Più Europa anche alle regionali del Lazio e della Lombardia
“Più Europa con Emma Bonino” concorre con proprie liste anche alle
regionali della Lombardia e del Lazio in quasi tutte le province di queste due Regioni.
E’ importante votare la lista e dare la preferenza, a differenza di quanto avviene per le
Camere, ai candidati, un uomo e una donna, anche per le elezioni regionali, come io
farò nel Lazio.
Sono molto grato e ho grande stima di Alessandro Capriccioli e delle
compagne e dei compagni dell’Associazione Radicali Roma, che sono stati decisivi
nella raccolta delle firme per il progetto di iniziativa popolare “Ero Straniero”, per
quello della legalizzazione della cannabis e per la richiesta di referendum sull’Atac.
Li prego quindi di comprendermi se, in queste elezioni regionali, io darò il mio voto
di preferenza al numero 2 della Lista, Rocco Berardo. Lo farò per tre motivi. Rocco è
stato, insieme a Giuseppe Rossodivita, il consigliere regionale che, rendendolo noto
ai giornali e alla televisione, fece saltare la delibera dell’Ufficio di Presidenza nel
quale erano presenti tutti i partiti della maggioranza e dell’opposizione, con la sola
eccezione dei radicali della Lista Pannella, che stanziava una cifra scandalosamente
alta per il funzionamento dei gruppi consiliari della Regione: una vera e propria
malversazione di danaro pubblico a fini di partito. La cui pubblicità fu sufficiente a
determinare la crisi e lo scioglimento di quel consiglio regionale e della Giunta
Polverini. Il PD e in gran parte anche gli altri partiti furono costretti a rinnovare quasi
completamente le loro liste. Il PD in particolare decise di non ripresentare nessuno
dei consiglieri uscenti responsabili di quella decisione. Solo che pretendevano (e lo
pretendeva anche il candidato alla presidenza Zingaretti) che lo facessero anche i
radicali, di non ripresentare i loro consiglieri, mettendo sullo stesso piano gli autori
della malversazione e coloro che l’avevano denunciata. Questa pretesa mise fine alla
nostra partecipazione alla coalizione di centro sinistra.
Non votarlo oggi, che siamo tornati a far parte della coalizione, significherebbe
per me ottemperare in ritardo a quella inaccettabile pretesa di allora, una vera e
propria ritorsione contro gli autori di quella denuncia. Credo invece che la nostra
memoria non debba essere labile e che, nella continuità della nostra azione politica, si
debba tutelare il patrimonio delle lotte che abbiamo combattuto nel tentativo costante
di migliorare la politica di questo paese.
C’è anche un terzo motivo che mi spinge a dare la preferenza a Rocco Berardo.
Penso in questo modo di poter dire alla Signora Lombardi che non abbiamo atteso per
ridurre i costi della politica i successi del Movimento 5 Stelle. Bastavano due radicali
a far saltare il banco degli accordi partitocratici ai danni del bilancio della Regione.
Chi sa che avrebbero fatto i consiglieri 5 Stelle. Avrebbero fatto come i radicali o
avrebbero intascato i finanziamenti in quel modo ottenuti magari per devolverli al
fondo che hanno creato per le piccole imprese?
Gianfranco Spadaccia è nato a Roma il 28 febbraio 1935. Laureato in giurisprudenza con il massimo dei voti, giornalista professionista, ha lavorato all’Agenzia giornalistica Italia ed è stato collaboratore di numerosi periodici e riviste. La sua formazione politica è avvenuta nelle associazioni universitarie (UGI,UNURI). Giovanissimo militò nel PSDI e, nel 1955, partecipò alla fondazione del Partito Radicale. Ha condiviso con Pannella le scelte nonviolente e le battaglie per i diritti civili. E’ tornato all’impegno politico attivo grazie a Luca Coscioni e alla associazione da lui fondata.