Intervento di Filomena Gallo per l’apertura dei lavori della Sessione conclusiva del XVII Congresso

Buongiorno! 

anche io do di nuovo il benvenuto al XVII Congresso dell’Associazione Luca Coscioni – la nostra assemblea generale annuale. Prima di entrare nel merito delle fasi finali di questa riunione volevo iniziare con dei ringraziamenti. Il primo è a tutti quelli che mi sono stati vicini in questi giorni in cui, per motivi famigliari, non sono potuta essere a Roma. Grazie. È confortante sapere che se uno è lontano e dietro alle vicende della vita, c’è chi ti pensa e che ha cura che le cose procedano – e che procedano nel migliore dei modi. Grazie a tutti di nuovo. Voglio anche fare un ringraziamento e rivolgere un saluto particolare a Rodolfo, Anna Cristina e Monica Coscioni che ci stanno ascoltando.

Il secondo ringraziamento va a chi si è registrato per partecipare a questo Congresso e chi ha raggiunto Roma. Grazie anche a Radio Radicale che come al solito trasmette i nostri lavori  in diretta.

È stato un anno molto difficile e molto duro per tutti e le notizie di questi giorni ci fanno ritenere che nei prossimi mesi dovremo continuare a stare in guardia per tutelarci e tutelare gli altri. Senza un’attiva partecipazione personale c’è il rischio di tornare a scenari molto preoccupanti come quelli della primavera scorsa. 

Comunque la si pensi su vaccini e mascherine occorre tener presente che quel che non faccio io potrebbe essere un esempio negativo per gli altri, e quel che non fanno gli altri potrebbe avere ripercussioni negative su di me. 

Uno dei principi della nonviolenza gandhiana, ce lo ricordava Claudio Radaelli tempo fa, è lo “swaraj”, l’auto-controllo. 

Dobbiamo riuscire a governarci in questi tempi d’incertezza.

Credo che qui dentro siamo in molti a pensare che le imposizioni, motivate o meno, non rappresentino il miglior modo di affrontare la crisi in corso. Una situazione emergenziale può esser governata senza ricorrere a leggi d’emergenza: meglio convincere e persuadere che obbligare – anche perché le istituzioni dovrebbero aver già fatto un “rodaggio” con l’arrivo della pandemia a febbraio – e polizia ed esercito non possono esser ritenuti i guardiani della salute pubblica. Meglio un’alleanza che una retata!

Sono convinta che, come già accaduto in questi mesi, chi vive in Italia saprà esercitare il proprio senso di responsabilità, il proprio autocontrollo, e spero che le informazioni su quanto sia necessario fare per contenere il virus in attesa di un vaccino o di cure efficaci, siano condivise senza impaurire l’opinione pubblica o trattarla con toni paternalistici.

Scarichiamo le app necessarie, usiamo le mascherine, evitiamo assembramenti o gli spostamenti non strettamente necessari, restiamo a casa se presentiamo sintomi da virus – pratichiamo misure di buon senso che possono aiutare a governare una situazione che presto potrebbe tornare a esser di proporzioni simili a quelle dell’aprile scorso.

Questa mia relazione vuole anche essere un consuntivo di quanto siamo riusciti a organizzare dal 25 settembre scorso quando abbiamo inaugurato il Congresso.

La scelta di cercare una modalità certificata, che possa consentire a tutti gli iscritti di votare online ci ha fatto trovare un sistema che è stata un’innovazione strutturale che rivendichiamo, ma che durante le prime votazioni non ha dato i risultati sperati in termini di partecipazione. 

Da allora però le cose sono cambiate e a stamani abbiamo quasi 800 persone che si sono registrate per il Congresso e un centinaio sono presenti fisicamente. 

Speriamo che questi numeri vadano ad aumentare in queste fasi finali e che in molti partecipino al voto online nel tardo pomeriggio di oggi. Ricordo che hanno diritto di voto tutti gli iscritti che avevano perfezionato le quote al 23 settembre scorso. Tutti riceveranno via mail le informazioni per votare perché tutti voteremo elettronicamente, anche chi è qui.

Un congresso è realmente online se consente la possibilità di intervenire quanto quella di votare a tutti dovunque si trovino. 

Per la prima volta siamo riusciti in questa impresa e le votazioni del 25 settembre non hanno presentato problemi, sono sicura che grazie alla semplicità delle operazioni di voto che abbiamo previsto grazie alla piattaforma certificata ELIGO riusciremo a dare la possibilità a tutti di concorrere alla vita statutaria dell’Associazione. 

Dopotutto, Luca Coscioni iniziò la sua esperienza politica coi Radicali proprio grazie a un congresso dove si poteva votare online. Ma torniamo alle relazione anche perché dal 25 settembre sono accadute molte cose che direttamente o indirettamente ci hanno visti coinvolti.

