Inaugurazione dell’anno giudiziario, sabato 25 gennaio Bolognetti in sit in

Maurizio Bolognetti Sit in

Il Ministro dei Temporali, l’eterno processo, l’incompatibilità ambientale di alcuni magistrati in servizio in Basilicata

Nota di Maurizio Bolognetti

Per dare il titolo al sit-in e alla conferenza stampa, che terrò sabato fuori al Palazzo di Giustizia di Potenza, ho tratto ispirazione da uno straordinario brano di Fabrizio De André intitolato “La domenica delle salme”, dalla forza delle parole di Faber.

Quanti “Ministri dei temporali” governano le nostre vite, il nostro presente e il nostro futuro? Il Ministro Bonafede, con la sua pretesa di regalare a tutti noi e alla già dissestata macchina della giustizia l’eterno processo, inevitabilmente richiama alla mia memoria la figura tratteggiata dal poeta di Pegli: “Il Ministro dei temporali in un tripudio di tromboni auspicava democrazia con la tovaglia sulle mani e le mani sui coglioni”.

In prossimità dell’inaugurazione dell’Anno Giudiziario intendo di nuovo e ancora chiedere il trasferimento di alcuni magistrati lucani che operano da troppo tempo in una situazione di patente incompatibilità ambientale. Riferendosi alla terzietà e imparzialità dei magistrati, Piero Calamandrei scriveva: “È arduo codificare l’indipendenza. Occorrono certo la terzietà e l’imparzialità ma occorre anche che terzietà e imparzialità siano assicurate sotto il profilo dell’apparenza. Il giudice ad esempio dovrebbe consumare i suoi pasti in assoluta solitudine.”

Nonostante “il gas esilarante” che presidia le strade e anestetizza tutto, dovrò di nuovo e ancora chiedere al CSM, al Procuratore Generale presso la Corte d’Appello di Potenza, al Presidente della Corte d’Appello di Potenza, al Ministro dei “muri” crollati da tempo, Alfonso Bonafede, se sia opportuno che il magistrato ignoto, che avrebbe dovuto ricoprire la carica di assessore alla sanità in caso di vittoria pentastellata alle scorse regionali, continui a prestare servizio in Basilicata. Sabato dovrò di nuovo e ancora tornare a parlare del “Caso Colella”.

Sabato dovrò di nuovo e ancora ricordare a me stesso che sul fronte dell’amministrazione della giustizia l’Italia continua ad essere uno Stato criminale; Stato criminale sul piano tecnico-giuridico, per dirla con Marco Pannella. La verità è che mentre l’art. 111 e 27 del nostro dettato costituzionale continuano ad essere vilipesi, avanza la barbarie giuridica di personaggi come il Ministro Bonafede e di coloro che intendono assecondarlo.

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