionale per ignavia rimane troppo spesso indifferente, sempre realizzando in ogni iniziativa modalità inclusive e non giudicanti. Per concludere, oltre che rivendicare i nostri successi, diventa ogni giorno necessario non abbassare la guardia visti i tanti ed agguerriti avversari con cui ogni giorno dobbiamo fare i conti, infatti si è subito attivata la Conferenza Episcopale Italiana, esprimendo la propria inquietudine di fronte al successo della raccolta firme per l’eutanasia legale. Sono state infatti poste tutta una serie di obiezioni di carattere costituzionale, di sconosciuta provenienza giuridica, proprio per impedire lo svolgimento del referendum stesso, perché è ormai chiaro che dove al popolo venga data la possibilità di scegliere, sceglie comunque la libertà, come accaduto a San Marino e in Svizzera.
Continuiamo quindi il nostro impegno verso la libertà e l’autodeterminazione, certi che siano i requisiti necessari per il nostro compiersi come persone.
Marco Gentili è Co-Presidente dell’Associazione Luca Coscioni. Dalla nascita è affetto da Sclerosi Laterale Amiotrofica, malattia che progressivamente lo ha privato della capacità motoria e comunicativa. Laureato in Relazioni Internazionali ha un Master in Istituzioni Parlamentari Europee. Dal 2012 al 2017 è stato consigliere comunale a Tarquinia. Promotore della campagna che ha portato all’aggiornamento dei Livelli Essenziali di Assistenza e del nuovo Nomenclatore delle Protesi e Ausili. Ha frequentato la Scuola di Politica di Enrico Letta