La più rilevante è la decisione della Procura di Massa di aver fatto ricorso contro la sentenza di assoluzione di Marco Cappato e Mina Welby del luglio scorso. Per quanto ci riguarda siamo pronti a cogliere tutte le opportunità che si presenteranno per consolidare una giurisprudenza che abbiamo ottenuto dal Caso Cappato – Fabiano Antoniani in poi per conquistare certezze sulle scelte individuali nel fine vita. 

I tempi della giustizia italiana non sono prevedibili ma possiamo anticipare che ci vorrà ancora diverso tempo per arrivare alla conclusione di questa vicenda.

Ringrazio di nuovo Mina e Marco per quanto hanno fatto e tutti i colleghi con cui abbiamo preparato la difesa. Si tratta di un lavoro che va molto oltre il rapporto avvocato – cliente o la collaborazione tra colleghi. Si tratta di un lavoro militante per l’affermazione di un diritto umano.

Nella mia relazione del 25 settembre vi ho parlato di due storie di persone con malattie irreversibili che stiamo seguendo, due persone che  hanno chiesto alla luce della sentenza 242 del 2019 della Corte Costituzionale di poter porre fine alle proprie sofferenze con suicidio assistito. 

La prima persona è malata di SLA e ha fatto richiesta il 2 settembre scorso. Ad oggi dopo la richiesta della documentazione medica da parte del dirigente ASL,  sarà sottoposto alla prima visita di verifica della sua condizione e della consapevolezza delle scelte che sta effettuando anche alla luce delle cure palliative possibili. Comprenderete però che 38 giorni di attesa sono tanti. In questi casi i tempi devono essere certi, urgenti e rispettosi del malato che potrebbe non avere quel tempo perchè potrebbe aggravarsi ulteriormente.

L’altro malato, invece, a causa di un incidente è immobile da 10 anni e ha 42 anni. Ha provato tutto il possibile per recuperare parte della sua salute, incluso andare  in una clinica riabilitativa all’estero. Ma le cose non sono andate come sperava, dipende totalmente dall’assistenza che riceve e dai farmaci.

Anche lui ha chiesto di poter procedere per porre fine alle sue sofferenze, ha inviato   il 27 agosto con raccomandata una richiesta all’asl competente e la risposta che ha ricevuto il 1 ottobre è la seguente: 

“[…] La richiamata sentenza 242/2019 della Corte Costituzionale interviene espressamente su questioni di legittimità costituzionale dell’art 580 del codice penale sollevate dalla Corte di Assise di Milano in relazione a diversa fattispecie, rispetto al Suo caso. Nella medesima sentenza, inoltre, si sollecita ulteriormente il Parlamento a legiferare sulla specifica materia, conformemente ai principi enunciati dalla stessa Consulta. Al momento tuttavia non risulta che il Parlamento abbia provveduto nel senso indicato dalla Corte Costituzionale, normando con il necessario rigore le condizioni che devono sussistere e le relative modalità di esecuzione da applicare in una simile delicatissima e complessa fattispecie. Pertanto questa Direzione ritiene che, allo stato attuale della normativa vigente, non sia possibile esprimere un parere favorevole alla sua richiesta. La SV potrà comunque legittimamente avvalersi, ai sensi della citata L. n. 219/2017 delle cd “disposizioni anticipate di trattamento”, che prevedono la rinuncia ai trattamenti sanitari necessari alla sopravvivenza del paziente e la garanzia dell’erogazione di una appropriata terapia del dolore e di cure palliative”. 

Con alcuni colleghi del comitato dei Giuristi per le libertà dell’Associazione Luca Coscioni stiamo preparando ricorso avverso il diniego dell’azienda del SSN che non applica quanto previsto dalla sentenza della Corte Cost. 242/19. Sentenza che ha valore di legge.  I tempi di risposta delle aziende sanitarie devono essere in tempi brevi perché i tempi di un malato sono urgenti.

Continueremo a chiedere che sia discussa la nostra proposta di legge di iniziativa popolare per la legalizzazione di tutte le scelte di fine vita.Nei giorni scorsi sono riprese le audizioni alla Camera dei Deputati in preparazione di un testo unico sul tema del fine vita. Ce l’aveva annunciato il relatore Giorgio Trizzino in una delle nostre commissioni giorni fa e più tardi il Presidente della Commissione Giustizia della Camera Mario Perantoni ci aggiornerà. 

Dagli argomenti ascoltati sembra quasi che si sia ripartiti dall’inizio e non da dove si era interrotto il dibattito mesi fa… dovremo quindi continuare a monitorare cosa viene detto in Parlamento e prepararci a rispondere tecnicamente e politicamente dentro e fuori le Aule. 

