Poco meno di due elettori su dieci hanno scelto il partito di Salvini alle recenti elezioni europee, facendolo diventare il primo partito in Italia. Ma che posizione ha la Lega sui temi dei diritti del fine vita?
Al momento nessun parlamentare della Lega aderisce all’intergruppo per le scelte di fine vita, ma in Commissione Giustizia il relatore della legge sull’eutanasia è il leghista Roberto Turri che, nel presentare le proposte in campo, ha fatto una relazione abbastanza aperturista sul tema. Toni diplomatici sono stati usati dallo stesso anche nelle interviste dei giorni successivi. Turri ha dichiarato che bisogna “procedere con cautela, andando oltre le posizioni politiche di ognuno e la personale sensibilità di ciascuno […] da parte della Lega non c’è nessun preconcetto ideologico, nessuna posizione contraria a prescindere. Ciò non vuol dire che siamo a favore, ma cercheremo di trovare una soluzione il più condivisa possibile”.
Di tutt’altro canto è il vivace – per quanto ormai silenziato dal segretario – Simone Pillon: “Altro che eutanasia! Occupiamoci piuttosto di costruire un servizio sanitario efficiente, capace di guarire i malati e di prendersi cura degli infermi offrendo loro trattamenti terapeutici e assistenziali completi oltre ad affetto, sostegno e condivisione fino alla fine […] la legge sul fine vita non è nel contratto di governo e neppure nel programma della Lega”.
Che la Lega non abbia tra le sue priorità l’eutanasia non è un mistero, ma che ne pensa il leader Salvini?
Quando era all’opposizione, il giorno del suicidio assistito di dj Fabo in Svizzera, twittò: “Rispetto e una preghiera per la morte, e per la nuova vita, di Dj Fabo. Garantire la libera scelta di ogni cittadino, ma soprattutto assicurare una vita dignitosa a chi invece vuole continuare a combattere e ai suoi familiari: questo dovrebbe fare un Paese serio, cosa che oggi l’Italia non è“. All’opposizione Salvini non c’è più, e ora che governa dichiara: “Più che del fine vita mi preoccupo della vita e a me piacerebbe che questo Parlamento si occupasse degli italiani che stanno vivendo. […] Quindi più che di una buona morte, su cui ragioneremo, mi preoccupo di una buona vita che a milioni di italiani, purtroppo, non è garantita. Un cittadino deve essere libero di scegliere ma io mi preoccupo di più di quelli che stanno vivendo e stanno vivendo male. Poi di morte ci occuperemo al momento giusto”.
Qual è quindi la posizione del primo partito partito italiano sul tema? La Lega non ha mai chiarito come la pensi. Quello che sappiamo è che nella passata legislatura la Lega fu il gruppo più accanitamente e ciecamente contrario alla legge sul testamento biologico.

Membro del Consiglio Generale dell’Associazione Luca Coscioni. Dal 2013 è Responsabile delle Iniziative sul Fine Vita . Ha organizzato la raccolta firme per la proposta che ha portato alla legge 219/2017. Nel 2020 con una disobbedienza civile si è autodenunciato per coltivazione di cannabis per uso personale. Autore di “Testamento biologico e consenso informato“ e “Io Coltivo – Diario di una disobbedienza”.