So che si sono registrati al Congresso alcuni membri delle Commissioni competenti come Doriana Sarli, che voglio ringraziare, perché sempre al nostro fianco: spero che potremo continuare questa collaborazione fino alla conclusione di una buona legge. 

Ringrazio, infine, Francesco Scinetti che fino all’avvio delle audizioni ha presidiato Montecitorio confrontandosi con passanti e Parlamentari. È stata una partecipazione importante che potrebbe esser nuovamente necessaria presto.

E visto che parliamo di politica e politici, e che veniamo spesso intervistati su quanto la destra sia retrograda se non reazionaria, devo dire che in pochi, per non dire nessuno, non solo hanno risposto all’ex Sant’Uffizio con argomenti di laicità ma si son dati da fare per evitare il ritorno di certi “insegnamenti definitivi” proveniente da Oltretevere. 

Come sapete la Congregazione vaticana per la Dottrina della fede ha reso nota la lettera Samaritanus bonus dove si scrive che “la Chiesa ritiene di dover ribadire come insegnamento definitivo che l’eutanasia è un crimine contro la vita umana perché, con tale atto, l’uomo sceglie di causare direttamente la morte di un altro essere umano innocente”. 

Non ci interessa entrare nel rapporto intimo di chi crede. Credo sia però interessante evidenziare una contraddizione interna a quel documento là dove si parla di accanimento terapeutico e si spiega che “la rinuncia a mezzi straordinari e/o sproporzionati non equivale al suicidio o all’eutanasia; esprime piuttosto l’accettazione della condizione umana di fronte alla morte o la scelta ponderata di evitare la messa in opera di un dispositivo medico sproporzionato ai risultati che si potrebbero sperare […] 

La rinuncia a tali trattamenti, che procurerebbe soltanto un prolungamento precario e penoso della vita, può anche voler dire il rispetto della volontà del morente, espressa nelle cosiddette dichiarazioni anticipate di trattamento, escludendo però ogni atto di natura eutanasica o suicidaria”. Questa parte finale è quella che forse ci interessa e smaschera un gioco di parole. 

A me pare un’ammissione implicita a non ostacolare certe scelte drammatiche, magari è solo una mia interpretazione compassionevole ma a chi leggerà o citerà la Samaritanus Bonus nell’iter legislativo dei prossimi mesi andrà ricordato il testo nella sua interezza e umane contraddizioni.

L’ultima cosa che è accaduta è stato il Nobel per la Chimica a Jennifer Doudna e Michelle Charpentier per aver inventato la tecnica di editing del genoma meglio nota come CRISPR-Cas9. È la prima volta che un Nobel viene assegnato a una coppia di donne, segno che finalmente l’Accademia svedese, ma anche il mondo scientifico, inizia a esser più inclusivo, ed è la prima volta che, molto indirettamente, siamo in qualche modo coinvolti. 

In parte è un’esagerazione in parte no. 

Come ricorderete alla vigilia dei nostri ultimi due congressi abbiamo organizzato delle merende CRISPR con del riso geneticamente migliorato in laboratorio e lo abbiamo mangiato pubblicamente insieme ad esperti e scienziati della Federazione Italiana Scienze della Vita e della Società di Genetica Agraria sia per far conoscere l’esistenza di questa nuova tecnologia sia per chiedere al governo italiano di finanziarne significativamente la ricerca e consentirne sperimentazioni in campo aperto per quanto riguarda le sue possibili applicazioni vegetali. 

Speriamo che la notorietà del Nobel possa suonare la sveglia alla politica italiana e a quella europea e speriamo anche che la prossima merenda che Marco Cappato e Marco Perduca mangeranno del riso CRISPR davanti al Parlamento europeo non li faccia interrogare e multare per aver violato oscuri divieti o norme anti-scientifiche.

Non torno sulle priorità e gli obiettivi che erano al centro della mia relazione del 25 settembre, assieme al lavoro delle 10 commissioni di questi ultimi giorni li trovate riorganizzati in una mozione generale che presentiamo con il Tesoriere e che abbiamo condiviso nella sua stesura coi Consiglieri generali e chi ha coordinato i webinar di approfondimenti. 

E’ stato un lavoro redazionale importante che abbiamo ritenuto necessario per arrivare a una conclusione quanto più condivisa possibile. La voteremo online stasera insieme agli altri documenti e alle cariche.

La mia relazione si conclude qui. Ma non si conclude qui il mio impegno e la mia disponibilità a continuare a essere Segretario dell’Associazione Luca Coscioni, e, visto che sono aperti i termini per la presentazione delle candidature annuncio fin d’ora la mia candidatura e chiedo a Marco Cappato, Mina Welby, Marco Gentili e Michele De Luca di fare lo stesso. 

Buon Congresso a tutti noi!